Assurdo a Bra, Abet Laminati crescerà mentre licenzia

Vicenda simbolo –  C’è stupore a Bra per la notizia di 112 esuberi nello stabilimento Abet Laminati, una delle colonne portanti dell’economia locale: è il Il caso di un’industria sana che investe ma annuncia licenziamenti, con l’apertura di una procedura di mobilità

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C’è stupore a Bra e molta apprensione per la notizia di 112 licenziamenti nello stabilimento Abet Laminati, una delle colonne portanti dell’economia locale. La storica azienda di laminati plastici ha presentato nei giorni scorsi un piano industriale che a molti pare assurdo: prevede importanti investimenti (in particolare la costruzione di un nuovo capannone industriale, per una nuova linea di produzione), ma nello stesso tempo annuncia i licenziamenti, con l’apertura di una procedura di mobilità.

Il taglio del personale, se confermato, avrà grave impatto sociale: sarà colpito il 20% della forza lavoro dello stabilimento braidese, che impiega 600 lavoratori. La notizia dei licenziamenti arriva inatteso, perché tutti a Bra ritenevano che le fasi più dure della crisi economica fossero ormai alle spalle. «Nonostante i successi ottenuti – si è giustificata l’azienda – l’accresciuta competitività internazionale e la presenza di nuovi concorrenti operanti in paesi a basso costo produttivo rendono necessaria una riorganizzazione ed una riduzione dei costi aziendali per sostenere il rilancio».

L’annuncio dei tagli è stato ovviamente respinto con decisione dalle sigle sindacali. In particolare, i segretari Cisl Aldo Pellegrino, Cgil Enrico Cabutto e Uil Ugo Bigongiari contestano la proposta di esternalizzare alcuni servizi interni all’azienda. «Non ci sono state fornite valide ragioni per aprire la procedura di mobilità per questi 112 lavoratori».

Immediata è stata anche la protesta dei lavoratori: dopo 8 ore di sciopero tenuto giovedì 31 gennaio, con la presenza di un presidio di lavoratori fuori dai cancelli di strada Falchetto, si tiene questa settimana una serie di mini-scioperi di un’ora e mezza ciascuno, da mettere in pratica a singhiozzo nei vari reparti della ditta.

A portare solidarietà ai lavoratori in viale Industria sono arrivati il sindaco Bruna Sibille e diversi componenti della Giunta municipale. «Fermo restando il massimo rispetto per le relazioni industriali e per il confronto tra azienda e forze sindacali – hanno detto – la città di Bra si schiera nettamente al fianco dei lavoratori che, con questa prima, partecipata e compatta iniziativa, hanno espresso tutta la loro contrarietà e preoccupazione».

Preoccupazione viene espressa anche dal clero braidese: «I timori sono elevati – commenta don Giorgio Garrone – anche perché al momento non si intravvedono grandi prospettive per una conclusione positiva della vicenda. I tagli annunciati colpirebbero 112 famiglie di lavoratori impiegati in un’azienda che tutti pensavamo avesse oramai superato i momenti più difficili».

La settimana scorsa si è tenuto un primo incontro tra la dirigenza e i rappresentanti sindacali. Un appuntamento nel quale le parti hanno mosso i primi passi in avanti, ma che si è concluso con gli interlocutori ben lontani da un accordo. L’amministratore delegato dell’Abet Ettore Bandieri si è detto «assolutamente aperto ad un confronto che sia costruttivo», mentre i sindacati, pur riconoscendo l’importanza degli investimenti annunciati, continuano a non accettare l’ipotesi di terziarizzare alcuni settori. Ulteriori riunioni sono previste per il 14 e il 20 febbraio. E mentre azienda e sindacati discutono, la città aspetta con il fiato sospeso.

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