«Sono vicino alla comunità cattolica di Nizza, in lutto per l’attacco che ha seminato morte in un luogo di preghiera e di consolazione. Prego per le vittime, per le loro famiglie e per l’amato popolo francese, perché possa reagire al male con il bene». Con un messaggio in nove lingue sul profilo @Pontifex, Papa Francesco si unisce alla popolazione francese sconvolta dall’attentato del 29 ottobre 2020: nella basilica Notre-Dame de l’Assomption di Nizza un uomo armato di coltello uccide tre persone al grido di «Allah Akbar», tra cui una donna anziana, decapitata. Una nota di Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa vaticana, riferisce: «Il Papa è informato della situazione ed è vicino alla comunità cattolica in lutto. Prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene».
ANCHE I MUSULMANI CONDANNANO L’ATTACCO – L’attentato – prosegue la Santa Sede – «ha seminato morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore. È un momento di dolore, in un tempo di confusione. Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati». Parole che riecheggiano quelle espresse il 20 ottobre dai capi delle religioni mondiali nell’incontro organizzato da Sant’Egidio in Campidoglio con papa Francesco. Richiamano l’enciclica «Fratelli tutti» e il Documento di Abu Dhabi del 2019; deplorano ogni forma di violenza, soprattutto se compiuta in nome di Dio. Mohamed Abdelsalam, segretario generale del Comitato superiore della «Fraternità umana», condanna la barbara uccisione dell’insegnante Samuel Paty per mano di un estremista islamico: «Dissocio me stesso e i precetti della religione islamica e gli insegnamenti del profeta Maometto da questo peccaminoso atto criminale e da tutti coloro che perseguono questa ideologia perversa e falsa». I Musulmani di Francia si dicono «inorriditi da questo nuovo attacco abietto che ci fa sprofondare in uno stato di soggezione e di stupore. Non accetteremo mai alcuna violenza commessa in nome dell’Islam».
I VESCOVI: «FERMARE QUESTA CANCRENA» – Ogni vescovo francese esprime dolore nel proprio profilo di Twitter. Insieme invitano le chiese a suonare le campane a morto e i fedeli a pregare per le vittime. «I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime, ai feriti, alle loro famiglie e ai loro cari. È perché si trovavano nella basilica che queste persone sono state aggredite, assassinate. Erano un simbolo da distruggere. Questo terrorismo ha lo scopo di provocare angoscia in tutta la società. È urgente che questa cancrena sia fermata, come è urgente che ritroviamo l’indispensabile fraternità che ci terrà tutti in piedi di fronte a queste minacce. Nonostante il dolore, i cattolici rifiutano di cedere alla paura e, insieme a tutta la Nazione, vogliono affrontare questa minaccia infida e cieca». Mons. André Marceau, vescovo di Nizza, confida: «La mia tristezza è infinita come essere umano di fronte a ciò che altri esseri, chiamati umani, possono fare. Che lo spirito di perdono di Cristo prevalga di fronte a questi atti barbari».
JACQUES HAMEL PRETE SGOZZATO NEL 2016 – «Rompi la croce, break the cross»: la copertina mostrava un estremista del sedicente Stato Islamico che, bandiera del Califfato in spalla, sul tetto di una chiesa spezza una croce. Papa Francesco è indicato come «il nemico». Pagine intrise di odio e orrore della rivista mensile della «guerra santa» che proclama: «Tra questa pubblicazione e il prossimo massacro che verrà eseguito contro di loro dai soldati nascosti del Califfato, i crociati possono leggere perché i musulmani li odiano e li combattono». I musulmani estremisti odiano e combattono i cristiani in una guerra totale e senza quartiere. Jacques Hamel è stato il primo prete sgozzato in nome di Allah in terra europea dopo secoli. La mattina del 26 luglio 2016 questo prete di 86 anni celebrava Messa nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray presso Rouen in Normandia ed è stato sgozzato da due sicari giovanissimi, estremisti che avevano giurato fedeltà allo Stato islamico. Fa inorridire la veemenza dell’attacco contro il Papa. La paziente opera di dialogo con l’Islam moderato portata avanti dalla Chiesa infastidisce gli estremisti. Francesco è sotto attacco perché predica la pace e la solidarietà, la misericordia e il perdono. Anche lo sceicco Ahmad Muhammad Al-Tayyib, grande imam di Al-Azhar, l’università musulmana del Cairo, la più autorevole istituzione accademica dell’Islam sunnita, è bollato come «apostata».
PERCHÉ ODIANO E ATTACCANO I CRISTIANI? «Vi odiamo, prima di tutto e soprattutto, perché siete miscredenti e rifiutate l’unicità di Allah. Vi odiamo perché le vostre società secolari e liberali permettono le cose che Allah ha proibito». La persecuzione globale contro i cristiani conosce una recrudescenza inaudita. I cristiani «amano tutti e da tutti sono perseguitati», afferma la «Lettera a Diogneto», testo scritto da un anonimo in greco antico nel II secolo: «I cristiani sono nel mondo ma non del mondo». Papa Francesco: «Ieri come oggi, compaiono le tenebre del rifiuto della vita, ma brilla ancora più forte la luce dell’amore, che vince l’odio e inaugura un mondo nuovo». Di alcuni preti sequestrati dagli islamici, non si hanno più notizie: tre sacerdoti congolesi Agostiniani dell’Assunzione, sequestrati nella Repubblica democratica del Congo nell’ottobre 2012; il gesuita italiano Paolo Dall’Oglio rapito nel 2013; il francescano Dhya Azziz sequestrato i l23 dicembre 2015. E poi tanti soffiano sul fuoco: il «sultano» Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia, che con notevole faccia tosta dichiara: «L’Occidente e la Francia trattano gli islamici come i nazisti trattarono gli ebrei». La Francia con il suo presidente Emmanuel Macron che continuano a predicare un inesistente «diritto alla bestemmia» in nome di una libertà che insulta i sentimenti religiosi dei musulmani.