A Torino già mille posti per i profughi ucraini

Fuga dall’Ucraina – Già mille i posti letto pronti ad accogliere gli sfollati dopo gli appelli della Chiesa subalpina. Caritas Diocesana e Sermig in prima linea. Al Regina Margherita i piccoli profughi malati. GALLERY 

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Mille posti per dormire in poco più di una settimana. È la risposta generosa, è il segnale di fraternità che la diocesi di Torino lancia in risposta alle violenze e alle ingiustizie della guerra in Ucraina. Mille posti che non sono solo letti sotto un tetto, ma sono l’accoglienza in famiglie che hanno deciso di aprire le porte a mamme e bambini in fuga dagli orrori del conflitto che insanguina il proprio Paese, sono l’anello di una rete di fraternità che si sta costruendo perché in quelle case, in quelle comunità non sia offerto solo un riparo, ma si possano stabilire relazioni che risollevino la speranza nel futuro, che leniscano il dolore e la sofferenza di questi giorni.

«C’è stata davvero una grossa mobilitazione», spiega Sergio Durando, direttore della Pastorale Migranti che con la Caritas Diocesana sta organizzando l’accoglienza, in pochi giorni oltre 200 le disponibilità offerte: in molti casi di persone che nel proprio alloggio hanno una camera in più, ma ci sono state anche congregazioni religiose e parrocchie che hanno messo a disposizione stanze. E confidiamo che ancora altre disponibilità arrivino perché purtroppo il numero dei profughi è destinato ad aumentare».

Per questo l’ufficio Migranti ha destinato una apposita casella postale: segnalazioni@upmtorino.it. Chi può mettere a disposizione una stanza, un alloggio per l’accoglienza è sufficiente che scriva indicando la collocazione e il numero di posti letto. Primi passi di una rete e di una organizzazione che si sta costruendo giorno dopo giorno: in questa settimana un incontro con le Prefetture della Regione, uno con il Comune di Torino… un coordinamento nato in emergenza, ma che si teme che dovrà operare a lungo.

Intanto i primi arrivi ci sono stati, varie persone hanno già bussato alla porta della Pastorale Migranti: «Basta averli guardati un attimo negli occhi», prosegue Durando, «per capire: vedi il loro sguardo e non vedi più altro. Due espressioni su tutte ricorrono: ‘è terribile’, ‘spero di poter tornare’, perché sono tante le mamme con i bambini che hanno lasciato i propri genitori oltre ai mariti in Ucraina. Una donna è arrivata qui all’8° mese di gravidanza, vuole partorire qui in sicurezza, ma ci ha già detto che vuole subito rientrare. Nessuno vuole lasciare il passaporto».

I primi arrivi: difficili ora da quantificare. «È una situazione molto fluida, c’è chi arriva, ma cerca subito di trovare accoglienza da parenti o connazionali in altre regioni, ci sono piccoli gruppi ma con l’evolversi della situazione sicuramente i numeri saranno diversi e per questo stiamo cercando di costruire una rete, una organizzazione che ci permetta di far fronte ad afflussi di centinaia e centinaia di persone. E tra i progetti c’è già anche quello di offrire corsi di italiano, per favorire l’integrazione nel nostro paese».

Ad offrire la propria disponibilità alla Pastorale Migranti anche tanti ucraini: «anche questo è stato un segno bello, in molti ci hanno dato la disponibilità a tradurre, a trasferire le persone, a collaborare per gestire l’emergenza».

L’Ufficio Pastorale Migranti in collaborazione con l’Associazione Camminare Insieme, in collaborazione con l’OMCeO (Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Torino) si occupa anche di garantire assistenza sanitaria presso l’ambulatorio di via Cottolengo 24/A ai profughi ucraini e il 5 marzo è arrivata la prima donna che si è ricongiunta a Torino con la figlia. «La signora, diabetica e con altre patologie», racconta una volontaria, «è cantante, insegnante di canto e direttrice di coro. Non voleva venire via… il figlio l’ha costretta…ora è qui ma la figlia dice che sono tre giorni che piange».

