Il “computer” di Tullio Regge in mostra all’Accademia Albertina

Torino – Fino al 18 marzo presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina l’esposizione sulle opere digitali del fisico italiano, noto per l’impegno in difesa dei disabili

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Tullio Regge

Tullio Regge è uno dei maggiori fisici teorici della generazione successiva a quella di Enrico Fermi. Nel mondo è famoso per i sui lavori nel campo della fisica teorica, ma anche per la sua lotta contro le pseudoscienze e la difesa dei disabili; è noto il suo impegno come parlamentare (fu eletto alle Elezioni Europee nel 1989) in campo progressista e razionalmente ecologista; per la sua attività di divulgatore. C’è persino un pianetino, l’asteroide 3778, che porta il suo nome, dedicatogli dall’astronomo W. Ferreri.

Fra le infinite attività di Tullio Regge, uomo sempre accompagnato da ironia, umorismo e grande curiosità, vi è quella del disegno al computer: nata forse, all’inizio, come rivincita sui pessimi voti in disegno, ma diventata poi un intrigante punto di dialogo fra diverse discipline: tra matematica, geometria, informatica, espressione artistica e culturale.

“E’ un fatto noto – scriveva Regge – che le strutture che hanno un profondo senso geometrico sono anche esteticamente splendide”: a questa espressione di curiosità è dedicata la mostra che celebra la parte più onirica e creativa dello scienziato: “L’infinita curiosità. Il computer di Tullio Regge: penna e pennello”. Ospitata alla Pinacoteca dell’Accademia Albertina, dal 17 febbraio al 18 marzo, l’esposizione è un omaggio all’aspetto più creativo del grande fisico ed è perfetto completamento della mostra “L’infinta curiosità. Un viaggio nell’universo in compagnia di Tullio Regge”, aperta sino al 18 marzo all’Accademia delle Scienze. Entrambe le mostre, a ingresso libero, sono organizzate dal Sistema Scienza Piemonte e realizzate con il sostegno della Compagnia San Paolo.

L’elegante sala azzurra ospita exhibit e disegni che consentono al visitatore di entrare in un’atmosfera visionaria, eclettica che ha portato Regge a cimentarsi con l’arte digitale (nei primi anni ‘80 anticipò la Digital Art) e con il design già decenni prima che arrivassero i personal computer e la realtà virtuale, esplorando spazi tridimensionali con la fotografia stereoscopica. Le forme che più lo affascinavano erano generate da equazioni: le vedeva con gli occhi della mente, ma voleva anche vederle fisicamente realizzate. Tra il 1960 e 1970 costruiva queste complesse forme geometriche dentro una scatola entro la quale tirava e curvava fili di bronzo. Al centro della sala azzurra è riprodotta, in scala gigante, la “Scatola di Tullio Regge” che lo scienziato torinese usava per realizzare modelli tridimensionali.

Dallo sviluppo di un’equazione di quarto grado creò il prototipo della poltrona DETECMA (poi prodotta in poliuretano espanso), una sorta di comoda ciambella ora esposta nella sala, poco discosta dalla bicicletta a bordo della quale il visitatore compie un viaggio interattivo nei disegni di Regge.

Il fisico fece uso del computer come un pennello: lo testimonia un migliaio di disegni prodotti in più di 25 anni (Regge era solito regalare i suoi disegni agli amici), ma il computer fu anche una penna: con quei disegni “scriveva” in modo allusivo e umoristico di scienza, politica, costume e cultura.

“La matematica mi ha consentito di sostituire il pennello o la matita con le formule”, diceva.

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