Tutta la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino sabato 25 maggio è in festa per la dedicazione della chiesa del Padiglione Frassati (via San Pietro in Vincoli 9) al beato Pier Giorgio durante la Messa presieduta alle 15.30 dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia e concelebrata dal padre generale del Cottolengo don Carmine Arice con numerosi sacerdoti.
Tra le realtà torinesi che il Frassati (1901-1925) conobbe e frequentò al suo tempo vi fu anche il Cottolengo, con cui, come scrivono i testimoni, aveva «un legame privilegiato». Pier Giorgio, infatti, si recava sovente alla Piccola Casa, da solo o in compagnia di altri studenti, visitava i reparti dell’ospedale incontrando soprattutto i bambini, i ragazzi e i suoi coetanei malati. Con visite regolari si prendeva cura dei poveri che sosteneva personalmente.
Il padre Alfredo Frassati dopo la morte del figlio finanziò la costruzione di un padiglione all’interno del Cottolengo di Torino. Fu inaugurato il 4 luglio 1927. Al momento dell’intitolazione si pose la questione della dedicazione della struttura ad un fedele non ancora canonizzato. Intervenne il cardinale Giuseppe Gamba, allora Arcivescovo di Torino, che disse al padre della Piccola Casa Giovanni Battista Ribero: «il beato Cottolengo e Pier Giorgio sono due grandi amici dei poveri, sono due santi, e due santi vicini stanno bene». Così la Casa fu intitolata a Pier Giorgio Frassati. E ora anche la chiesa del padiglione viene dedicata al «giovane delle otto Beatitudini».
«Una visita al Cottolengo», scriveva il Frassati, «farebbe bene a tutti gli uomini. Attraverso il Cottolengo sarebbe facile a chiunque comprendere bene i valori autentici della vita, al di fuori di ogni esteriorità e di ogni abbandono incosciente all’esistenza di tutti i giorni».
«Pier Giorgio», sottolinea il padre generale del Cottolengo don Arice, «riteneva la Piccola Casa una risposta alla domanda di senso della vita, un riferimento educativo fondante. La sofferenza umana, infatti, provoca la nostra riflessione e invita ad una scala di valori per la nostra esistenza. Il beato torinese ha saputo vedere la carità verso Dio e i fratelli come principio esistenziale. Portava qui i poveri e poi li seguiva con regolarità».
E proprio visitando un giovane con la lebbra ricoverato al Cottolengo Pier Giorgio disse ad un suo compagno di visite: «la nostra salute deve essere messa a servizio di chi non ne ha, ché altrimenti si tradirebbe il dono stesso di Dio e la Sua benevolenza».
La dedicazione della chiesa vuole anche essere un segno nell’anno pastorale del Sinodo dei Vescovi sui giovani, un invito per le nuove generazioni a riscoprire il senso autentico della vita anche attraverso lo stile del santo Cottolengo come ha testimoniato il giovane Frassati.
Per la Piccola Casa la celebrazione è anche occasione per prepararsi alla seconda Assemblea della Famiglia cottolenghina che si terrà dal 14 al 16 giugno prossimi sul tema «Insieme nella Piccola Casa. Molti, un solo corpo» (cf. 1 Cor 12,20).
Durante la celebrazione del 25 maggio, animata dagli ospiti e dai religiosi della Piccola Casa, sarà affisso e svelato un quadro raffigurante il beato.