Con “Giapa”, a Torino e in Senegal, una rete contro i mutamenti climatici

Organizzazioni non governative, fondazioni bancarie, un’azienda privata. Una triangolazione virtuosa per il progetto “Giapa” nel nord-est del Senegal, in una zona saheliana semi-desertica dove i cambiamenti climatici compromettono la sicurezza alimentare ed economica della popolazione, costringendola ad emigrare

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Organizzazioni non governative, fondazioni bancarie, un’azienda privata. Una triangolazione virtuosa per il progetto Giapa – Gestione Innovativa dell’Acqua e la Promozione dell’Agricoltura – a Orkadiéré, nella regione di Matam, nel nord-est del Senegal, zona saheliana semi-desertica dove i cambiamenti climatici compromettono ulteriormente la sicurezza alimentare ed economica della popolazione, costringendola ad emigrare.

Il bando di Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo finanzierà con 500mila euro dodici progetti di cooperazione e sviluppo in Africa a partire da febbraio 2022; tra questi Giapa, che vede coinvolte le associazioni Re.Te di Torino, Green Cross Italia e Terra Nuova di Roma e 3A srl di Torino, azienda specializzata in sistemi di supporto digitale per la coltivazione.

Re.Te iniziò ad operare nei primi anni ’80 nel capoluogo subalpino e nel 1986 si costituì come Ong.

«Nei primi anni l’associazione ha avviato la cooperazione tecnica in Centroamerica», ricorda Daniela Guasco, coordinatrice dei progetti all’estero, «per poi ampliare le iniziative dei volontari anche in Sudamerica, in Africa e nel bacino del Mediterraneo e gli ambiti di intervento all’economia sociale, la tutela ambientale e il diritto alla salute».

Oggi Re.Te porta avanti progetti di cooperazione e solidarietà in Bosnia Erzegovina insieme alla Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta e all’ospedale Molinette per la lotta ai tumori femminili; in Honduras e Nicaragua per l’educazione dei minori, la formazione e l’accesso al lavoro dei giovani a rischio sociale provenienti dai quartieri più violenti; in Senegal e Mali promuove piccole imprese e organizzazioni contadine per la produzione agricola ecologica. «Anche a Torino», aggiunge Guasco, «stiamo sviluppando iniziative di agricoltura sociale ed educazione ambientale, protagonismo giovanile e cittadinanza attiva».

Re.Te occupa otto persone, alle quali si affiancano i cooperanti all’estero, la rete di altre Ong partner in Africa e collaboratori occasionali. I progetti generano risorse molto variabili, da poche migliaia di euro per il coinvolgimento della cittadinanza in ambito locale a cifre che superano il milione di euro per progetti che prevedono la fornitura di materiale e personale medico in ospedali situati in aree del mondo disagiate.

«Siamo specializzati nell’innovazione in agricoltura», dice Massimo De Marziis di 3A, «in particolare nello studio e nella fornitura di sistemi di supporto basati sulla misurazione meteo nei campi di coltivazione. Le nostre centraline rilevano la temperatura, le precipitazioni, l’umidità nell’aria e, sulla base del tipo di terreno e della coltivazione, un sofisticato modello matematico stima il fabbisogno di acqua e quindi l’irrigazione corretta. Il dato è disponibile tramite il cloud per il coltivatore che grazie all’agricoltura 4.0 prende le decisioni migliori e riduce l’impatto ambientale. La nostra azienda investe su questo sistema dal 1997, la digitalizzazione non richiede grandi investimenti per gli agricoltori e il sistema è accessibile al cloud in 4G; questo consente di superare il digital divide anche in zone con scarse o nulle reti infrastrutturali, la disponibilità di tecnologia avanzata anche per i poveri si trasforma in ricchezza e sviluppo. Per noi è importante partecipare a questo progetto, al di là del business, per la convergenza di obiettivi e per ampliare la conoscenza delle realtà rurali e delle loro competenze pratiche: abbiamo altre esperienze analoghe in corso con i viticoltori in Georgia e per coltivazioni arboree in Sudamerica».

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