Il richiamo ideale è sempre rimasto l’appello ai «liberi e forti» che la commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano diffuse nel 1919 per muovere i primi passi al cattolicesimo democratico. Giovedì 11 luglio l’associazione di animazione politica «Popolari Piemontesi» torna sullo slogan di Luigi Sturzo per sondare fra i cattolici democratici dell’era post-democristiana – convocati da varie zone del Nord Italia – se esistano spazi di convergenza nella vita democratica in una prospettiva «popolare, sociale e solidale di ispirazione cristiana».
Il titolo dell’incontro in programma dalle 14.30 alle 19 presso l’Hotel Diplomatic di via Cernaia 42 è esplicito: «La nuova stagione dei ‘liberi e forti’». Spiega Alessandro Risso, uno dei promotori: «i Popolari piemontesi si sono recentemente chiesti ‘Che fare?’ per provare a dar vita a una nuova stagione dei ‘liberi e forti’, così necessaria per il nostro Paese. Insieme ad altre realtà del Nord Italia propongono il pomeriggio di confronto a Torino per definire una possibile azione comune».
L’incontro si apre con una relazione di Alberto Guasco, docente di Storia contemporanea alla Link University di Roma introduttiva: «Cosa farebbe oggi Sturzo». Segue un confronto a tre voci sul tema «Costruire un percorso comune» tra Domenico Galbiati (Politica Insieme), Giorgio Merlo (Rete Bianca) e Lorenzo Dellai (Unione per il Trentino) con dibattito tra i presenti.
La seconda parte dell’incontro è introdotta da una relazione di Risso su «I capisaldi di un programma condiviso ed efficace», con successivo dibattito «per individuare i punti caratterizzanti di un ‘partito di programma’ nella più autentica – e moderna – concezione sturziana».