In collaborazione con l’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini e la Comunità Cattolica Ucraina di Torino la Pastorale Migranti raccoglie anche materiali per l’assistenza sanitaria. Sul sito www.migrantitorino.it la lista dei materiali utili che si possono consegnare in via Cottolengo 22 dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 17.

La Colletta Caritas

La Caritas Diocesana collabora con la Pastorale Migranti per la accoglienza ma ha anche attivato una colletta allo scopo di supportare rapidamente attraverso l’invio di denaro le necessità delle Caritas nazionali che operano nei paesi confinanti con l’Ucraina.

«La rete Caritas», spiega il direttore Pierluigi Dovis, «ha messo a punto un sistema per le situazioni di emergenza che consente nell’arco di due o tre giorni di soddisfare le richieste di aiuto, semplicemente inviando denaro, evitando così la complessità di trasporti e stoccaggio. Se in questo momento la Caritas polacca ha una necessità lo segnala e la rete risponde, inviando il denaro necessario e permettendo così l’approvvigionamento in loco di ciò che serve in tempi rapidi. In questo momento le richieste dei profughi che si riversano nei paesi confinanti sono essenzialmente di cibo e indumenti e dunque quanto raccolto andrà probabilmente a garantire questo aiuto. Servirà inoltre a sostenere l’accoglienza qui. Una accoglienza che nello stile Caritas vorremmo fosse un’accoglienza di comunità, non una disponibilità individuale, ma un percorso di fraternità che viene avviato e che mette in gioco tutti, non solo chi apre le porte della propria casa».

Per contribuire alla Colletta Caritas, si può effettuare bonifico bancario (Iban IT06D 0608530370000000025420 – Banca di Asti – filiale Chivasso) intestato ad Arcidiocesi di Torino – Caritas, con causale emergenza Ucraina 2022.

Sermig e Cottolengo

All’Arsenale della Pace di Torino è un continuo ricevere, inscatolare, spostare… vi stando confluendo le raccolte alimentari e di materiale sanitario di privati e di parrocchie. Dal Villaggio Globale di Cumiana 5 tir sono già partiti alla volta della Romania: a Baia Mare, per sostenere i primi profughi ucraini. Tanti aiuti ma, come per l’accoglienza, tanta mobilitazione per offrire e per sistemare il materiale offerto. Segni e passi di pace anche nel monotono inscatolare: «Vengo qui al Sermig a fare servizio ogni sabato», spiega Vanessa, 16 anni, «ma vista la situazione di emergenza, ora sono qui quasi tutti i giorni». La pace? «Per me è questo: fare qualcosa per gli altri, qualunque aiuto è un gesto di pace, anche riempire degli scatoloni…». FOTOGALLERY 

Per sostenere la raccolta del Sermig

E tra le raccolte che confluiranno al Sermig anche quella promossa dal Cottolengo. Sabato 12 marzo dalle 8.30 alle 18.30 il Cottolengo di Torino, con l’Associazione Volontariato Cottolenghino (Avc) e il gruppo scout Agesci Torino 1-85, promuove una raccolta alimentare presso i supermercati torinesi «Il Gigante» (via Cigna 97) e Lidl (via Bologna 120).

Per ulteriori informazioni o per effettuare donazioni mail: infodonazioni@cottolengo.org o www.donazioni.cottolengo.org.

La preghiera

Si moltiplicano anche le iniziative di preghiera che parrocchie e congregazioni religiose organizzano per invocare il dono della pace e per sostenere quanti soffrono per le vittime e per l’aver dovuto abbandonare il proprio paese. In particolare domenica 13 marzo alle 12.15 la comunità ucraina cattolica celebra una «Messa per la pace» nella chiesa Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù di via Germonio 27 che ospita la cappellania.

Molte comunità, infine, propongono incontri di sensibilizzazione e conoscenza sul conflitto, sul dramma dei profughi, sulle tante guerre che coesitono con quella in Ucraina, per contribuire anche così a promuovere la pace.

Altri servizi su La Voce e il Tempo in edicola o nelle parrocchie 

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