A Torino 50 minori soli «diventano architetti»

Comunità residenziali – I ragazzi riqualificheranno gli ambienti delle strutture in cui vivono, grazie al supporto di architetti  e designer professionisti. Si tratta del progetto «Il bello deve ancora venire» che il Comune ha lanciato in sinergia con l’associazione Arteco e l’Accademia Albertina di Belle Arti

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L'assessore Schellino con i minori delle comunità residenziali (foto Masone)

Cinquanta minori ospitati nelle comunità residenziali di Torino rivoluzioneranno gli ambienti delle strutture in cui vivono con opere di tinteggiatura, design e costruzione di arredi.

Si tratta del progetto «Il bello deve ancora venire», finanziato dalla Compagnia di San Paolo e dal Lions club Torino Host, che il Comune ha lanciato la scorsa settimana in sinergia con l’associazione Arteco e l’Accademia Albertina di Belle Arti.

I ragazzi dagli 11 ai 18 anni residenti in 11 comunità  educative torinesi nei prossimi mesi saranno impegnati, insieme a professionisti di design e architettura e agli studenti dell’Accademia di Belle Arti, a realizzare interventi che migliorino gli spazi di vita condivisa di quattro residenze: «Passoni 18» nel quartiere Parella (gestita dalla cooperativa San Donato), «Valpiana» in via Le Chiuse (cooperativa Valpiana), «Giulia» presso il Distretto sociale dell’Opera Barolo in via Cigna (affidata alla cooperativa Mirafiori) e «Cascina la Luna» in strada della Pellerina (cooperativa Pier Giorgio Frassati).

«L’idea di fondo», spiega Marta Di Vincenzo, responsabile del progetto per l’associazione Arteco, «è quella di mettere i ragazzi che vivono in situazioni di fragilità in contatto diretto con il mondo del lavoro, seguiti da professionisti, in modo che, prossimi alla maggiore età, intravedano prospettive concrete per il proprio futuro formativo e lavorativo».

Secondo gli educatori delle comunità «per contrastare il disagio è necessario in primo luogo ridare fiducia e motivazione agli adolescenti che hanno vissuto situazioni difficili, spesso drammatiche». «Ed ecco un progetto», conclude la Di Vincenzo, «che, facendo leva sulla capacità dei ragazzi di personalizzare gli ambienti in cui vivono, li sprona a ‘trasformare’ e prendere in mano la propria vita per non diventare ‘neet’ o cadere nelle reti della devianza».

Il percorso sarà scandito in sette workshop che si svolgeranno presso le quattro comunità: gli adolescenti stileranno un progetto in base alle loro idee e lo realizzeranno in modo professionale, attraverso l’apporto degli architetti e degli studenti coinvolti. Sale, corridoi, spazi di transito, quindi, saranno  centro di attività di esplorazione, conoscenza e condivisione che porteranno alla riqualificazione degli ambienti.

«Questa iniziativa», ha commentato l’assessore al Welfare Sonia Schellino, che ha incontrato i minori coinvolti, «punta a fornire nuove opportunità formative che, facendo leva sui percorsi creativi e artistici, diventa uno strumento di innovazione sociale. Si tratta di un itinerario che valorizza la capacità dei ragazzi e li educa alla bellezza in grado di mantenere vivi la curiosità e lo stupore, per renderli protagonisti attenti e critici del territorio in cui sono chiamati a crescere».

Per ulteriori informazioni: www.associazionearteco.it.

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