Sono circa 26 mila le persone con disabilità assunte negli ultimi 10 anni nella Regione Piemonte: nel 2018 sono state 3.158, di cui il 31% a tempo indeterminato. Ma lo scorso anno le aziende hanno sborsato oltre 11 milioni di euro di «contributi esonerativi» per la non assunzione di portatori di handicap in base alla legge 68/99 e si stima che ci siano circa 20 mila disabili sul nostro territorio disponibili al lavoro.
Sono alcuni dei dati presentati lo scorso 15 marzo da Felice Sarcinelli, dirigente della Coesione Sociale, settore politiche del lavoro, intervenuto al convegno «Lavoro e disabilità: opportunità per le aziende» presso i lo locali dei Rinascimenti Sociali in via Maria Vittoria 38 a Torino. Organizzato da «Abile Job», azienda nata per mettere in relazione imprese e persone e per facilitare l’inserimento lavorativo di chi appartiene alle categorie protette.
Dati che rivelano ancora una scarsa cultura e conoscenza dell’occupabilità delle persone disabili, della disabilità stessa e delle norme che regolamentano e possono agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro.
Per questo il convegno è stata un’ occasione per approfondire le norme vigenti e per evidenziare la necessità di instaurare un maggiore dialogo fra enti, aziende e mondo che a vario titolo grava intorno al tema della disabilità. Alla base una convinzione ferma «Ritengo che persone con diversi tipi di disabilità se seguite, scelte, indirizzate e accompagnate in maniera adeguata, possano diventare un’ importante risorsa per l’azienda» ha sottolineato Renzo Marcato, fondatore e amministratore di AbileJob che ha ricordato, tra gli altri, un esempio che conferma la necessità di un cambiamento culturale su più livelli: «Tempo fa una ragazza sorda mi disse ‘vorrei che le aziende capissero che sono sorda, non stupida’. Ecco, il nostro compito è quello di individuare la risorsa più adatta rispetto al profilo richiesto dal cliente, puntando sull’unicità della persona e accompagnando l’azienda e la risorsa in un percorso di inclusione sociale, uscendo così da un contesto puramente assistenzialistico».
Diventa dunque strategico l’ambito della formazione come ha ricordato Michele Tassistro, responsabile di ideazione e sviluppo di progetti formativi presso Poliedra Progetti Integrati SpA e consulente nell’ambito di progetti di formazione innovativa.
«Normalmente si pensa al binomio formazione-lavoro limitandosi a questi due termini mentre è importante connetterli tra loro attraverso la parola disabilità intesa sotto più profili. È cioè importante la formazione per il disabile inserito, ma anche per il gruppo in cui il lavoratore viene inserito, per superare diffidenze, pregiudizi per realizzare quell’inclusione che è sempre un mix di pragmatismo e sensibilità umana».
Così la seconda parte della mattinata ha dato «umanità» all’analisi di norme e dati, attraverso le voci di chi come con Bert Pichal, consulente pedagogico sull’autismo, di Franco Lepore, presidente Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti; di Claudia Fazio, psicologa orientatrice nella riabilitazione di gravi cerebrolesioni, e infine grazie a due testimonianze di persone disabili positivamente inserite tramite Abile Job.
Voci ed esperienze diverse a ricordare come accorgimenti, ausili, disponibilità a rinunciare a stereotipi assistenzialisti possono far godere appieno alla persona disabile dell’esperienza lavorativa e non facciano perdere competitività alle aziende che li occupano.