Il suono cupo delle sirene dei mezzi di soccorso, nel pomeriggio di sabato 16 settembre ha squarciato la quiete della campagna casellese. Solo pochi attimi prima il rombo dei jet delle «Frecce Tricolori» sovrastava la pista dello scalo aeroportuale di Torino-Caselle e tutto il circondario. Poi la tragedia: una delle Frecce in fase di decollo, perde il controllo, per cause ancora da accertare: forse per un «Bird-strike», cioè stormi di volatili che si insinuano nel motore, facendogli perdere potenza e velocità. Per il pilota, il maggiore Oscar Del Dò, solo il tempo di segnalare l’avaria alla torre di controllo, cercare di indirizzare il velivolo su una zona non abitata, per poi eiettarsi fuori dall’abitacolo.
E così la vigilia di quella che doveva essere una grande festa dedicata al Centenario di fondazione dell’Aeronautica militare, si è trasformata in dolore devastante per una famiglia e la collettività. Nell’istante in cui il velivolo precipitava, appena fuori dal perimetro aeroportuale, transitava in auto verso casa nella vicina San Francesco al Campo, la famiglia Origliasso. I rottami infuocati ed intrisi di propellente dell’aereo militare colpiscono pesantemente il veicolo, facendolo ribaltare nel vicino campo di grano.
Il bilancio è grave: muore una bimba di 5 anni, Laura, intrappolata nell’abitacolo, nonostante i vani sforzi del padre nel cercare di estrarla. Si salva il fratellino Andrea, 12 anni, con ustioni del 30% in tutto il corpo. Ustionata e sotto shock la madre, Veronica Vernetto, insegnante nella scuola primaria, nella vicina Leinì, che assiste impotente alla tragedia. Immediati scattano i soccorsi. Lo scalo aeroportuale viene chiuso al traffico e fatto evacuare. I voli cancellati. In elicottero vengono trasportati i feriti. Ma per la piccola Laura non c’è più nulla da fare. La notizia, in pochi minuti da Caselle, rimbalza sui principali Tg nazionali, e quotidiani. Sul posto accorrono i vertici dell’aeronautica militare, Carabinieri e Polizia, la magistratura di Ivrea competente sul territorio, il sindaco di Torino Lo Russo ed il presidente della Regione Alberto Cirio. Tutta l’area viene immediatamente chiusa sia al passaggio dei mezzi che dei pedoni. Partono le rilevazioni della scientifica. Si interrogano i testimoni. Scende la notte, ed una cappa di dolore e sgomento avvolge i soccorritori e tutti i presenti sulla scena dell’incidente.
Stop ai festeggiamenti della patronale di Caselle, si spegne il Luna Park e si cancellano le manifestazioni musicali e di ballo, previste dal programma. Anche a vicina Borgaro si annullano, per volontà del sindaco Claudio Gambino, tutte le iniziative della patronale dedicata ai Santi Cosma e Damiano, salvo gli appuntamenti religiosi. Sempre a Borgaro, l’istituto comprensivo scolastico, nella mattinata di lunedì 18 osserva un minuto di silenzio per piccola Laura. Anche San Maurizio Canavese «comunità ferita» in memoria della piccola Laura, annulla tutti gli appuntamenti della patronale. Veglie di preghiera si succedono, nella serata di domenica a San Francesco al Campo, promosse dal parroco don Alessio Toniolo: Laura Origliasso frequentava la scuola materna parrocchiale.
A Caselle, il parroco don Claudio Giai Gischia, nella mattinata di domenica, durante la Messa ha forti parole di solidarietà per la famiglia colpita. Durante l’ingresso, domenica pomeriggio, del nuovo parroco di Leinì e Mappano, don Riccardo Robella, il sacerdote invita i fedeli a pregare per Laura ed i suoi famigliari. Il moderatore dell’Unità pastorale 26, don Marco Ghiazza, al temine della funzione, ricorda i recenti, terribili eventi che hanno colpito così duramente questa porzione di territorio diocesano: dalla strage ferroviaria di Brandizzo all’incidente di Caselle.
Purtroppo la città che ospita lo scalo aeroportuale purtroppo non è nuova simili tragedie. In molti ricordano ancora l’Antonov precipitato nel 1996, che causò quattro vittime. Ancora, nel 1984, il sacrificio del pilota collaudatore di prototipi militari Manlio Quarantelli, che a bordo del suo Amx, decollato sempre da Caselle, a causa di una avaria, pilotò il prototipo fino a farlo precipitare fuori dal centro abitato, evitando così una strage. Infine Caselle non dimentica l’incidente del 1° gennaio 1974: nel volo Cagliari-Torino, su 42 persone a bordo fra personale e passeggeri, furono 38 le vittime.
In attesa delle perizie e delle inchieste che sono già state aperte, la versione di quanto accaduto sabato pomeriggio, propenderebbe per un «bird strike», un evento purtroppo non nuovo per Caselle, come per molti altri scali aeroportuali: il «Sandro Pertini» da tempo è dotato di una squadra di falconieri e di rapaci, addestrati a colpire prontamente i volatili in pista: la squadra è stata allertata sabato? E la recinzione che perimetra tutta l’area dello scalo era sufficientemente adatta a contenere l’urto del velivolo?
Caselle da anni ha ricollocato e continua a farlo, edifici pubblici e costruzioni per evitare eventuali incidenti aerei dai risvolti drammatici. Ma la città esisteva ben prima della costruzione dello scalo. La coesistenza fra queste due realtà non è stata certamente mai del tutto in sicurezza. Ed episodi come quelli della freccia tricolore che ha spezzato una famiglia non fanno altro che acuire tensioni rimaste latenti.
Eppure come sottolinea il sindaco di San Francesco al Campo, che ha vissuto tragedie simili, rimanda ad una terribile fatalità «Purtroppo non è la prima volta che la nostra comunità affronta questi drammi», ricorda Diego Coriasco, «l’aeroporto è qui, a due passi, e dobbiamo conviverci, anche se, quando si verificano tragedie così restiamo impotenti». Impotenza che non può trasformarsi in rassegnazione chiedono a gran voce gli abitanti del territorio.