Come cambia l’adozione in Italia, il Congresso a Torino

Unione nazionale delle Camere minorili – A Valdocco si è tenuto il congresso di tutte le professionalità (magistrati, avvocati, psichiatri, psicologi, educatori e molti altri) che si occupano in Italia della tutela dei minori

1479

L’Unione nazionale della Camere minorili ha scelto Valdocco per l’apertura del Congresso annuale di tutte le professionalità (magistrati, avvocati, psichiatri, psicologi, educatori e molti altri) che si occupano nel nostro paese della tutela dei minori. Un luogo simbolo nella città di don Bosco e dei santi sociali dove da due secoli si continua a parlare di accoglienza a chi è più fragile.  «L’adozione attualità del cambiamento, prassi operative e riflessioni condivise sugli strumenti della Giustizia a tutela della persone di minore età» il tema su cui i delegati provenienti da tutt’Italia si sono confrontati nella tre giorni dall’8 al 10 novembre tra le sedi di Maria Ausiliatrice e la Biblioteca nazionale di via Carlo Alberto. E non a caso si è partiti da Valdocco, come ha spiegato dando il benvenuto ai convegnisti, don Domenico Ricca, salesiano, da 39 anni cappellano del carcere minorile torinese «Ferrante Aporti» e presidente dell’Associazione amici di don Bosco ente che dal 1970 si occupa di adozioni internazionali. «Il mio fondatore accoglieva nella Torino dell’800 i ragazzi abbandonati e li faceva sentire a casa, donava loro il calore di una famiglia. La nostra associazione e tutti coloro che come voi si occupano di tutela dei minori vuole continuare con questo spirito sostenendoci tra famiglie per diffondere la cultura dell’accoglienza di cui l’adozione è una delle più alte espressioni».

Un concetto ribadito più volte e da più parti durante il convegno a partire dall’intervento di Anna Maria Baldelli, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta che ha sottolineato come, nonostante le difficoltà innegabili che riguardano i vari attori coinvolti «l’adozione nei casi in cui riesce – e ce ne sono molti – è la migliore forma di genitorialità possibile perché mette insieme due necessità: il diritto a crescere in un a famiglia e il desiderio di accogliere un figlio».

Durante la tre giorni, dove si sono affrontati i temi civili, penali e psicosociali legati all’adozione sia nazionale che internazionale, è stato evidenziato come l’Italia con gli Stati Uniti siano i due paesi più accoglienti nel mondo, come illustrato  Chiara Avataneo, responsabile  dell’équipe psico-sociale dell’Arai. «Anche se, tra i cambiamenti più evidenti di questi ultimi sei anni vi è una pesante flessione delle adozioni internazionali:  dal 2011 dove sono stati accolti in Italia 4 mila minori si è scesi  nel 2017 a 1163 ingressi in famiglia». Un dato che mette insieme numerosi fattori dalla chiusura di alcune frontiere, alla crisi economica che ha colpito l’Italia (l’adozione internazionale ha costi di viaggio e permanenza nei Paesi di origine dei bambini oltre che per il disbrigo delle pratiche necessarie), all’innalzamento dell’età dei genitori alla disponibilità di minori grandicelli che spesso non rientrano nell’immaginario ‘ideale’ del bimbo piccolo desiderato da chi attende a lungo un figlio.

Svariatissimi i campi di interesse in cui spazia il tema delle adozioni testimoniata anche dalle diverse professionalità, nazionali e locali, presenti al convegno: da Rita Perchiazzi e Stefano Ardagna rispettivamente  presidenti dell’Unione nazionale Camere minorili e della Camera minorile di Torino a Maria Francesca Pricoco presidente dell’associazione  Associazione italiana dei magistrati per minorenni e la famiglia a Rita Turino garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Piemonte a Frida Tonizzo  segretario dell’Anfaa, associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie e Marina Merana dirigente delle politiche sociali del Comune di Torino.

Soprattutto erano presenti i tanti ragazzi delle scuole superiori torinesi che hanno lavorato con la Camera minorile di Torino sul tema del convegno, stimolati anche dal documentario «Trame» sul delicato tema della ricerca delle origini degli adottati proposto dall’Associazione amici di don Bosco. In particolare gli alunni (alcuni figli di immigrati) dell’Istituto tecnico  Plana di Torino e del liceo Natta di Rivoli hanno presentato ai convegnisti le loro riflessioni «multimediali» sull’adozione. Eccone alcune in ordine sparso. «Fratelli sono coloro che crescono insieme». «Molti di noi arrivano da lontano. La diversità è la ricchezza della nostra classe».

1 COMMENTO

  1. Milioni di persone sono in cerca di modi per adottare un bambino, ma tutti i loro sforzi sembrano essere vani. Adottare non è una cosa facile, ero anche una vittima di questo, ho provato ad adottare diversi orfanotrofi e ad adottare centri, ma tutti i miei sforzi sono stati respinti dopo aver riempito il modulo di adozione. Sono arrivato in un orfanotrofio negli Stati Uniti, dove posso facilmente avere un bambino e sono entrato in contatto con loro, dopo tutte le necessarie procedure di adozione con questa casa dell’orfanotrofio, mi è stato dato un certificato di adozione insieme a un bambino sano e rimbalzante. Questo è stato il modo in cui ho adottato il mio bambino e oggi è come un dio per me. L’adozione ha davvero portato luce e felicità nella mia casa coniugale.
    Per i contatti è possibile contattare l’orfano di casa via e-mail: legitorphanagehome@aol.com

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome