«Addio a mons. Sebastiano Dho, un pastore con il Concilio nel cuore». Ha perfettamente ragione don Corrado Avagnina, direttore de «L’Unione monregalese», a porgere, con queste parole, l’ultimo saluto al monregalese di Fabrosa Soprana mons. Sebastiano Dho, che fu vescovo di Saluzzo e poi di Alba.
Martedì 31 agosto 2021 verso sera, dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo Egidio Miragoli, si spegne il vescovo emerito amorevolmente assistito all’«Istituto Santa Teresa» a Mondovì Piazza. Il 24 agosto aveva raggiunto e tagliato i 35 anni di episcopato: fu ordinato vescovo nella Cattedrale di Saluzzo dal cardinale Anastasio Alberto Ballestrero, arcivescovo di Torino.
Sacerdote e moralista di vaglia sulla famiglia – Nato a Frabosa Soprana (Cuneo), diocesi di Mondovì, il 16 maggio 1935; ordinato sacerdote il 29 giugno 1958; eletto vescovo di Saluzzo il 5 luglio 1986, ordinato vescovo il 24 agosto; trasferito ad Alba il 3 luglio 1993; emerito il 28 giugno 2010. Giovane prete, è viceparroco a Niella Tanaro e poi a Murazzano. Docente di Teologia morale nel Seminario maggiore di Mondovì, allo Studio Teologico interdiocesano di Fossano per le diocesi cuneesi e alla Facoltà teologica a Torino. Si ricorda il suo insegnamento rigoroso anche all’Istituto piemontese di Teologia pastorale, che spiegò il Concilio Vaticano II (1962-65) ai preti subalpini. Nei 20 corsi per operatori di pastorale familiare, con il prof. Paolo Sacchi («La famiglia nell’ebraismo») e don Giuseppe Ghiberti («Problemi e indicazioni sulla famiglia emergenti dal Nuovo Testamento»), don Sebastiano Dho affronta «Per un’etica cristiana della famiglia». Altrettanto lucide le sue posizioni sul matrimonio e sull’aborto e sui referendum (12 maggio 1974 e 17 maggio 1981). Vicario generale del vescovo mons. Massimo Giustetti.
Direttore del settimanale diocesano in tempi difficili – Nel 1969 mons. Dho è incaricato, quale direttore, di occuparsi de «L’Unione Monregalese» in tempi difficili per il giornale diocesano. Lascia la direzione nel 1973, per venirne incaricato nuovamente nel 1976 al 1981. «E scoprì – scrive don Avagnina – tutti i suoi talenti insospettati nel campo dell’informazione locale, dando un timbro significativo alle pagine del settimanale». Incontra don Franco Peradotto, direttore del settimanale diocesano «La Voce del Popolo» di Torino e gli altri direttori dei settimanali piemontesi. Nell’aprile scorso gli omaggiai il mio ultimo libro sul diaconato. Mi ringraziò: «Anche se non ho ancora letto tutto (i vescovi in pensione grazie a Dio anche se a ritmo rallentato qualche ministero tentano di svolgere!) mi pare che sei riuscito come sempre a rendere al vivo questa bella testimonianza diaconale di un fratello del profondo Sud in anni caldi e fecondi. Sono stato particolarmente interessato alla rievocazione di tanti e cari sacerdoti impegnati generosamente e coraggiosamente nella Chiesa torinese conosciuti e, bontà loro, veri amici. Richiamo in particolare Franco Peradotto. Con lui ho condiviso l’incarico di direttore del settimanale diocesano e poi soprattutto di vicario generale, sempre ammirandone e ricevendone esempio di vita personale e pastorale intelligente e generosa». Vari preti giornalisti sono diventati vescovi in Piemonte o altrove: Vittorio Bernardetto (Ivrea), direttore «Il Risveglio Popolare», vescovo Susa; Sebastiano Dho (Mondovì), a Saluzzo e poi ad Alba; Arrigo Miglio (Ivrea), direttore «Il Risveglio Popolare», vescovo di Iglesias, poi di Ivrea, infine di Cagliari 2012; Giulio Nicolini (Brescia), vicedirettore Sala Stampa vaticana, vescovo Alba e poi di Cremona; Pierfranco Pastore (Novara), caporedattore «Radio Vaticana», vicedirettore Sala Stampa vaticana, vescovo segretario Pontificio Consiglio comunicazioni sociali; Angelo Fausto Vallainc (Aosta), Ufficio Stampa Concilio, direttore Sala Stampa vaticana, vescovo ausiliare di Siena e poi vescovo di Alba; Germano Zaccheo (Novara), condirettore «L’Azione» di Novara, vescovo Casale Monferrato.
I vescovi Miragoli e Pacomio «Lo affidiamo al Buon Pastore» – Vescovo emerito rientra a Mondovì, prima in Seminario e poi all’«Istituto Santa Teresa» a Piazza. Finché la salute lo sorregge, vive con disponibilità e discrezione, condividendo momenti di riflessione, confronto e approfondimento; mettendo a frutto i suoi talenti teologici; sostituendo presbiteri nel ministero pastorale e cooperando per le celebrazioni delle cresime. Con delicatezza, sino alla fine è vicino e presente, presso famiglie con portatori di gravi handicap. Il vescovo Miragoli afferma: «Lo affidiamo riconoscenti alle braccia misericordiose di Gesù Buon Pastore, che ha fedelmente servito nella Chiesa». Il vescovo emerito Luciano Pacomio: «Oltre ai molteplici servizi prima dell’episcopato, è stato poi a Mondovì lunghi anni come vescovo emerito, sempre affabile, pronto per ogni servizio e aiuto, dignitoso di fronte alle sofferenze nelle prove per la salute. Vescovo innamorato del Concilio, abbia la nostra preghiera fiduciosa nel Signore Gesù. Lo unisca a sé nella gioia e nella pace dei giusti e lo renda intercedente per tutte le persone che ha servito ed amato. Maria, Regina del Monte Regale, avvalori la nostra preghiera».