Terza e ultima sessione per l’Assemblea diocesana «’Andate, siate lievito del Regno’. Chiesa che ascolta, discerne e guarda al futuro» sabato 11 settembre. Appuntamento «conclusivo» di un percorso, ma in realtà al tempo stesso nuovo avvio per il cammino della nostra Chiesa torinese. La sessione assembleare articolata in quattro momenti moderati dal Vicario Generale mons. Valter Danna si è aperta con la Lectio Divina a cura di Laura Verrani che alla luce del brano dei discepoli di Emmaus ha indirizzato la riflessione, la lettura dei lavori assembleari in uno spirito di «ripartenza pasquale».
Una ripartenza che gode, come frutto delle precedenti sessioni dell’assemblea e del lavoro durato quasi due anni della apposita Commissione diocesana di un «documento finale» propositivo che è disponibile sul sito diocesano (dove e anche pubblicato il link della registrazione della sessione e altri materiali relativi all’assemblea) e che è stato presentato da due membri della Commissione: suor Sabrina Bona e Fabio Dovis.
Ecco dunque che la sintetizzazione del documento e la riflessione che ne è seguita, proposta dall’Arcivescovo, hanno lasciato spazio ancora un ampio tempo di dibattito a sottolineare che il cammino percorso non può dirsi concluso, ma che i cantieri di lavoro che erano stati individuati e presentati nella seconda sessione, che le relazioni di Franco Garelli e Duilio Albarello che hanno aperto a maggio l’Assemblea non esauriscono, ma stimolano ancora la riflessione per arrivare ad essere «Chiesa in uscita».
«Il documento», viene ribadito, «è concepito come strumento che diventa utile se viene usato». Documento che è focalizzato su due poli – l’annuncio evangelico nell’oggi con il tema centrale della formazione e la necessita di una forma rinnovata della Chiesa sul territorio a tutti i livelli – ma soprattutto che «riassume i contributi di tutti cercando di immaginare la Chiesa del futuro».
Ed è in quel «riassumere» che si coglie lo spirito del lavoro che «è stato un esercizio di sinodalità». E ancora è stato richiamato: «ci piace pensare che questo sia un modo di lavorare che cerca di raggiungere tutti, di raccogliere i contributi di tutti e di mettere a sistema discorsi e dibattito. La parola chiave è stato ascolto, abbiamo provato ad ascoltarci di più». Uno stile e una azione sinodale che collega «come un ponte» la Chiesa torinese nel cammino che Papa Francesco vuole che tutta la Chiesa universale percorra a partire dal prossimo 10 ottobre. Uno stile sperimentato e apprezzato per le tante voci raccolte, per le tante sensibilità, emerse anche nel dibattito della terza sessione, per lo sguardo su un futuro nel quale si vorrebbe una Chiesa sempre più in dialogo e ascolto con il mondo della cultura e con il territorio.
Dall’Arcivescovo ancora numerosi stimoli sul tema della Chiesa in uscita che potranno essere filo conduttore delle future prospettive pastorali con la consapevolezza che «occorre sempre mettere al centro le persone non tanto i programmi. Seguire l’esempio di Gesù e stare in mezzo alla gente con segni concreti di accoglienza, offrendo parole e gesti che penetrino nel cuore». E tra gli altri spunti – senza dimenticare la centralità della famiglia e i giovani – «bisogna essere consapevoli», ha ribadito, «che la Chiesa in uscita fa sprigionare la fantasia della carità, la carità è via privilegiata di missione».