Sono partiti dal ponte vecchio, simbolo di San Mauro, i nuovi co-parroci delle quattro parrocchie della città (S. Maria di Pulcherada, S. Benedetto, S. Anna e Sacro Cuore di Gesù), don Stefano Votta (moderatore) e don Luca Ramello, che nel pomeriggio di sabato 7 ottobre hanno iniziato il cammino insieme ai giovani e alla comunità con una tappa nella chiesa parrocchiale della Pulcherada.
Sono quindi giunti in piazzale Europa per la Messa d’ingresso all’aperto presieduta dal Vescovo Ausiliare mons. Alessandro Giraudo. Prima della celebrazione, in una piazza gremita, il sindaco Giulia Guazzora ha dato loro il benvenuto a nome della città. Sono poi seguiti i saluti dell’assessore della Regione Piemonte Maurizio Marrone e delle scuole dell’infanzia paritarie parrocchiali. C’erano anche il presidente della Circoscrizione 6 di Torino Valerio Lomanto, dove i nuovi parroci di San Mauro hanno operato fino a ieri, e i sindaci dei paesi d’origine.
Tra l’assemblea numerosi i parrocchiani di Maria Regina della Pace in Barriera di Milano, comunità che don Votta e don Ramello hanno servito negli ultimi cinque anni rispettivamente come parroco e collaboratore parrocchiale. Folta la rappresentanza dell’associazione Oratori NOI Torino, di cui don Votta è presidente e don Ramello consigliere spirituale, dell’Azione Cattolica diocesana e dell’Oftal, nelle quali don Ramello, già direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, opera come assistente ecclesiastico.
Tra i concelebranti c’erano i viceparroci che si sono susseguiti alla Pace dal 2018, don Giuliano Naso e don Alexandru Rachiteanu, e i Padri Somaschi che operano in città. Presente il diacono Roberto Longo che dalla Pace prosegue la collaborazione con don Votta e don Ramello anche a San Mauro.
Sia mons. Giraudo che i nuovi parroci che la comunità hanno ringraziato don Tonino Marchisio che da 2017 con dedizione ha guidato le parrocchie sanmauresi.
«Vi ringrazio», ha scritto l’Arcivescovo Repole nella lettera con cui ha affidato le comunità, «per la disponibilità che avete dimostrato nell’accogliere questa nuova esperienza, che vi chiederà di condividere il servizio di parroci in solido e di essere i primi testimoni di fraternità». «Non è la prima volta», ha proseguito, «che queste parrocchie condividono il medesimo parroco, ma ora lo fanno in un modo nuovo, e per questo chiedo sia a voi parrocchiani che a voi, don Stefano e don Luca, di investire nuove energie perché la collaborazione e la comunione tra le vostre realtà permetta un reciproco arricchimento».
Mons. Giraudo nell’omelia ha invitato i nuovi pastori «a custodire e valorizzare la memoria della propria storia, da portare come ricchezza, ma anche a custodire la memoria del cammino che le parrocchie e la città hanno percorso». «Trovate, infatti, una vigna che è già stata lavorata a lungo, in cui c’è desiderio di continuare a costruire l’essere comunità. Che possiate davvero prendervi cura di quel figlio che vi verrà incontro in ogni volto, in ogni situazione, soprattutto nelle fatiche che incontrerete nella vita di questa comunità così bella».
Don Ramello nel suo primo saluto da parroco ha consegnato tre «sì»: il «sì delle stelle» alla sequela di Maria, venerata nell’abbazia della Pulcherada, il «sì del fiume» su cui è nata San Mauro, segno della grazia di Dio e del paradiso e, infine, il «sì del ponte» che rappresenta l’investimento sull’oratorio e i giovani che i nuovi parroci intendono portare avanti come priorità. «Per noi l’oratorio», ha detto don Ramello, «è un modo di essere comunità che guarda a tutte le generazioni».
«Ci aspettiamo», ha concluso don Votta, «che ci indichiate la rotta e facciate il tifo per noi sostenendoci affinché ogni nostro goal sia fatto da voi».