Casa di Carità, già riaperta la cucina distrutta in carcere

Vallette – Sono tornate in funzione le attività del laboratorio della Casa di Carità Arti e Mestieri nel carcere Vallette dopo che anarchici avevano incendiato i locali. Il direttore Minervini ha reso agibili alcuni locali nella sezione femminile e la cooperativa “Liberamensa” ha messo a disposizione temporaneamente le cucine in attesa di una soluzione logistica stabile

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L’articolo 27 della nostra Costituzione recita che «Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato». Un assunto certamente ignorato dal gruppo di anarchici (che evidentemente si battono per l’assenza di Governo e di leggi) che domenica 10 febbraio scorso, hanno  protestato con violenza contro gli arresti dei loro 11 compagni che hanno messo a ferro e fuoco il quartiere dell’asilo di via Alessandria sgomberato dalle forze dell’ordine.

Il gruppo di facinorosi, recatosi ai cancelli del carcere torinese «Lorusso e Cutugno», non contento degli atti vandalici appena compiuti in città, ha provocato un incendio al capannone, inaugurato neppure un anno fa, in cui la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri tiene i corsi di Panificazione, Pasticceria e Cucina frequentati da circa 45 detenuti che, come prevede la Costituzione, nel tempo della pena hanno l’opportunità di imparare un mestiere.

Gli scontri, sedati dalla Polizia, hanno causato lo scoppio di alcune bombole di gas e il crollo del capannone che ospitava  una cucina e le attrezzature del laboratorio per un valore di 15 mila euro. Lo sconcerto del presidente della Fondazione, Attilio Bondone, espresso anche  tramite le colonne del nostro giornale,  era stato immediato anche perché,  conseguenza della scorribanda è stata l’interruzione dei corsi. Bondone, appellandosi alla sensibilità di istituzioni e cittadini, sottolineava come «la sospensione dei corsi costituisce un grave danno per tutta la collettività oltre che per le persone detenute che, attraverso l’apprendimento di una professionalità spendibile anche all’esterno, desiderano creare le basi per il reinserimento nella società dopo il termine della pena».

Appello che non è caduto nel vuoto: in soli tre giorni, comunicano dalla Casa di Carità, da 40 anni impegnata nei corsi di formazione professionale nel carcere torinese, «grazie alla sensibilità del direttore del ‘Lorusso e Cutugno’, Domenico Minervini, da sempre attento ai temi  rieducazione dei reclusi, le lezioni sono riprese in soli tre giorni dopo il rogo».

Il direttore ha reso agibili alcuni locali nella sezione femminile e la cooperativa Liberamensa, che gestisce il ristorante del carcere aperto nel fine settimana anche ai «liberi», ha messo a disposizione temporaneamente le cucine in attesa di una soluzione logistica stabile e che si trovino i fondi per il noleggio di nuove attrezzature. Per questo la Fondazione invita le istituzioni e la cittadinanza a contribuire al ripristino dei laboratori distrutti con una donazione sul c.c. IT 55 L 02008 01108 000002701895 – Causale: «Erogazione liberale – Laboratorio cucina presso Carcere di Torino». Un gesto per sostenere la Costituzione.

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