Era il 6 dicembre 1959 quando Piercarlo Merlone, 25enne con la passione della fotografia, girò con la sua piccola cinepresa otto millimetri un filmato in occasione dell’inaugurazione della Chiesa grande della sua parrocchia, intitolata a San Giuseppe Cafasso, in corso Grosseto, Borgo Vittoria. E venerdì 6 dicembre 2019, a 60 anni da quella storica giornata, il filmato che il figlio di Piercarlo ha riversato in un file, è stato proiettato durante una serata in cui la comunità parrocchiale di oggi ha ripercorso le tappe della storia di accoglienza che caratterizza da sempre il Cafasso, «Centro della periferia». Accoglienza, 60 anni fa con l’allora parroco don Andrea Affricano, delle ondate migratorie dal Veneto e dal Meridione in cerca di una vita migliore, di lavoro, di una casa. Accoglienza oggi, con l’ultimo parroco successore di don Affricano, don Angelo Zucchi, delle nuove famiglie che dal Mediterraneo arrivano in Italia per dare futuro ai propri figli. Non a caso in questa parrocchia è ospitata l’unica comunità ecumenica africana della diocesi (nella foto).
E nel filmato di Piercarlo Merlone, che ha chiuso con un’emozione forte la serata storica con la presentazione della mostra fotografica e del libro “Dalle radici ai frutti” di Valter Rodriguez che ripercorrono le tappe del cammino di questa porzione di città oggi stravolta dai cantieri del passante ferroviario, rivivono i momenti solenni dell’inaugurazione della Chiesa con l’allora Arcivescovo di Torino il card. Maurilio Fossati, don Affricano, i parroci della zona, i parrocchiani. Un tuffo nella storia in bianco e nero lungo sette minuti che, come ha ricordato l’autore, oggi ultraottantenne e sempre attivo parrocchiano, ci riportano le immagini della realizzazione di un sogno, «quello del nostro parroco di allora, don Affricano: costruire la nuova Chiesa, grande, spaziosa per accogliere i nuovi parrocchiani venuti ad abitare dalla vicina Barriera di Milano nelle nuove case Fiat. Erano tempi di speranze, di ripresa. Sulla scalinata della Chiesa attendiamo tutti il card. Fossati: anziani, famiglie, bambini paggetti e chierichetti».

E tra i parrocchiani di oggi, mentre scorrono le immagini, qualcuno tra i più anziani si riconosce; tra i meno anziani c’è anche un paggetto di allora che emozionato si identifica: “Quel bambino sono io, 60 anni fa!”. Così, grazie alla memoria fissata nel video di Piercarlo, testimone di quella giornata storica e restituita alla parrocchia anche con le foto e gli appunti di don Affricano esposti nella mostra allestita nella Chiesa piccola, la serata ha arricchito le celebrazioni di oggi: una settimana iniziata i l1° dicembre e culminata domenica 8 con la solenne concelebrazione con l’Arcivescovo Nosiglia e i sacerdoti che si sono avvicendati al Cafasso in questi primi 60 anni. «Forte della vivacità del suo passato» come sottolinea don Zucchi «la storia di questa comunità, che da sempre accoglie, continua».
