«Cari amici, vi scrivo per invitarvi ad un’iniziativa che ho tanto desiderato: un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”. Con queste parole Papa Francesco ha invitato, lo scorso maggio 2019, giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo ad Assisi nel marzo 2020. Un appuntamento storico che ha chiaro riferimento al Santo di Assisi, esempio per eccellenza della cura degli ultimi della Terra e di una ecologia integrale, ma rimanda anche a Papa Francesco, che fin dall’Evangelii Gaudium e poi nella Laudato si’, ha denunciato lo stato patologico di tanta parte dell’economia mondiale invitando a mettere in atto un modello economico nuovo.
Nella Lettera Enciclica Laudato si’, Papa Francesco sottolinea come oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. Una sfida che non può essere più rimandata: «Carissimi giovani, io so che voi siete capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della Terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che ‘risponda’ e non si volga dall’altra parte». All’appello del Papa, urgente, profetico, hanno risposto migliaia di giovani da oltre 120 Paesi dei cinque continenti. Sono dottorandi di ricerca, studenti, ricercatori e professori. Imprenditori, dirigenti di azienda. Innovatori sociali, responsabili e promotori di progetti e attività al servizio del bene comune. Si occupano di ambiente, risorse naturali, consumo responsabile, stili di vita, produzione, innovazione, lavoro, finanza, sviluppo, povertà, uguaglianza, educazione, intelligenza artificiale, nuove tecnologie. Stanchi di un sistema in cui non si riconoscono, sono portatori di una cultura coraggiosa capace di realizzare altri modi di intendere l’economia e il progresso e vogliono essere parte di un processo di cambiamento globale.
Accanto a Papa Francesco, l’altro Francesco, il poverello d’Assisi. Era figlio di mercanti borghesi, il giovane Francesco, quando decise di mettere fine alle ricchezze mercantili di suo padre per dedicarsi interamente alla sua vita nuova. Quando un carisma fa irruzione nella storia, con esso fa la sua comparsa anche una nuova concezione della ricchezza e della povertà. E il carisma francescano ha operato in questo senso una vera e propria rivoluzione civile ed anche economica. Francesco, infatti scegliendo la povertà operò una rivoluzione culturale che si pone al centro della nascita della moderna economia di mercato, che non sarebbe come noi la conosciamo senza la scuola economica e le opere francescane.
Ma la scelta dei francescani di vivere in «altissima povertà», cioè «senza nulla possedere», rappresenta ancora una grande profezia per l’economia di oggi, perché dice almeno due cose fondamentali. La prima: nessuna economia funziona se prima delle merci non sappiamo vedere i ‘beni’, cioè quelle realtà che hanno valore non solo perché hanno un prezzo; e in un mondo come il nostro dove tutti i beni stanno diventando merci, l’oikonomia di Francesco è sempre più necessaria. La seconda: il principio economico funziona se poggia sul principio di gratuità, perché possiamo vendere e comprare, scambiare e fare profitti, se prima riconosciamo una legge di gratuità che fonda la vita di tutti, se sappiamo vedere il valore delle cose infinitamente più grande del loro prezzo.
Nel nostro mondo continua ad esserci un infinito bisogno di gratuità, di fraternità. Papa Francesco lo sa molto bene e affida ai giovani la costruzione di una nuova economia: l’economia di Francesco. «Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita», continua Francesco nel suo messaggio. «Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale».
«The Economy of Francesco» sarà dunque un incontro internazionale con un grande protagonismo dei giovani sul fronte dell’economia. Un gruppo di giovani economisti e imprenditori è al lavoro per la preparazione del programma insieme ad un Comitato scientifico internazionale coordinato dall’economista Luigino Bruni, professore ordinario alla Lumsa: «L’idea di Papa Francesco è che i giovani non sono il futuro ma sono il presente. Ecco perché ad Assisi ci sarà un grande protagonismo del pensiero e delle prassi dei giovani, che diranno la loro idea sul mondo, perché lo stanno già cambiando, sul fronte dell’ecologia, dell’economia, dello sviluppo, della povertà. ‘The Economy of Francesco’ è un processo che è cominciato già in questi mesi, avrà un momento importante a marzo ad Assisi e poi andrà avanti. Sulle orme e nei luoghi di san Francesco, ci domanderemo cosa significa costruire un’economia nuova e chi sono gli ‘ultimi’ di oggi». Economisti e imprenditori di fama internazionale accompagneranno i giovani a vivere e costruire questa esperienza nei giorni dell’evento, anche attraverso sessioni interattive e colloqui personali, approfondimento di storie ed esperienze.
Fra i primi a rispondere all’appello del Papa, Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese, ideatore e realizzatore del microcredito moderno e Nobel per la pace: «’The Economy of Francesco’ è un esempio che può ispirare persone in tutto il mondo, riguarda il modo in cui la vita, per i poveri, può essere cambiata. Dobbiamo capire che la povertà è creata dal sistema economico che abbiamo costruito. Perciò il sistema va orientato, perché sta producendo povertà a dismisura, ogni giorno […]. Di questo discuteremo nel prossimo marzo, di come ridisegnare il sistema e di quale ruolo possono avere i giovani. I ragazzi hanno un enorme potere, grandi capacità e incredibili strumenti tecnologici fra le mani. Se fissano un obiettivo, possono cambiare il mondo molto rapidamente. È ciò che Papa Francesco sta provando a fare: riunire i giovani, lanciare loro la sfida del cambiamento perché il nostro mondo sta affondando, sta soffrendo e va ripensato».
Anche per Jeffrey Sachs, economista e saggista statunitense e direttore dell’Earth Institute alla Columbia University, «The Economy of Francesco» è «un evento davvero incredibile, un evento per dare vita a una nuova economia globale che sia equa, prospera e sostenibile sotto il profilo ambientale. Il lavoro che verrà fatto ad Assisi sarà rivoluzionario, stimolante per tutto il mondo e costruttivo per le future generazioni. I giovani stanno urlando ‘vogliamo un cambiamento’, scioperano per la salvezza del clima, dicono ‘il nostro mondo non può continuare a essere maltrattato’ come adesso. Vogliamo pace, cooperazione, sostenibilità ambientale, giustizia. I ragazzi di tutto il mondo stanno dicendo che la ‘Economy of Francesco’ mostrerà, attraverso dibattiti e decisioni, come tutto ciò può essere realizzato».
«The Economy of Francesco» si concluderà con il momento in cui i giovani stringeranno un patto solenne con Papa Francesco, assicurando il proprio impegno per cambiare l’economia: «Per questo desidero incontrarvi ad Assisi, per promuovere insieme, attraverso un patto comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi. Invito ciascuno di voi ad essere protagonista di questo patto, facendosi carico di un impegno individuale e collettivo per coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio». Appuntamento ad Assisi, dal 26 al 28 marzo, con «The Economy of Francesco. I giovani, un patto, il futuro».