Cardinale Poletto: “un uomo proteso al Signore con tutta la sua esistenza”

Funerali – «Un uomo proteso con tutta la sua esistenza al Signore nell’attesa della sua venuta. Sta tutto qui il segreto dei giorni del cardinale Severino Poletto, sta qui il cuore della sua vita». Così l’Arcivescovo mons. Roberto Repole ha ricordato il suo secondo predecessore, morto la sera del 17 dicembre, nelle esequie solenni che ha presieduto nel pomeriggio di giovedì 22 dicembre nella Cattedrale di Torino

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foto Pellegrini

«Un uomo proteso con tutta la sua esistenza al Signore Gesù nell’attesa della Sua venuta. Sta tutto qui il segreto dei giorni del cardinale Severino Poletto, sta qui il cuore della sua vita».

Così l’Arcivescovo mons. Roberto Repole ha ricordato il suo secondo predecessore, morto la sera di sabato 17 dicembre a 89 anni, nelle esequie solenni che ha presieduto nel pomeriggio di giovedì 22 dicembre in Cattedrale a Torino.

Hanno concelebrato il primo successore di Poletto sulla cattedra di San Massimo, mons. Cesare Nosiglia, il Vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro, insieme ad una ventina di vescovi delle diocesi piemontesi ed emeriti con circa 150 sacerdoti e diaconi della Chiesa torinese.

Il Duomo era gremito di fedeli, religiose, religiosi e rappresentanti di gruppi, associazioni e movimenti ecclesiali. Nelle prime fila c’erano il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, diverse autorità civili e militari e i familiari del cardinale.

È toccato a mons. Guido Fiandino, che fu Vicario generale e Vescovo Ausiliare negli anni dell’episcopato torinese di Poletto, leggere il telegramma di cordoglio inviato da Papa Francesco e il profilo biografico del cardinale che guidò le diocesi di Fossano (1980-1989), Asti (1989-1999) e Torino (1999-2010). Nato a Salgareda (Treviso) il 18 marzo 1933, nel 1952 seguì la famiglia, emigrata nel Casalese. A Casale Monferrato entrò in Seminario Maggiore nel 1953 e venne ordinato prete il 29 giugno 1957.

«Ha avuto tantissimi impegni», ha evidenziato mons. Repole nell’omelia, «ha ricoperto moltissime cariche, ma è stato un uomo scrupoloso anche nel non permettere che il vorticoso succedersi degli eventi gli togliesse il tempo della preghiera: è stato sveglio fino alla fine. Ha vissuto desto cercando di disporre le Chiese che presiedeva a discernere dove c’era il Signore».

Mons. Repole ha poi consegnato alcune parti del testamento spirituale del cardinale Poletto: «Come sigillo definitivo della mia vita voglio confessare davanti a tutti la mia fede ed il mio amore a Gesù Cristo. Gesù è stata la ragione profonda di tutta la mia vita; ho voluto sempre vivere alla sua sequela come recita il mio motto episcopale. L’anelito più grande della mia esistenza è stato quello di amarlo come mio unico ed esclusivo amore».

L’Arcivescovo Repole al termine della celebrazione ha portato il cordoglio del presidente della Conferenza Episcopale Italiana cardinale Matteo Zuppi, del segretario della CEI mons. Giuseppe Baturi e dei cardinali piemontesi Tarcisio Bertone e Arrigo Miglio.

La salma del cardinale è stata tumulata nella Basilica della Consolata.

Foto gallery a cura di Andrea Pellegrini – La Voce e il Tempo: 

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