Cardinal Sako, “l’Iraq ha bisogno dei cristiani”

Intervista – Parla il patriarca di Babilonia dei caldei, intervenuto al convegno internazionale sul futuro delle minoranze religiose organizzato a Torino dal centro Federico Peirone. La sconfitta dell’Isis e la lotta al terrorismo islamico

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«A Baghdad la situazione è migliorata per tutti gli iracheni, non solo per i cristiani, ci sono meno attacchi e attentati. È aumentata la sicurezza in tutto il Paese. Gli episodi di ostilità riguardano soprattutto sunniti e sciiti che si scontrano tra loro nei vari quartieri della capitale. È una lotta per il denaro e per guadagnare potere». È moderatamente ottimista sul futuro dell’Iraq il Patriarca di Baghdad cardinale Mar Louis Sako intervenuto lunedì 12 novembre a Torino al convegno internazionale di studi «La fine del Medio Oriente e il destino delle minoranze» promosso dal Centro Federico Peirone. Patriarca di Babilonia dei Caldei dal 2013, Louis Sako è cardinale dal giugno 2018.

Cardinale Sako, ora l’obiettivo è la creazione di un ministero per le Minoranze…

Guardo con fiducia al nuovo governo uscito dalle urne il 12 maggio scorso. Il nuovo Presidente iracheno, Barham Salih, curdo come vuole la Costituzione, è un laico ed è un uomo molto aperto e disponibile al dialogo, così come il nuovo premier sciita. Dei 329 deputati, che compongono il Parlamento, 290 sono nuovi e anche questo è un segno di speranza per noi cristiani. Ci saranno un ministro cristiano e cinque deputati (la quota assegnata ai cristiani in Parlamento, ndr).  I partiti cristiani sono otto in mezzo a centinaia di partiti musulmani. Siamo pochi, un piccolo gregge, ma voglio dire ai cristiani di non aver paura. Con i musulmani abbiamo un buon dialogo interreligioso sia a Baghdad, che in altre città, il miglior antidoto contro l’estremismo.

Cosa possono fare i cristiani per il futuro dell’Iraq?

Possono svolgere un ruolo molto importante nella ricostruzione del Paese non essendo parte del conflitto che ha sconvolto per tanti anni l’Iraq. Per rifondare lo Stato insisto da tempo sui principi di unità e cittadinanza. Il primato della legge insieme al rispetto per la libertà religiosa e l’uguaglianza sono le basi su cui costruire la pace. I nostri parlamentari si batteranno per favorire l’approvazione di leggi che difendano i cristiani e le loro terre.

L’intervista integrale è pubblicata su La Voce e il Tempo del 18 novembre disponibile in edicola. 

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