Cattolici e ortodossi in preghiera alla Madre della Tenerezza

Arsenale della Pace – Il 17 dicembre si sono raccolti in preghiera ecumenica davanti all’icona della Madonna della Tenerezza di Vladimir, donata dal Presidente Mattarella, l’Arcivescovo Nosiglia e i preti ortodossi delle comunità torinesi. GALLERY

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A pochi giorni dal Natale, un segno di unità tra cattolici e ortodossi nella preghiera comune di fronte alla Madre di Gesù. È accaduto la sera di lunedì 17 dicembre al Sermig davanti all’Icona della Madonna della Tenerezza di Vladimir donata all’Arsenale della Pace dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua visita a Torino lo scorso 26 novembre.

«Durante la prima delle sue tre visite al Sermig», ha spiegato il fondatore Ernesto Olivero, «ho mostrato al Presidente la fotografia della Madonna di Vladimir a cui l’Arsenale è particolarmente legato, ed ecco che il 26 novembre Mattarella ci ha regalato questa icona bellissima. Ho quindi subito pensato di mostrarla alla comunità ortodossa torinese».

Ed ecco la preghiera ecumenica, animata dalla comunità del Sermig, a cui hanno preso parte l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, padre Giorgio Vasilescu e padre Paul Porcescu della Chiesa ortodossa romena, padre Ambrogio Cassinasco della Chiesa ortodossa russa e un rappresentante della chiesa ortodossa etiope.

Il legame dell’Arsenale con Maria, venerata come Madre dei Giovani, è strettissimo e ha unito i cristiani delle due confessioni nella preghiera comune per la pace in un contesto internazionale e nazionale dove vengono meno i valori dell’accoglienza e della fraternità e tornano alla ribalta l’odio verso chi è diverso e derive razziste.

«L’accoglienza rappresenta oggi uno dei gesti più difficili», ha sottolineato l’Arcivescovo mons. Nosiglia, «perché esige un atteggiamento e una scelta precisa: quella della gratuità. La cultura che persegue soprattutto il proprio interesse, costi quello che costi, ostacola l’apertura del cuore senza riserve verso gli altri. Tutto ciò che è nostro è un valore, e come tale va senz’altro accolto e accresciuto, ma guai a farne un bene assoluto e chiudere il cuore a chi non rientra nel cerchio ristretto ‘del mio o del nostro’».

Padre Vasilescu nel ricordare il gesto dei fedeli delle chiese ortodosse russe di compiere un giro intorno alla chiesa in processione, soprattutto in tempi di particolari minacce come la guerra, ha lanciato una proposta alle comunità cristiane torinesi: «perché non organizzare una di queste passeggiate con gruppi di giovani che portino in processione l’icona di Maria e girare intorno alla città di Torino? Non siamo sotto una minaccia militare, è vero, ma anche nella nostra città siamo sottoposti a molte minacce che mettono a rischio i diritti umani, da cui possiamo difenderci a partire dalla preghiera e dalla fraternità».

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