Dal più alto campanile di Torino – la torre di Santa Zita – fino a quello di Nole Canavese, in ricostruzione dopo il crollo del 15 novembre 2006. A mezzogiorno di domenica 15 marzo è stato un unico levarsi di campane «a distesa». Lo aveva chiesto l’Arcivescovo Nosiglia per la prima domenica senza Messe nelle diocesi di Torino e Susa (e così sarà ogni domenica, nel momento dell’Angelus, fino a che non finirà l’epidemia), lo aveva chiesto sottolineandone lo scopo: «un modo per essere presenti, per come è possibile di questi tempi, in mezzo alla gente».
«Le campane», ha detto, «sono il segno di quella ‘vicinanza’ che dura da secoli, nei piccoli centri come nelle grandi città. Una vicinanza che riguarda le persone, non gli edifici. Sono il segno che il Signore in mezzo a noi non dimentica nessuno; e che noi non ci dimentichiamo a vicenda, anche se non possiamo raggiungerci».
Un segno di festa e di resurrezione, perché ogni domenica lo è, un segno di speranza apprezzato dai tanti che all’udire i rintocchi hanno aperto le finestre, sono usciti sui balconi, hanno scritto sui social parole di gratitudine per l’iniziativa e per i campanari che si sono prodigati programmando le sonate.
«Grazie ai volontari», scrive tra gli altri Sara, «le campane di Chiaves, e in eco quelle del Cresto, di Fornelli e di Monastero, sono suonate per tutti noi, credenti e non in segno di speranza e di vicinanza in questo momento così particolare».
Le chiese parrocchiali, ma anche quelle delle piccole borgate hanno diffuso lo scampanio per cercare di raggiungere tutti. Ed è stato particolarmente emozionante per la comunità di Nole canavese risentire, proprio domenica scorsa, il rintoccare dei bronzi dopo anni di silenzio.
«Al suono delle campane» scrive il parroco don Antonio Marino in un messaggio congiunto con il Sindaco Francesco Bertino, «abbiamo voluto associare anche un atto pubblico di cui non abbiamo dato notizia (ma la cui videocronaca è disponibile su Youtube) per evitare assembramenti durante il quale a nome di tutta la popolazione abbiamo rinnovato l’atto di affidamento, come già fecero i nostri padri nei secoli passati, al patrono San Vincenzo martire e al compatrono San Vito Martire».
«Avremmo voluto suonare per la prima volta le campane», proseguono parroco e sindaco, «dopo oltre 13 anni di silenzio in un momento di festa per la nostra comunità, magari in occasione dell’inaugurazione della torre campanaria; abbiamo ritenuto necessario farlo oggi, in questo momento di difficoltà affinché tutti i nolesi potessero trovare nel suono dei bronzi un messaggio forte di speranza e fratellanza.
Tutte le 6 campane sono state suonate manualmente (le campane sono tornate nella cella campanaria il 29 gennaio, il sistema elettrificato per il movimento non è ancora completato) e ci siamo sentiti così parte di una storia più grande di noi e in comunione con tutte le città e i paesi del nostro territorio, e solidali con tutta Italia così fortemente colpita dal virus».
A mezzogiorno, per richiamare alla preghiera in sostegno dei malati e di coloro che li assistono, la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino ha fatto risuonare anche la cosiddetta «campana del Cottolengo» che veniva utilizzata solo in casi eccezionali, solenni o nefasti.
A curare il suono, la sincronia dei bronzi dei principali campanili torinesi, il Gruppo «Campane.To» con la sua rete di volontari e appassionati. Dal campanile del Faa di Bruno con i suoi 8 bronzi, il referente Marco Di Gennaro ha realizzato un video sulla città che nella giornata di domenica è stato rilanciato sulla rete.
