«Una grande primavera per il Mediterraneo». È l’auspicio del card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, in vista del grande meeting «Mediterraneo, frontiera di pace», che porterà a Bari, dal 19 al 23 febbraio, per iniziativa della Cei, i vescovi e i patriarchi di diciannove Paesi affacciati sul grande mare, in rappresentanza di Europa, Asia e Africa.
L’incontro sarà l’occasione per riflettere e prendere coscienza della crisi che interessa quest’area, dal Maghreb al Medio Oriente, ma anche per ascoltare le risposte che vengono dalle comunità cristiane e dalle Chiese da sempre in prima linea a fianco della popolazione che soffre per le guerre, la povertà, le discriminazioni. Tra i temi in discussione la libertà religiosa, le disuguaglianze, i diritti, la crisi umanitaria dei migranti. A fare da bussola, il «Documento sulla fratellanza umana», firmato un anno fa, il 4 febbraio 2019, da Papa Francesco e il Grande imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi. Una pietra miliare nei rapporti tra cristianesimo e islam, che indica la cultura del dialogo e della collaborazione come strada comune per raggiungere insieme la giustizia e la pace, garantendo diritti umani e libertà religiosa.
«Sono grato alla Cei per questa iniziativa», ha detto il card. Sandri, «che coinvolge tanti pastori delle nostre Chiese cattoliche orientali. Lo scopo è quello di vivere un tempo sinodale per prendere coscienza della grandezza dei problemi che l’area mediterranea si trova ad affrontare, in particolare la crisi umanitaria dei migranti». Da qui l’auspicio che «il Mare Nostrum non sia un muro, ma un ponte» tra le religioni. «Come cristiani, come Chiese cattoliche, siamo chiamati ad agire per venire incontro ai fratelli delle altre religioni».
«Il mondo nuovo che vogliamo», ha aggiunto il Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, «non è fondato sulla divisione e sulla separazione, ma sull’unità e sulla fratellanza».