Allarme Movida, il Comune ora punta a spostarla in aree dismesse

Costituita una task force – Con 4 assessori e i presidente di Circoscrizione dei quartieri torinesi presi d’assalto nei week-end dal divertimento notturno

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Spostare la movida notturna in aree industriali dismesse della città o in luoghi lontani dai centri abitati, come il Parco del Valentino.

L’amministrazione Lo Russo ha scelto di mettere sul tavolo una soluzione strutturale per affrontare l’annoso problema dell’invasione notturna, soprattutto nei week-end, di interi quartieri cittadini, in particolare Vanchiglia e San Salvario, con il conseguente degrado e rumore insopportabile per i residenti che ormai da anni trascorrono notti insonni.

La scorsa settimana è partito il confronto tra una task force di assessori, delegati ad occuparsi delle «politiche della notte», e i presidenti delle Circoscrizioni cittadine coinvolte dal problema della movida, la 1 (Centro), la 7 (Vanchiglia) e la 8 (San Salvario).

Per la prima volta la nuova Giunta ha preso in considerazioni la proposta, già da tempo avanzata da Circoscrizioni, comitati di cittadini e associazioni, di individuare dei siti, lontani dalle abitazioni, per offrire la possibilità del divertimento e allo stesso tempo tutelare il diritto al riposo dei residenti.

«Abbiamo tutti constatato», sottolinea Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7, «come le diverse misure messe in atto negli ultimi anni per contenere gli eccessi della movida alla fine si siano rivelate insufficienti: migliaia di giovani di notte, in una piazza posta sotto case abitate, anche se chiacchierano semplicemente, creano rumore e disagio. Siamo quindi soddisfatti che abbia preso avvio un percorso verso una soluzione reale al problema. Non si è parlato di tempistiche, ma monitoreremo affinchè il progetto possa prendere forma in tempi ragionevoli. Certamente dovrà avvenire un confronto condiviso con i comitati, i commercianti e i rappresentanti di categoria».

La squadra di assessori che avrà il compito di portare avanti la «riforma della movida», insieme ai presidenti di Circoscrizione, è composta da Gianna Pentenero, assessore alle Politiche per la sicurezza, Carlotta Salerno, titolare della delega alle Politiche giovanili, Chiara Foglietta, responsabile delle Politiche per l’ambiente, e Paolo Chiavarino, assessore al Commercio.

Il confronto con le Circoscrizioni riguarderà anche le regole per i dehors e quelle relative alla vendita dei prodotti da asporto.

«In primo luogo, per dare risposte immediate all’emergenza della movida», evidenzia Luca Deri, «occorrono maggiori controlli e interventi delle autorità competenti laddove c’è il mancato rispetto delle norme. Per combattere la movida selvaggia in Vanchiglia, come già ribadito più volte, proponiamo di destinare ai dehor dei locali tutta piazza Santa Giulia e via Giulia di Barolo, nel tratto che va da via Bava a corso Regina Margherita, oltre all’area pedonale di via Cesare Balbo, in modo da diminuire le possibilità di assembramento di giovani che occupano la strada con casse di birra, musica, tamburi, per poi iniziare lo sballo con grida, litigi, fuochi d’artificio non autorizzati. In piazza deve essere consentito esclusivamente il consumo al tavolo».

Per il parroco di Santa Giulia, don Gianluca Attanasio, della fraternità di San Carlo, «l’amministrazione comunale ha finalmente preso sul serio l’emergenza della movida costituendo una commissione seria, e iniziando a lavorare sull’idea virtuosa di individuare luoghi alternativi da destinare al divertimento che permettano ai residenti di poter dormire».

Don Gianluca Attanasio, parroco di Santa Giulia

Don Attanasio lo scorso luglio aveva denunciato a  La Voce e il Tempo la condizione del quartiere Vanchiglia ogni sera preso da assalto da migliaia di giovani che si riversano lì per lo svago che spesso eccede nello sballo con atti di vandalismo, oltre a grida, musica a palla e rumore fino all’alba.

«La situazione», prosegue il parroco di Santa Giulia, «è rimasta gravissima fino all’arrivo del freddo con temperature che di notte scendono sotto zero. Ora registriamo una leggera attenuazione. Vediamo, quindi, di buon occhio la nuova proposta che in altre città europee è già in vigore da anni e funziona: a Torino ci sono zone abbandonate al degrado che possono rivivere come luoghi di aggregazione e divertimento, sempre che rimanga sano. I controlli sarebbero anche più semplici».

La parrocchia da sempre è riconosciuta come polo educativo del quartiere attraverso la proposta di molteplici iniziative rivolte sia agli adolescenti che ai numerosi universitari che abitano nella zona, in particolare gli studenti fuori sede. «Tanti ragazzi e famiglie», evidenzia don Attanasio, «trovano nella nostra comunità un luogo dove compiere un percorso positivo di fratellanza, di comunione e apertura agli altri». In particolare la comunità, grazie alla vincita di un bando della Compagnia di San Paolo, sta ristrutturando la palestra dell’oratorio che sarà a servizio dei ragazzi e dei giovani «come punto di speranza per questo quartiere e la città», conclude il parroco.

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