7 anni senza padre Dall’Oglio, a Roma un nuovo appello

Mercoledì 29 luglio – Nel 7° anniversario del rapimento in Siria del gesuita Paolo Dall’Oglio presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) di Roma il giornalista Riccardo Cristiano, presidente dell’associazione Giornalisti Amici di Padre Paolo, ha riunito i familiari del gesuita e rappresentanti di associazioni religiose e organi di stampa laici e cattolici

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Più voci, ma un unico appello, un’unica richiesta: quella di sapere la verità sulla sorte di Paolo Dall’Oglio, il gesuita rapito in Siria 7 anni fa. Nel giorno della «scomparsa» a richiamare l’attenzione sulle sorti di Dall’Oglio un incontro organizzato presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) di Roma dal giornalista Riccardo Cristiano, presidente dell’associazione Giornalisti Amici di Padre Paolo, con i familiari del gesuita e i rappresentanti di associazioni religiose e organi di stampa laici e cattolici.

Un incontro in cui una delle voci, tramite video messaggio è stata anche quella del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Non ci stancheremo di chiedere la verità su padre Paolo, sulla sua vita e su questi sette anni che ancora attendono di essere chiariti”.  Parole “affettuose” quello di Sassoli per il quale “ricordare la figura di padre Dall’Oglio a sette anni dalla sua ultima apparizione, a Raqqa, è un dovere che abbiamo come comunità per non disperdere il grande patrimonio civile, sociale, culturale che fino adesso ha accompagnato la sua vita. Dobbiamo portare avanti il suo messaggio, per seguirlo e renderlo sempre attuale: siamo tutti accomunati da un destino unico e di cittadinanza globale”.

A intervenire anche Francesca la sorella di Paolo e padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger per il quale «Paolo è per noi l’impegno dei religiosi che sono martiri, che continuano a ispirare tantissimi altri sulla linea e sull’impegno loro e anche delle persone, in particolare di musulmani, con cui egli ha saputo insegnarci a dialogare e a essere solidali nella ricerca della giustizia e della pace”. “La sua memoria – ha  proseguito – è viva, è una presenza che ispira, di idee e pensieri profondi, di coraggio e impegno che ci aiuta a trovare vie di dialogo, giustizia e pace e approfondimento».

“Una ventina di giorni fa”, ha ricordato la sorella, “ho pensato che il 29 luglio sarebbe stato l’anniversario del sequestro e mi sono chiesta cosa potessimo fare per segnare questa data e fare sì che avesse un senso che partisse dalla vicenda di Paolo e andasse oltre, per far luce sulla tragedia dimenticata della Siria”.  “Mi trovo di fronte a un fratello, che però è anche un profeta. In questi sette anni spaventosi la fede mi ha aiutato molto ad andare avanti, ad essere pronta a qualsiasi verità. Poi la Siria mi è entrata nel cuore. Quando parliamo di Paolo parliamo del bisogno di verità per tutti gli scomparsi nel Paese mediorientale. Quando penso a Paolo sento sulla mia pelle le tragedie di tutti gli scomparsi, delle vittime, dei profughi, degli sfollati. Mi affido alla Provvidenza e alla dimensione contemplativa che Paolo aveva».

Nell’occasione è stato anche presentato il nuovo libro del giornalista Riccardo Cristiano “Dall’Oglio: il sequestro che non deve finire”, pubblicato da Castelvecchi. Un volume che, nel ricostruire la vicenda del gesuita, pone interrogativi forti alle autorità italiane, sollecitando indagini e rogatorie nei confronti delle ultime persone che a Raqqa sono state viste con il religioso.

Parole scritte, appelli, voci unanimi che associano al dolore per una scomparsa che esige verità al dolore per il popolo siriano martoriato da violenze e guerre, e che sull’esempio del gesuita restano voci di dialogo e di speranza.

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