Corsa contro il tempo per riaprire le scuole “in sicurezza”

Intervista – Corsa contro il tempo per riprendere le lezioni in sicurezza anti-Covid, parla il direttore dell’Ufficio Scolastico piemontese Fabrizio Manca. La Chiesa di Torino mette a disposizione spazi aggiuntivi per la didattica

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A pochi giorni dalla riapertura delle scuole piemontesi (14 settembre), «la situazione è abbastanza tranquilla: quasi tutte le scuole – annuncia Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale – sono attrezzate per riprendere l’attività didattica in sicurezza anti-Covid».

Come hanno fatto?

Le scuole hanno lavorato senza sosta in luglio e agosto misurando lo spazio disponibile nelle aule, cercando locali nuovi dentro le scuole e fuori, sdoppiando le classi troppo numerose. Fondi statali straordinari (Decreto Rilancio, Decreto di Agosto) consentiranno di coprire tutto il fabbisogno aggiuntivo di insegnanti nelle scuole dell’infanzia, nelle elementari (primarie) e nell’80% delle medie (secondarie di primo grado).

Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte

E le scuole superiori?

Abbiamo scelto di dare priorità agli organici delle scuole dell’infanzia, delle elementari e in parte delle medie, ove non è prevista la didattica a distanza: tutti gli alunni di queste scuole frequenteranno le lezioni in classe. Abbiamo dovuto rassegnarci a non coprire tutto il fabbisogno delle scuole superiori, ove i dirigenti, se necessario, possono con più facilità predisporre attività didattica a distanza, magari dividendo le classi in due gruppi: metà degli studenti a turno in classe, l’altra metà a casa collegata via web.

Si riuscirà anche a soddisfare una parte consistente del fabbisogno aggiuntivo di collaboratori scolastici, come i bidelli o il personale incaricato di garantire l’igienizzazione degli ambienti.

Sono state risolte tutte le situazioni?

No, rimangono alcune criticità, ma riguardano solo l’1,4% dei plessi scolastici, circa 1200 studenti. A inizio agosto le situazioni critiche riguardavano il 4% dei plessi. Stiamo lavorando caso per caso, per risolvere.

Quindi è certo: il 14 settembre si torna in classe?

Al momento è deciso così. Le scuole piemontesi potranno riaprire nel pieno rispetto delle misure di distanziamento sociale anti-Covid: classi decongestionate, distanza di un metro fra i banchi. Il Piemonte è pronto. Purtroppo non si può dire la stessa cosa di altre regioni d’Italia, ove è possibile un rinvio delle riaperture: in Campania mancano ancora soluzioni per 30 mila studenti, in Lazio permangono criticità per 8.500, e ci sono problemi anche in Sicilia e Calabria.

Sono arrivati i famosi banchi singoli per gli studenti?

Stanno arrivando. Abbiamo acquistato per il Piemonte 90 mila banchi singoli. Di questi, circa 20 mila sono del nuovo modello con le ruote, ideato dal Ministero.

Sono completate tutte le nomine di insegnanti?

No, per ora è stata completata l’immissione in ruolo di 1.630 docenti selezionati con le procedure ordinarie (graduatorie), di 32 dirigenti scolastici e di 1.011 collaboratori scolastici (amministrativi, bidelli). Sono ancora vacanti in Piemonte 1.329 cattedre. È in corso la cosiddetta «call veloce» di docenti provenienti dalle altre regioni d’Italia. Il resto dovrà essere coperto con le supplenze, come ogni anno, e sappiamo che questa è una nota dolente: mancano i candidati.

Torniamo al problema degli spazi: come sono stati ricavati?

C’è stata una grande assunzione di responsabilità collettiva. Gli enti locali hanno operato celermente alle piccole ristrutturazioni necessarie nelle scuole. I fondi straordinari del Governo hanno facilitato le operazioni di adeguamento. C’è stata poi da parte del privato sociale l’offerta di spazi in luoghi esterni alle scuole. Molto incoraggiante l’accordo che abbiamo firmato il 3 settembre con la Diocesi di Torino, che all’occorrenza metterà a disposizione ulteriori locali nelle parrocchie e negli oratori.

Ma non abbiamo appena detto che esistono già spazi sufficienti per tutti gli studenti?

Sì. Ma non sappiamo quello che ci aspetta dopo il 14 settembre. Dev’essere chiaro a tutti che stiamo iniziando un anno scolastico anomalo: l’epidemia ha andamento imprevedibile, quindi potremmo trovarci nella necessità di modificare quanto abbiamo deciso per la ripresa, e di dover reperire spazi ulteriori per l’insegnamento.

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