Sarà «Decreto Insicurezza», l’opinione di Sergio Durando

Italia irriconoscibile  – Il direttore della Pastorale Migranti della Diocesi di Torino spiega le conseguenze dell’applicazione del Decreto «Salvini» tra cui la cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Avremo più legalità? O sarà emergenza clandestini?

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Il «presepe vivente» di Crotone, padre, madre incinta di tre mesi e piccola bimba, cacciati dal Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) ha già trovato un tetto sopra la testa e un letto su cui riposare. Merito di un gruppo di parrocchiani della provincia di Crotone che, senza farsi pubblicità, ha contattato la Caritas cittadina e si è attrezzata per dare soluzione immediata al problema creato dalla nuove norme italiane sulla sicurezza. È l’effetto del Decreto Sicurezza firmato dal ministro Salvini e promulgato il 3 dicembre 2018 dal Presidente della Repubblica. Una legge che metterà a dura prova il sistema dell’ospitalità.

Sergio Durando

A Crotone ha funzionato il silenzioso gioco di squadra delle Istituzioni: Prefetture, terzo settore, enti locali. Il territorio c’è dunque, più forte delle asprezze provocate dalla politica nazionale.

Il Decreto affronta il tema dell’immigrazione concentrandosi non tanto sugli oltre 5 milioni di stranieri in Italia, ma su chi sbarca o è da poco sbarcato in Italia. Sui richiedenti asilo e persone che hanno avuto riconosciuta una forma di protezione dal nostro Paese. È bene però capire la grandezza del fenomeno che tanto preoccupa e fa parlare di sé.

I numeri – I migranti sbarcati in Italia dal 1 gennaio al 3 dicembre 2018 sono 23.011, se rapportati allo stesso periodo degli anni precedenti vediamo un -80% rispetto al 2017 (117.120 persone) e -87% rispetto al 2016 (173.383). Alla fine del 2016 erano entrate in Italia 181.436 persone, mentre nel 2017 erano 119.369. Tra i 23.011 ci sono 3485 minori stranieri non accompagnati; nel 2107 i minori sbarcati erano 15.779, mentre nel 2016 erano 25.846.

A livello europeo, il numero di migranti e rifugiati che sono arrivati in Europa nel 2018 è di 73.696, quasi un terzo del totale dello scorso anno (172.362)e quasi un settimo dei 348 mila registrati nel 2016. Questi dati riportati dall’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) si riferiscono al 9 settembre 2018. Dei 73.696 circa 32 mila sono sbarcati in Spagna, 21 mila in Italia e 20 mila in Grecia. Un numero insignificante se rapportato ai 68 milioni e mezzo di persone fuggite dalla propria casa nel 2017 in conseguenza di guerre, persecuzioni ma anche terremoti, cambiamenti climatici, siccità, povertà estrema.

Quale emergenza? – Di quale emergenza si sta dunque parlando? Rimangono nel silenzio gli oltre 100 mila italiani che ogni anno escono dall’Italia per disseminarsi in ogni angolo del mondo per cercare una vita migliore.

Certamente quello dell’immigrazione è un tema importante ed è un fenomeno che va governato. È anche vero che la Legge Bossi/Fini fa riferimento a una situazione migratoria, quella del 2002, che oggi è fortemente cambiata. Doverosa quindi una rivisitazione legislativa al governo del fenomeno, ma la legge appena approvata non sembra rispondere ai problemi veri che l’immigrazione pone a questo paese.

Si parla di sicurezza, ma perché dovrebbero spaventare 23 mila persone in un paese che ha oltre 60 milioni di abitanti?

Tra le novità di questa legge, mi soffermo su alcuni punti che destano particolare preoccupazione.

Cosa accadrà degli «umanitari» – Nel 2017 in Italia sono state presentate 130 mila domande di protezione internazionale: il 52% è stato respinto, nel 25% dei casi è stata concessa la protezione umanitaria, all’8 % delle persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato, un altro 8% ha ottenuto la protezione sussidiaria, il restante 7% ha ottenuto altri tipi di protezione. Il testo della legge sopprime il permesso di soggiorno per motivi umanitari introducendo nuove tipologie: «protezione speciale» per chi ha il permesso di soggiorno per motivi umanitari in corso di validità al 4 ottobre 2018 (data del Decreto sicurezza) e non riesce a convertirlo. Il nuovo permesso non sarà più convertibile in permesso per motivi di lavoro. È previsto poi un nuovo permesso per «casi speciali» per coloro a cui la Commissione territoriale ha riconosciuto al momento dell’entrata in vigore del Decreto legge la sussistenza di gravi motivi umanitari per rimanere in Italia. Questo permesso lo si riconoscerà inoltre a quei casi che all’entrata in vigore del Decreto erano in fase istruttoria, ma non ancora autorizzati e agli stranieri con permesso di soggiorno umanitario con validità sino allo 04 ottobre 2018. Questo permesso «casi speciali» potrà essere convertito in permesso per motivi di lavoro.

Restrizione del sistema di accoglienza – Il Sistema per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (Sprar), il sistema di accoglienza ordinario che è gestito dai Comuni italiani, sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati. Non accoglierà più richiedenti asilo e chi aveva un permesso per motivi umanitari. Lo Sprar è il sistema di accoglienza controllato dagli enti locali, il sistema che garantisce una distribuzione più omogenea sui territori, una gestione trasparente delle risorse economiche, un sistema che, evitando le grosse concentrazioni, raggiunge risultati significativi nell’inserimento delle persone. I circa 36mila posti Sprar conquistati con fatica attraverso il lavoro sui territori da parte dei Comuni non avranno più ragione di esistere.

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