«Vogliamo che la nostra indignazione possa trasformarsi in qualcosa di utile per noi e per gli altri, che sia la spinta per comprendere il mondo e lasciarlo ‘un po’ migliore di come l’abbiamo trovato’. È l’ora di spegnere l’indifferenza e rivolgere lo sguardo agli ultimi. È l’ora di prendere una posizione e aprire gli occhi». Con queste parole i rover e le scolte, ragazzi e ragazze dai 17 ai 21 dei gruppi torinesi dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) invitano domenica 12 maggio tutti i cittadini che credono nei valori dell’accoglienza e dell’integrazione a partecipare alla manifestazione «Umani senza confini», un pomeriggio di sensibilizzazione che partirà con una marcia da piazza Albarello per confluire in piazza Solferino dove si terrà un incontro pubblico di informazione sulle conseguenze dell’applicazione del Decreto sicurezza e su come la diocesi di Torino è impegnata nell’accoglienza dei migranti. Perché questa mobilitazione? L’abbiamo chiesto a Luca Dell’Agnese, capo scout, 31 anni, pasticcere, papà di Bianca e di un maschietto in arrivo, responsabile con Giulia Fresco dell’Agesci Zona Torino di cui fanno parte 24 gruppi scout cittadini.
«All’inizio del 2019, condividendo le preoccupazioni della chiesa italiana e dell’Agesci sugli effetti del Decreto Sicurezza, alcuni rover e scolte dei clan della Zona Torino si sono confrontati sul tema dell’accoglienza delle persone straniere nel nostro Paese. Così è emersa dai ragazzi la volontà di non stare in silenzio, di far sentire la propria voce e di testimoniare i valori di cui, come scout e come cristiani, si sentono portatori. Hanno proposto a noi capi di estendere l’invito a tutti i gruppi torinesi a progettare «un’azione forte» sul territorio. E così è stato: i ragazzi si sono interrogati su come dire alla città la nostra preoccupazione, come comunicare in modo costruttivo, senza urlare, la nostra indignazione ma informando e stimolando le coscienze al pensiero critico. E dai ragazzi è nata l’idea di una manifestazione cittadina per parlare alla città e incontrare chi vive l’accoglienza tutti i giorni.
Perché il titolo «Umani senza confini»?
Ci siamo ispirati alle parole di Papa Francesco che ci invita all’accoglienza, all’inclusione a creare ponti e ad abbattere muri, alla fratellanza dei popoli che è uno dei nostri valori che ci unisce a tutti gli scout e ai giovani del mondo che vogliono diventare buoni cittadini: la proposta educativa scout è un modo di guardare alla vita vivendo l’accoglienza rispettando le diversità ma convinti che il confronto può generare cambiamento e che il pensiero critico ci permette di diventare adulti che scelgono nella libertà. Sono i nostri ragazzi – che una certa cultura ritiene – sottovalutandoli – «seduti» che hanno stimolato noi capi a cogliere questa occasione educativa e di crescita e a sostenerli nella realizzazione del loro sogno. Gli scout da sempre lavorano sul territorio per costruire reti solidali: è ora di far sentire che cosa significa per noi accogliere.
E cosa significa?
I nostri ragazzi non solo nello scoutismo ma nella vita di tutti i giorni vivono in un mondo senza confini, desiderano un’Italia accogliente e aperta alle nuove culture, vogliono vivere in una città, in un Paese e in un’Europa fondate sui valori della giustizia e dell’uguaglianza. E lo vogliono fare da protagonisti del loro futuro, non vogliono stare a guardare, vogliono essere cittadini attivi senza fare polemiche ma cercando di creare un pensiero che generi cambiamento non chiusure o divisioni. Per questo oltre ai gruppi dell’Agesci della Regione, abbiamo coinvolto il Cngei (gli scout laici), le Acli e le associazioni e le varie realtà che nel territorio si occupano di aprire la porta agli stranieri.
Qual è il vostro messaggio?
Il documento approvato durante l’ultimo Consiglio generale dell’Agesci a Bracciano il 28 aprile scorso si intitola «La scelta di accogliere» questo è il nostro impegno: l’Agesci lo fa da sempre, soprattutto con chi è più in difficoltà, è la scelta politica, cristiana ed associativa scritta nel nostro Patto associativo. Chi è scout è accogliente per definizione, «niente di ciò che è umano ci è estraneo o nemico perché crediamo di essere tutti figli della stesso Padre». Vi aspettiamo in piazza domenica. Buona strada.