Il Consiglio regionale delle Acli del Piemonte ha redatto e approvato all’unanimità un documento di analisi e di proposta in vista del voto del 26 Maggio. Lo pubblichiamo integralmente.
Di fronte al doppio appuntamento elettorale di Maggio, le ACLI del Piemonte si mobilitano nei diversi territori e vogliono dare un contributo a rendere sempre più consapevoli i cittadini, dei temi e del valore delle scelte che siamo chiamati a compiere. In Italia come in Europa lo scontro in atto fra forze politiche di connotazione più europeista e quelle invece più sovraniste, queste ultime spesso con pesanti forzature populiste e xenofobe, sarà l’argomentazione principale del confronto elettorale. E’ innegabile infatti che queste elezioni Regionali ed Europee segnano un punto di svolta nel percorso democratico e istituzionale del continente e, probabilmente, anche del nostro Paese. Non si tratta, però, solo di affrontare la concretezza dei temi contingenti e del conflitto in atto tra un’ Europa stanca, divisa e burocratizzata e una alternativa neo-nazionalista che propone un orizzonte ancora più diviso e debole. Occorre riconoscere che le fratture sono più profonde e che la crisi economica che dal 2008 impedisce al Paese di darsi una “normalità” sociale ed economica trasforma molto più nel profondo di quanto pensiamo le nostre comunità e i modi di pensare e di vivere le istituzioni, la democrazia e la politica, le relazioni e le connessioni identitarie e la nostra percezione del futuro. Già nel 2008 eravamo preoccupati, e lo siamo ancora, di quanto la crisi economica unita alla debolezza della politica, avrebbe potuto attivare trasformazioni e cambiamenti nel profondo del nostro tessuto sociale. Nel 2019 rileviamo che si riaffacciano, sostenuti anche da un rilevante sdoganamento culturale, i razzismi, i fascismi, le intolleranze, le visioni arcaiche della famiglia e della donna, gli slogan ideologici, l’isolazionismo e il sovranismo, l’anti scienza e il complottismo. La denuncia più forte e bruciante delle nostre responsabilità viene dai più giovani e dalle mobilitazioni globali che FridaysForFuture sta organizzando in tutto il mondo (e specialmente in Italia) mobilitando, sull’esempio di Greta Thumberg, gli adolescenti e i più giovani in un appello a fare presto. I cambiamenti climatici mettono a rischio il futuro di tutti e non c’è più tempo per distrazioni e falsi problemi. Occorre intervenire subito per cambiare il clima e l’Europa unita può essere la chiave di volta e l’attore globale con la forza sufficiente per guidare questo cambiamento. Non si tratta solo di una questione di sopravvivenza ma di una imponente e credibile prospettiva di sviluppo sostenibile e di uscita dalla crisi economica. Riconvertire l’economia italiana e europea secondo i criteri del NewGreenDeal non è solo una necessità ma una concreta via per generare lavoro, ricchezza e benessere. Questione sociale e questione ambientale sono interconnesse e decisive, da realizzare con scelte coraggiose, a partire dai territori e dalle Comunità.
Occorrono amministratori sui territori regionali e comunali competenti, motivati con una forte cultura sociale e con l’esperienza necessaria a trasformare le aspirazioni e le idee in fatti concreti come, per molte tematiche e politiche, si è visto positivamente in Piemonte in questa ultima legislatura governata dalla giunta Chiamparino.
In questo senso, tra l’altro, occorre ricordare che il Bilancio della Regione Piemonte, ereditato dalla attuale Giunta, risultava in grave dissesto. L’impegno assunto dalla Giunta Chiamparino per un serio piano di rientro, ha potuto scongiurare l’intervento del Ministero, che sarebbe stato sicuramente, politicamente ed economicamente, più pesante e doloroso per tutti i cittadini piemontesi. Così come dolorosa e divisiva continua ad essere la questione della TAV in Piemonte e nel Paese. Una questione non solo piemontese ma nazionale ed europea, che non può più essere affrontata con il grado di ideologia e di conflittualità che ha suscitato in questi anni. Allo stato attuale delle cose la TAV va completata, ma senza banalizzare i problemi ambientali e economici che porta con sé e senza immaginare che sia la panacea di tutti mali del Piemonte. Il Piemonte ha bisogno di molti investimenti infrastrutturali locali che aspettano da tempo azioni concrete. Investimenti dai quali dipendono, questi sì, il ruolo del Piemonte in Europa e nel Paese.
Come occorre attivarsi per un maggior e sempre più puntuale utilizzo dei Fondi Sociali Europei, che rappresentano le opportunità progettuali più significative per i territori della nostra Regione.
