Una tappa dopo l’altra, prosegue il cammino che vede significative convergenze tra il mondo dell’Università e quello della Chiesa italiana nel pieno rispetto dei ruoli. E anche Torino fa, attraverso la Pastorale Universitaria, la sua parte. Il 27 e 28 giugno a Udine, all’annuale incontro della Crui (la conferenza dei rettori) è stato infatti invitato anche il direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei, Ernesto Diaco, con rappresentanti delle pastorali universitarie locali: per Torino il direttore don Luca Peyron.
Alla conferenza che da Torino ha visto la partecipazione Lorenza Operti vicerettore alla didattica dell’Università e Juan Carlos De Martin delegato del rettore per la cultura e la comunicazione del Politecnico, tra i temi affrontati la proposta di un piano digitale nazionale per l’università italiana. «La finalità», spiega Alberto De Toni, segretario generale della Crui e rettore dell’Università di Udine è creare le condizioni affinché gli studenti possano diventare, oltre che laureati, dei veri uomini, capaci di affrontare la vita e quindi non soltanto dotati di competenze di natura professionale e digitale, ma di competenze per la vita». Formazione e vita: elementi chiave su cui Università e mondo ecclesiale possono dunque mettersi in dialogo.
«È un elemento positivo», commenta don Peyron, «proprio questa convergenza che vede Università e Pastorale Universttaria mettere al centro i giovani e la loro educazione e formazione ed è su questo tracciato che si può proseguire e lavorare».
Concorde Diaco: «quella di oggi è una tappa ulteriore nel percorso di conoscenza e collaborazione che abbiamo avviato. L’accoglienza che abbiamo ricevuto è segno che l’incontro tra Chiesa e Università è possibile e atteso. Il prossimo passo di questo percorso è la redazione di un manifesto comune sulle opportunità formative che possono vedere insieme il mondo accademico e la pastorale universitaria. La sfida digitale, di cui si è parlato nell’incontro di Udine, è proprio uno dei terreni su cui si può sviluppare un lavoro condiviso, soprattutto per le opportunità che offre in termini di inclusività, orientamento, centralità dello studente».