L’inchiesta de La Voce e il Tempo sul degrado, la crescente criminalità e l’abbandono in cui versa tutta la periferia Nord di Torino, e in particolare il quartiere Barriera di Milano, è arrivata sulle scrivanie della Giunta della Regione Piemonte. I diversi assessorati, a cominciare dal presidente Alberto Cirio, si sono stupiti della gravità delle dichiarazioni rilasciate dai parroci intervistati che hanno fotografato una situazione di gran lunga degenerata nell’ultimo anno (c.f.r. La Voce e il Tempo di domenica 19/09/2021, pp. 2-3).
Si tratta della «città invisibile», invocata spesso dall’Arcivescovo Nosiglia, contrapposta alla «città dei garantiti» che galleggia mentre l’altra affonda.
L’assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino, ha dunque convocato lo scorso mercoledì 29 settembre don Stefano Votta, parroco di Maria Regina della Pace in corso Giulio Cesare, che si è presentato all’incontro insieme ad alcuni parroci di Barriera di Milano: don Stefano Cheula, moderatore dell’Unità pastorale 14 e parroco di Gesù Crocifisso e Madonna delle Lacrime in borgo Aurora, padre Nicholas Muthoka, missionario della Consolata, alla guida di Maria Speranza Nostra (via Chatillon), e don Andrea Bisacchi, della fraternità del Sermig, parroco di San Gioacchino in corso Giulio Cesare.
Si è dunque avviato un Tavolo di confronto sulla condizione di marginalità e degrado in Barriera.
«Prima di tutto l’assessore e i funzionari dell’assessorato», racconta don Votta, «si sono messi in ascolto di tutti i parroci presenti chiedendo conferma di ciò che avevano letto su La Voce e il Tempo. Abbiamo ribadito come il quartiere sia ormai ‘terra di nessuno’. Assistiamo a spaccio di droga a cielo aperto in pieno giorno, a risse frequenti fra bande insieme a tutti i problemi delle periferie, dalla mancanza di un’integrazione reale, al lavoro che non c’è, alla solitudine per gli anziani, alla povertà che aumenta lasciando spazio alla criminalità».
Ma il problema più grave è quello di una mancata integrazione ed inclusione di tutte le persone di diversa nazionalità che vivono nel quartiere: da lì parte il disagio che si trasforma in violenza in un contesto di degrado e abbandono sotto gli occhi di tutti.
La Regione ha dunque garantito la prosecuzione di un tavolo permanente con le parrocchie che dovrà fare da ponte con la nuova amministrazione comunale.
L’assessore Caucino si è poi impegnata all’erogazione di un bando regionale rivolto ai quartieri nel disagio delle città piemontesi per interventi di educativa di strada a favore delle famiglie, in particolare attraverso la figura del mediatore culturale. Un sostegno dunque anche alle numerose associazioni, fra cui le parrocchie, impegnate a tutto campo per l’inclusione.
«Qualcosa c’è già», evidenzia don Votta, «alcuni corsi di italiano, ma non sono sufficienti: è necessario mettersi in rete per affrontare il problema dalla radice. Siamo stati abbandonati, qui le istituzioni sono assenti. Ci auguriamo dunque che con la nuova amministrazione comunale si verifichi un cambio di rotta. Ringraziamo la Regione per la pronta risposta che ci dà fiducia perché solo lavorando insieme è possibile ridare vita ai nostri quartieri, ricchi di potenzialità».