È il Papa l’uomo più ascoltato dagli italiani in questi tremendi mesi di epidemia. Il «Corriere della Sera» ha evidenziato nei giorni scorsi l’impressionante dato di ascolto delle trasmissioni televisive papali durante l’emergenza Coronavirus. La Benedizione Urbi et Orbi che Papa Francesco ha impartito venerdì 27 marzo da una piazza San Pietro deserta ha registrato 27 milioni di contatti in tutt’Italia (64,6% dello share) sulle reti Rai e Tv2000. La Messa nella Domenica delle Palme 15 milioni di contatti. La Messa feriale che il Papa celebra ogni giorno alle 7 del mattino viene seguita da un milione e mezzo di spettatori. E ai dati televisivi occorrerebbe aggiungere quelli dei vari strCoronaviruseaming online.
Secondo Aldo Grasso, editorialista del «Corriere», bisogna prendere atto «della straordinaria attenzione che gli italiani riservano, dall’inizio dell’emergenza, alla fede e, in particolare, ai riti officiati dal Santo Padre. La fede degli italiani (o la ricerca di un punto di riferimento come il Papa) sono forse la certezza più salda in questo periodo».
Dunque è il Papa l’uomo più ascoltato in queste settimane. Ed è la dimensione religiosa a catalizzare la maggior parte degli italiani, solitamente descritti in fuga dalla Chiesa. Misurare la temperatura della fede è difficile, ma certo l’Auditel sta documentando un massiccio interesse per le parole che vengono dalla Chiesa e dai suoi pastori (l’Arcivescovo di Torino ha guidato la preghiera del Sabato Santo davanti alla Sindone in diretta mondovisione).
La statura dei Vescovi e del Papa nei giorni dell’epidemia spicca nello scenario desolante degli altri leaders d’Italia e del mondo, che si beccano e bisticciano, pronunciando raramente parole di respiro alto. Quelle che sono venute da Papa Francesco nei giorni di Pasqua sono state di respiro altissimo, e la gente se n’è accorta. Dando voce a milioni di fedeli – ma anche suggerendo parole a tanti laici sintonizzati attraverso la televisione e i canali social – Francesco ha levato gli occhi al Cielo facendosi portavoce dell’intera umanità: «Dio, non abbandonarci nella tempesta» (27 marzo).
Tutti forti i messaggi lanciati dal Papa nel Triduo pasquale. Forte la decisione di cedere il microfono ai detenuti di un carcere italiano (i detenuti: la categoria che più disturba i benpensanti) perché siano loro a commentare il Vangelo della Passione. Forte il monito ai capi di Stato europei perché superino gli egoismi nazionali e si riconoscano in una sola fratellanza contro l’epidemia. Fortissimo il doppio appello del Papa in difesa della vita: perché cessino le guerre e il mercato delle armi; perché si metta fine alla tragedia degli aborti.
Quali altri leaders nel mondo pronunciano parole alte? Pochi, purtroppo. Così finisce che non li ascoltiamo più. E andiamo in cerca, avidamente, di chi sa mettere a tema il mistero della vita umana con il suo bagaglio di grandi gioie e grandi fatiche.