Burkina Faso, Lvia mobilitata per le cure sanitarie

Pianeta Ong – Lvia, presente nel Paese da molti decenni e per questo riconosciuta dalla popolazione, continua una presenza nelle zone di conflitto per fornire assistenza sanitaria e lotta alla malnutrizione

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Foto Lvia

Il Burkina Faso è uno dei paesi africani più tormentati dall’instabilità ma anche uno di quelli che nella sua storia hanno maggiormente aperto le prospettive alla speranza.  È dal Burkina Faso, infatti, che Thomas Sankara tenta coraggiose innovazioni. Il suo Governo promuove l’alfabetizzazione universale, la riforma agraria e una nuova attenzione per le donne, vietando matrimoni forzati e poligamia e organizzando le prime campagne contro l’infibulazione.

Avvia il primo programma di sostenibilità ambientale e lancia l’appello per la cancellazione del debito estero. Sankara accende un sogno, che ispira tuttora oltre i confini del suo Paese. Ma viene ucciso nel 1987, quattro anni dopo essersi insediato, da Blaise Compaoré, fino ad allora suo braccio destro. Compaoré, che verrà condannato solo nel 2022, governa il Paese per 27 anni in una democrazia guidata e si ritira solo nel 2014, di fronte alla folla inferocita che vuole finalmente elezioni vere.

Il nuovo meccanismo democratico si afferma con difficoltà, ma porta per due volte Marc Kaboré, un civile, alla presidenza. Le nuove speranze però devono fare i conti con la penetrazione del terrorismo islamico.  Le violenze si diffondono con razzie e uccisioni. Le strutture pubbliche periferiche vengono in parte distrutte. Molti abbandonano i villaggi. Diverse aree diventano inaccessibili. Nel gennaio 2022 un colpo di stato militare depone Kaboré, accusato di debolezza. Nel settembre ne segue un altro e il Paese torna nel caos.

È in questo contesto che Lvia, presente nel Paese da molti decenni e per questo riconosciuta dalla popolazione, continua una presenza nelle zone di conflitto per fornire assistenza sanitaria e lotta alla malnutrizione.

Nella zona dell’Oudalain, insieme a Coopi e al Crus, il Consiglio Regionale delle Unioni del Sahel, e col finanziamento di Echo, il programma Eu per le emergenze, e di Celim Bergamo, Lvia assicura il funzionamento di 80 presidi sanitari da lei stessa attivati all’inizio della crisi per far fronte alla chiusura dei centri di salute comunitari. Il personale medico ed infermieristico si reca regolarmente nella zona, da cui molti sono fuggiti, ma in cui sono arrivati nuovi sfollati. L’intervento sostiene il Distretto Sanitario, permettendo accesso alle cure, vaccinazioni e monitoraggio delle condizioni nutritive dei bambini che vivono nella zona.

Durante il 2022 più di 131.000 persone, di cui più di 73.000 bambini, sono state visitate. Circa 700 bambini affetti da malnutrizione acuta sono stati seguiti dagli agenti di salute comunitari del progetto. Le mamme sono coinvolte non solo come beneficiarie: misurano e registrano il perimetro brachiale dei loro figli, per controllarne la nutrizione, e con la formazione ricevuta migliorano la loro alimentazione. Grazie a queste azioni, dall’inizio del progetto la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è diminuita dal 17 all’11%.

Anche in questo caso, crescono testardi semi di dignità.

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