Recentemente è ritornato in auge il tema delle Province. Ferma restando la legittimità della richiesta proveniente dagli amministratori locali di dotare le Province dei fondi necessari per gestire le proprie competenze, è evidente che tale dotazione può essere decisa dal governo in qualsiasi momento, senza che vi sia la necessità di tornare a un protagonismo politico attraverso la reintroduzione dell’elezione diretta di presidenti e consigli provinciali.
Le ACLI Piemonte, quindi, vedono chiaramente le connessioni tra la consultazione Europea e quella Regionale. La sfida è unica e può essere affrontata solo se dall’Europa e dai territori si è in grado di concordare e coordinare risposte politiche efficaci e progettuali che possano ridare fiducia ai cittadini. Per queste ragioni quello del 26 Maggio è un voto importante in una fase delicatissima della vita della nostra Regione e del nostro Paese. Un voto che, per essere coerente con i bisogni della gente, non deve essere inquinato da dinamiche politiche nazionali, giochi di potere o, peggio, speculazioni demagogiche. Occorre rafforzare la conoscenza dei veri nodi in gioco e dare il giusto significato a questa tornata elettorale regionale ed europea. Il Paese, l’Europa non possono seriamente sperare di ripartire se non si rilancia la capacità creativa, la solidità industriale, la forza e la genuinità dei territori e delle comunità piemontesi, che possono ulteriormente rilanciarsi a partire anche dalla maggior attenzione e valorizzazione dell’apporto di genere e dei giovani nei diversi ambiti della società.
La questione di genere e la questione giovanile devono trovare una nuova stagione di progresso. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro e nella società, la repressione della violenza sulle donne, l’investimento sulla scuola e sulla promozione del protagonismo giovanile, il servizio civile, l’integrazione dell’istruzione e i programmi di mobilità studentesca in Europa sono tutte priorità per ridare fiducia ai cittadini sui quali la Regione può migliorare nella continuità del proprio operato.
In merito alle Elezioni Regionali: rilanciare alcune priorità programmatiche più specifiche.
-LAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE: dare sostegno alle politiche industriali improntate sulla ricerca, sull’innovazione, sulla creazione di Reti di Imprese, per valorizzare e rilanciare la manifattura, l’agroalimentare, il turismo, la cultura, lo sport, la tutela del territorio; la Green Economy sta creando nuova occupazione in nuovi settori strategici. Importante per accompagnare questi processi investire sulla formazione professionale, per creare il giusto raccordo con le imprese che investono sull’innovazione. Fondamentale anche favorire il mondo dell’agricoltura, offrendo valide opportunità ai giovani per inserirsi in questo ambito lavorativo, con colture biologiche, attente al rispetto dell’ambiente, ma anche in grado di dare buone gratificazioni lavorative ed economiche. Stabilizzare l’insieme di competenze formative e organizzative che gli enti di formazione professionale hanno costruito nel corso degli anni, garantendo interlocutori istituzionali certi in materia di formazione professionale.
-POLITICHE SOCIALI: attivare un nuovo Piano Socio-Sanitario, che sappia meglio interagire e rendere complementari il pubblico e il privato sociale, con un’attenzione particolare a politiche di rilancio dell’attività territoriale, a partire dal diritto e sostegno all’assistenza famigliare, domiciliare per le famiglie e le persone non autosufficienti: in generale mettere al centro l’attenzione al lavoro di cura. Investire per sviluppare il tavolo congiunto permanente Regione Piemonte – Forum Terzo Settore Piemonte sulle politiche sociali, finalizzato ad individuare modalità innovative di realizzazione dei servizi, che consentano di innovare le procedure e i rapporti tra Regione e enti no profit, nella concreta e coerente applicazione del principio di sussidiarietà, alla luce anche della Riforma del Terzo Settore. Occorre una nuova architettura e nuovo modello di welfare generativo, nell’ottica dell’innovazione e della sperimentazione, incentivando i diversi soggetti sociali nella messa a disposizione della rete delle proprie competenze ed esperienze nella coprogettazione, ad oggi più indicata che realmente applicata. Continuità della “Rete Regionale della protezione ed inclusione sociale”, per la sensibilizzazione costante delle tematiche relative alla Povertà nei territori piemontesi.