Hanno suonato, con la collaborazione del Gruppo, le campane della basilica di Maria Ausiliatrice , quelle della Cattedrale e quelle del Santuario della Consolata e, tra le altre a Torino (impossibile citarle tutte), le campane dell’Oratorio Agnelli, della chiesa di San Donato, delle Stimmate, dell’Annunziata, di San Gioacchino, San Giovanni Evangelista, Madonna della Salute, Sacro Cuore di Gesù, del Patrocinio di San Giuseppe, della Santa Famiglia di Nazareth, del convento di Sant’Antonio, di Madonna delle lacrime, del Beato Frassati, di San Giuseppe Benedetto Cottolengo e di San Domenico Savio. E ancora: «a distesa» anche le campane di Madonna del Pilone, della Crocetta, di Gesù Adolescente, di San Giovanni Bosco, di San Bernardino, dei Beati Parroci, dei Santi Apostoli, di Santa Rita e di Cavoretto.
Se il suono delle campane rimbalza nei video sui social, si aggiungono in questi giorni tanti video e collegamenti che i parroci realizzano per mantenere viva la preghiera e il senso di comunità, per incoraggiare e consolare. C’è il parroco che scrive su Facebook, ma poi stampa e lascia a fondo della chiesa per chi non ha accesso alla rete, le proprie parole di vicinanza alla comunità; c’è chi pubblica sul sito parrocchiale, chi aveva programmato un ritiro e ne invia la traccia di riflessione perché possa essere vissuto a casa, chi si è organizzato per celebrazioni in streaming, e ci sono catechisti che mandano via Wattshapp «video-incontri» ai gruppi dei genitori.
Il nuovo servizio diocesano per l’Apostolato Digitale si è subito messo a disposizione per elaborare un vademecum che aiuta sacerdoti, catechisti e genitori a riflettere sull’uso delle nuove tecnologie in questo tempo per veicolare contenuti di fede e momenti liturgici.
Don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza, non celebra in streaming, ma ha diffuso un videomessaggio per non far mancare il suo incoraggiamento alla Famiglia Cottolenghina e ai tanti malati e sofferenti che ne sono il cuore, invitando «ad essere uniti con spirito di fede» e ricordando le parole del Fondatore: «A chi straordinariamente confida, Dio straordinariamente provvede».
Anche i Salesiani sono stati esortati dal neoconfermato Rettor maggiore, don Ángel Fernández Artime a «rinnovare l’affidamento fiducioso a Maria Ausiliatrice, seguendo l’esempio di don Bosco in simili circostanze» e in particolare con una novena straordinaria dal 15 al 23 di marzo che si concluderà il 24, commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice.
Il messaggio dell’Arcivescovo
Pubblichiamo il messaggio con cui l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia presenta l’iniziativa di domenica 15 marzo.
Domenica 15 marzo, a mezzogiorno, tutte le chiese delle diocesi di Torino e Susa sono invitate a suonare le campane a distesa. Quel gesto è un modo per essere presenti, per come è possibile di questi tempi, in mezzo alla gente.
Le campane sono il segno di quella «vicinanza» che dura da secoli, nei piccoli centri come nelle grandi città. Una vicinanza che riguarda le persone, non gli edifici. Sono il segno che il Signore in mezzo a noi non dimentica nessuno; e che noi non ci dimentichiamo a vicenda, anche se non possiamo raggiungerci.
Le campane suoneranno alle 12 quando il Santo Padre recita l’Angelus, la preghiera mariana che scandisce ogni giornata della Chiesa. Lo reciteremo anche noi insieme con lui.
A Maria e alla sua intercessione affidiamo la nostra Diocesi di Torino e quella di Susa,
quanti soffrono a causa del Coronavirus, quanti dono deceduti e quanti si prodigano per curare e assistere i malati
Torino, 14/3/2020
+ mons. Cesare NOSIGLIA
Messa e Rosario in streaming
L’invito di mons. Nosiglia a che suonino le campane si aggiunge al richiamo di una preghiera costante di singoli, famiglie, comunità religiose per tutti noi che viviamo l’emergenza nel nostro territorio.
Alle 11 tutte le domeniche l’Arcivescovo presiede la celebrazione eucaristica che viene trasmessa in streaming dalla sua cappella privata. Per seguire la celebrazione ci si può collegare al sito www.diocesi.torino.it. Sempre sul sito si trovano le indicazioni per partecipare ogni giorno alla recita del Rosario e alle altre funzioni che la Diocesi di Torino e la Chiesa italiana organizzano per questi giorni di sospensione delle celebrazioni.