Bertola Srl, da 75 anni al servizio del bene comune

Economia di Comunione – Ha compiuto 75 anni l’azienda Bertola srl di Marene (Cn), che si occupa di cromatura e di trattamenti galvanici e che ha aderito ai principi dell’Economia di Comunione, ideata da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focalari

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Arrivare alla terza generazione di imprenditori attivi in una “piccola-media impresa” è un traguardo significativo in una situazione economica come l’attuale, soprattutto in un territorio come quello piemontese e per un’azienda manifatturiera. Questo accade a Marene, comune in provincia di Cuneo, ma appartenente alla diocesi di Torino, che è situato quasi all’inizio della pianura padana, dove la Bertola srl, che si occupa di cromatura e di trattamenti galvanici, vede oggi impegnati il figlio e i nipoti del fondatore.

Lo scorso 12 febbraio, infatti, la società è arrivata al settantacinquesimo anniversario della sua fondazione. Questa notizia, di per sé già significativa, è accompagnata da un’altra ancora più inusuale, in considerazione delle difficoltà che tante imprese oggi attraversano: nel 2020 il suo fatturato è aumentato del cinquanta per cento e il suo personale del 70: “Alcuni anni fa – racconta Livio Bertola, l’attuale presidente, figlio di uno dei tre fratelli fondatori – abbiamo perso un importante cliente, ma abbiamo deciso di non ridurre i nostri dipendenti e di continuare a credere nel nostro lavoro. E’ stato uno sforzo che, nel medio termine, è stato premiato, in quanto, proprio l’anno scorso, all’inizio della pandemia, abbiamo ricevuto alcune nuove ed importanti commesse che ci hanno addirittura “obbligato” ad assumere altro personale e ci hanno procurato anche una notevole crescita del nostro giro d’affari.

Pensiamo che questo fatto si sia verificato per la qualità del nostro lavoro, che non si basa solo sull’efficienza tecnica e sull’attenzione ambientale, ma anche sulla nostra precisa filosofia aziendale. Noi non crediamo nella logica del semplice profitto a tutti i costi, volto al proprio ed esclusivo benessere da raggiungere in qualunque modo, ma cerchiamo un rapporto di positività con i nostri dipendenti, con i quali vogliamo crescere insieme in una cultura del vicendevole “dare”. Non si tratta di una nostra filantropia, ma di una precisa scelta che stimola la loro reciprocità e, quindi, porta ad una migliore condizione lavorativa e, conseguentemente, a migliori risultati. Spesso, nelle assunzioni, ci siamo indirizzati verso persone bisognose, talvolta emarginate, scartate come direbbe Papa Francesco, magari da formare, ma di buona volontà: normalmente il nostro sforzo di inclusione viene riconosciuto e si raggiungono nuovi importanti traguardi”.

Queste scelte non dipendono solo da quanto imparato da suo padre Antonio che, da buon imprenditore piemontese “vecchio stampo”, fin dall’inizio della sua attività ha sempre cercato di contribuire allo sviluppo del suo territorio di origine, ma anche dall’adesione di Bertola ai principi dell’Economia di Comunione. L’EdC, come spesso viene abbreviata, ha le sue origini agli inizi degli anni ’90 dello scorso secolo, quando Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, cogliendo le enormi diseguaglianze che ancora oggi sono presenti in Brasile, nazione che stava visitando, si adoperò a promuovere un modello economico basato sull’aiuto reciproco. Nacque così una proposta di un’economia che, collegata a quella civile, si allontana da quella capitalistica del solo profitto e mette al centro la persona, la fraternità e una certa condivisione degli utili: la cultura del “dare”, appunto. L’adesione a questo progetto ha portato Livio Bertola ad essere uno degli animatori dell’AIPEC. (Associazione imprenditori per un’economia di comunione), che è un’organizzazione che riunisce imprenditori, professionisti, aziende e lavoratori che intendono porre, come valore aggiunto del proprio modo di lavorare, la cultura del dare.

Tra i suoi associati troviamo anche Carlin Petrini, Ernesto Olivero e gli economisti Stefano Zamagni,  Luigino Bruni e suor Alessandra Smerilli. Il loro punto di partenza sono state le parole della Lubich: “Diamo sempre; diamo un sorriso, una comprensione, un perdono, un ascolto; diamo la nostra intelligenza, la nostra volontà, la nostra disponibilità; diamo le nostre esperienze, le capacità. Dare: sia questa la parola che non può darci tregua”. La stessa Chiara Lubich che, nel giugno del 2002, fu insignita anche della cittadinanza onoraria di Marene.

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