L’inaugurazione di una Media paritaria nella periferia della città, quando le scuole cattoliche hanno fatica a stare in piedi, è già di per sé un avvenimento. Se poi accanto all’avvio ufficiale di una scuola (in un istituto che ospita già materna e primaria con oltre 500 allievi) si aprono 4 alloggi, che da fine ottobre potranno ospitare fino a 16 persone sfrattate, la giornata è davvero speciale: tutto è accaduto martedì 2 ottobre, non a caso nella festa liturgica degli Angeli Custodi, nella parrocchia di san Giuseppe Cafasso in corso Grossetto, Borgo Vittoria, periferia nord di case popolari, anziani soli, immigrazione e famiglie che devono fare i conti con carenza di lavoro. «Il Centro della periferia» la definisce il parroco, don Angelo Zucchi, motore e catalizzatore di tutte le attività che stanno facendo di questa parrocchia una comunità «dove la cultura del dono» è lo stile che la caratterizza. Tanto che, l’Arcivescovo, intervenuto alla doppia inaugurazione ha detto che «il modello del Cafasso, comunità dove la ‘prima carità è l’educazione perché qui si integrano scuola, comunità cristiana, oratorio, mensa per chi è in difficoltà ed ora anche una residenza temporanea per persone senza casa, è un segno che stimola tutta la diocesi e la città».
Un esempio di collaborazione e sinergia con il territorio e il volontariato testimoniato dalle presenze all’inaugurazione della sezione della Scuola secondaria di Primo grado: oltre all’Arcivescovo, ha partecipato suor Angela Pozzoli, anima storica dei Gruppi di Volontariato vincenziano che ha evidenziato come l’esperienza del Cafasso sia «unica in città poiché gli allievi della scuola qui possono sperimentare fin da piccoli l’attenzione a chi fa più fatica». E poi, tra gli altri, Roberto Gontero, già presidente dell’Agesc, in rappresentanza dell’Associazione genitori delle scuole cattoliche e l’assessore all’Istruzione e Lavoro della Regione, Gianna Pentenero che ha precisato «come una scuola paritaria in Barriera sia in controtendenza e come sia necessario che le Istituzioni sostengano le famiglie nella scelta della scuola «comunità educante per eccellenza». La nuova sezione, spiega Simona Beschin, coordinatrice didattica dell’Istituto Cafasso, «è partita con 27 alunni per la maggior parte allievi della nostra Primaria e 4 ragazzini esterni che abitano nella periferia nord o nella prima cintura di Torino e per il prossimo anno abbiamo già una lunga lista d’attesa».
Dopo il taglio del nastro della Media, don Zucchi ha accompagnato i tanti intervenuti nel cortile della parrocchia per l’inaugurazione dell’Housing sociale. È seguita la presentazione del progetto con mons. Nosiglia, l’assessore alle politiche sociali del Comune Sonia Schellino, Pier Luigi Dovis direttore della Caritas diocesana, Marzia Sica della Compagnia di San Paolo che sostiene economicamente il progetto (insieme a Spazio, la concessionaria d’auto nella vicina in via Ala di Stura) e Silvio Magliano responsabile del Centro Servizi per il volontariato.
«Nella Domus Caritatis ci sono 4 alloggi nuovi» ha introdotto don Zucchi «si tratta di un housing sociale per accoglienza temporanea di nuclei famigliari e singoli sottoposti a sfratto esecutivo in cui verrà coinvolta tutta la comunità parrocchiale». La titolarità dell’iniziativa è della parrocchia che offre gli spazi, mentre il coordinamento è a cura di Progetto Sis.Te.R. (Sistemazione Temporanea Residenziale) un progetto della Caritas diocesana, nato nel 2013 in collaborazione con Comune e la Cooperativa Synergica «per venire incontro a famiglie e singoli sfrattati (già inseriti nel percorso della assegnazione di casa) per alcuni mesi con un alloggio di passaggio» ha spiegato Pier Luigi Dovis. «Il principale elemento di innovatività di questo progetto è nella sinergia tra istituzioni, fondazioni bancarie, volontariato, enti religiosi e del terzo settore e benefattori privati. Compito della Caritas, che non può occuparsi materialmente di tutte le emergenze della diocesi, è quello di suscitare responsabilità di chi decide – come la comunità del Cafasso – di dedicare spazi e risorse all’accoglienza di chi è in difficoltà: chi rimane senza casa oltre all’urgenza di un tetto ha bisogno di sentirsi accolto in una comunità come accade qui, di far parte di un corpo e di avere anche la possibilità di sentirsi utile per restituire in qualche modo ciò che ha ricevuto. Per uscire dalla logica dell’assistenzialismo occorre ‘fare con i poveri’ e non solo ‘a favore dei poveri’ per sostenere chi ha bisogno in un percorso di autonomia». È l’esperienza di Marco – che il parroco ha invitato durante la presentazione della Domus Caritatis a portare la sua testimonianza a nome delle persone in difficoltà accolte dalla comunità. «Ho perso la casa e il lavoro e ho bussato alle porte del Cafasso come tanti nelle mie condizioni. Ho ricevuto pacchi viveri e un piatto caldo alla ‘MensaAmica’ della parrocchia. Sono stato accolto in un alloggetto messo a disposizione da don Angelo. Mi sono sentito a casa e mi sono rialzato perché sono stato accolto da una famiglia. E adesso cerco di restituire alla comunità ciò che ho ricevuto.». Marco, che di mestiere fa il falegname, ha trovato lavoro e ha messo a disposizione della parrocchia le sue competenze per i lavori di completamento della Domus Caritatis. Ecco i frutti dell’educazione alla carità circolare.