Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato 50 milioni di euro per Torino, a sostegno dei settori automotive e aerospazio. È un intervento atteso da tempo (nel 2019 Torino è stata riconosciuta «area di crisi industriale complessa») che rientra nell’ambito di un accordo di programma approvato nel 2021 per «sostenere gli investimenti produttivi nella filiera dell’automotive e dell’aerospazio, ma anche quelli legati alla trasformazione digitale e green della componentistica». Il piano di investimenti partirà ufficialmente il 25 luglio, il fondo milionario sarà messo a disposizione delle imprese con l’apertura di uno sportello online previsto dalla riforma della legge 181/89. Ci sarà tempo per aderire fino al prossimo 20 settembre.
L’iniziativa del Governo per Torino punta al finanziamento di una o più iniziative imprenditoriali finalizzate al rafforzamento del tessuto produttivo locale e all’attrazione di nuovi investimenti. «Con questo intervento – ha spiegato il ministro Giancarlo Giorgetti – il Governo conferma gli impegni già presi con il territorio per creare una forte sinergia tra il mondo della ricerca e l’industria, in modo da sostenere gli investimenti innovativi, a partire dalle aziende presenti nei settori dell’automotive e aerospazio, e mantenere alta l’attenzione verso l’occupazione e la formazione professionale dei lavoratori».
Soddisfazione è stata espressa da Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte: «Queste risorse stanziate dal Ministero – commenta sono un’opportunità per l’intero territorio piemontese. Affinché diventino una possibilità concreta per le imprese piemontesi, bisognerà che la burocrazia sia ridotta al minimo e si presentino bandi di facile applicazione. I tempi sono molto stretti, dopo una lunga attesa, ma con lo sportello per presentare le domande che sarà operativo dalla prossima settimana non sono un problema, anzi. Questa è una delle svolte più significative degli ultimi mesi.
Il piano punta a sviluppare settori come automotive e aerospazio, ma anche quelli legati alla trasformazione digitale e green della componentistica, che sono al centro anche del Piano Industriale che abbiamo scritto con la Regione Piemonte nel 2021, e che da allora abbiamo sviluppato e ampliato. È il cuore della nostra manifattura, il cuore della nostra economia presente e futura, ciò che ci consente di essere la quarta regione esportatrice a livello italiano, e di crescere ancora».
Commenti positivi vengono anche da Domenico Lo Bianco, segretario generale della Cisl Torino-Canavese «L’apertura dei bandi legati all’area di crisi complessa di Torino – osserva – è una buona notizia, ma non possiamo più permetterci tempi così lunghi (oltre tre anni da quando si è iniziato a delineare il percorso) per mettere a terra le risorse che servono al rilancio del nostro territorio». «Le risorse – aggiunge Lo Bianco – non si devono disperdere in mille rivoli e i progetti dell’area di crisi devono essere legati alle opportunità (quelle concrete) che ha la nostra città, in particolare alle prospettive legate all’Intelligenza Artificiale che, pur nella sua versione ‘depotenziata’, è rivolta ai settori strategici dell’automotive e dell’aerospazio. Solo attraverso un dialogo concreto tra associazioni sindacali, imprese e istituzioni si potranno creare modelli utili alla valorizzazione delle risorse del Pnrr e della Città di Torino per dare opportunità concrete a un territorio che deve andare oltre le crisi e iniziare a delineare, finalmente, un proprio modello di sviluppo che valorizzi le nostre vocazioni, coniugandole con l’innovazione».
Come funziona in piano. Con circolare direttoriale dell’11 luglio 2022 è stato pubblicato un «Avviso pubblico per la selezione di iniziative imprenditoriali nel territorio dell’area di crisi industriale complessa del Sistema locale del lavoro di Torino tramite ricorso al regime di aiuto di cui alla legge n. 181/1989». Le imprese potranno richiedere contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per realizzare progetti di riconversione e riqualificazione in un territorio che comprende 112 Comuni appartenenti al Sistema locale del lavoro di Torino. Come si legge sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico «verranno promossi investimenti finalizzati a realizzare due hub di eccellenza per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nei settori dell’automotive e dell’aerospazio, che siano in grado di sviluppare produzioni ad alto valore tecnologico e di interesse per il mercato, nonché favorire sinergie con il Centro di Competenza Manufacturing 4.0 e le principali aziende con sede nell’area torinese». Sono previsti inoltre percorsi di formazione e riqualificazione professionale, ritenuti utili per accompagnare imprese e maestranze in questa fase, e, grazie alla legge 181/89 le imprese che si impegnano ad assumere lavoratori di aziende del territorio in crisi (tavolo aperto al Mise) potranno beneficiare di agevolazioni. Inoltre saranno introdotte limitazioni alle delocalizzazioni per le attività che beneficiano di incentivi pubblici.
Le domande di agevolazione vanno presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.a. – Invitalia, consultando l’apposita sezione dedicata alla legge n. 181/1989 del sito istituzionale dell’Agenzia medesima (www.invitalia.it), a partire dalle ore 12 del 25 luglio 2022 e fino alle ore 12 del 20 settembre 2022.
Aree di crisi complessa. In Italia esistono attualmente 14 aree di crisi complessa: il Piemonte e inoltre l’Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. A fine marzo il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato un decreto con nuove modalità di accesso e funzionamento degli interventi per il rilancio delle aree di crisi industriale, aggiornando la precedente normativa del 2019 e le circolari successive. «Le aree di crisi industriale complessa – si legge sul sito del Ministero – riguardano territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale. La complessità deriva da: crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto e grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione sul territorio».