-IMMIGRAZIONE incentivare le politiche in tema di immigrazione, all’insegna dell’accoglienza e dell’inclusione, a partire dalle realtà dei profughi, che non devono essere trattati solo come emergenza; sostegno e condivisione in merito al ricorso della Regione Piemonte contro il Decreto Sicurezza, che oltre ad essere palesemente anticostituzionale (la nostra Costituzione è fondata sulla negazione radicale della discriminazione), non aiuta né gli immigrati né gli italiani, in quanto ai primi richiede una serie di adempimenti e vincoli burocratici che limitano ulteriormente la propria integrazione e nei secondi continua a perpetuare l’equazione “immigrato uguale questione di ordine pubblico”. Una logica che sta portando concretamente all’aumento degli irregolari, alla loro emarginazione, ad una maggiore insicurezza nelle nostre comunità e, come se non bastasse, ad un impoverimento del tessuto economico del Terzo Settore che era impegnato nell’accoglienza. Fondamentale da questo punto di vista rilanciare l’approvazione della Legge Regionale sulla Promozione della Cittadinanza. Occorre anche ulteriormente rilanciare la cooperazione internazionale, per l’accompagnamento e il sostegno costante ai Paesi in via di sviluppo.
-AMBIENTE investire sulla prevenzione, condizione preliminare per la qualità della vita nei nostri territori e sulla sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti in modo da orientarli verso la lotta ai cambiamenti climatici. Come occorre fare interagire da un lato il rapporto fra risparmio e efficienza e dall’altro il rapporto fra agevolazioni e incentivi: sono aspetti centrali dentro la crisi attuale e riguardano i cittadini, le famiglie e le Istituzioni. Leggi a sostegno e tutela di questo comparto (defiscalizzazione, sburocratizzazione, incentivi economici…) e attenzione alle questioni specifiche della montagna. Valorizzare i territori montani, curando i sentieri per evitare frane e smottamenti (calamità che si ripercuotono sulle aree di pianura) e creando un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente, che sappia trasmettere culture e saperi della tradizione.
In merito alle Elezioni Europee: ridare senso e rigenerare l’Europa
-QUESTIONE SOCIALE caratterizzata dall’aumento delle diseguaglianze sociali e delle povertà. Quattro elementi centrali su cui occorre investire: LAVORO, WELFARE, AMBIENTE, IMMIGRAZIONE. Ricercare il giusto equilibrio fra: solidarietà, cooperazione, competenza: elementi complementari da gestire in modo equo e paritario, con la corretta armonia.
-QUESTIONE POLITICA caratterizzata dal fenomeno dei nazionalismi e populismi. Esiste una pericolosa oscillazione fra modelli diversi di rappresentanza e il rischio di assenza totale di democrazia. Tutto questo a causa di una carenza di progettualità e visione di società, con la deriva tecnicista della vita politica e sociale. Altrettanto rischio concreto è il ruolo irrilevante dei Corpi Intermedi, sempre più esclusi dalle scelte e decisioni politiche.
-QUESTIONE IDENTITA’ caratterizzata dal passaggio dalle ideologie all’aridità degli ideali e dalla crisi “spirituale” (dimensione anche per i non credenti). Presupposto essenziale è la volontà di ricerca dell’identità attraverso il dialogo fra le diversità di idee, che fanno fatica a emergere.
ll nostro ruolo come aclisti, da sempre, è provare costantemente a tenere insieme pensiero e azione, vita e fede con due sfide centrali anche per queste Elezioni Regionali ed Europee:
-Sfida educativa, culturale e sociale Conoscere, approfondire per poter giudicare e decidere. Rilanciare la nostra “anima associativa” nei territori, unitamente ai nostri servizi e alle nostre imprese.
-Sfida politica Responsabilità di saper scegliere, fare opera di discernimento per poter decidere da che parte stare (al voto di maggio saremo chiamati tutti a scegliere).Bisogno essenziale di verità ! Non sono tutti uguali le politiche e i politici: avviare una sana dialettica anche al nostro interno e con i cittadini, a partire dai nostri Circoli e dalle nostre Comunità, a partire dalle esperienze concrete vissute in questi ultimi anni.
In questa fase infatti si aggiunge il compito di ridare senso alla partecipazione oltre la demagogia, alla solidarietà oltre l’egoismo, all’onestà e non solo all’opportunismo. In particolare occorre recuperare il senso della Democrazia come cristiani impegnati nel sociale e favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del Paese.
Come ACLI del Piemonte chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine di seguire attivamente la campagna elettorale e di partecipare al voto del 26 Maggio per le Elezioni Regionali ed Europee, dando il proprio consenso, secondo coscienza, ai partiti, alle coalizioni e ai candidati che si impegnano nel condividere e praticare i valori, gli orientamenti e le proposte politiche rappresentate in questo Documento.
Maggio 2019
ACLI Piemonte