L’avvio della fase due della pandemia a Torino ha riacceso il dibattito intorno alla mobilità ciclabile.
L’amministrazione Appendino lo scorso 13 maggio, alla vigilia delle riaperture del 18 maggio, ha presentato il piano di potenziamento della rete ciclabile cittadina sia a supporto del sistema di trasporto pubblico sia contro l’uso eccessivo dell’auto privata.
Si tratta di 95 chilometri di nuove piste, zone con limite di velocità di 20 km orari lungo i controviali dei corsi e «bike lane» (corsie riservate alle bici tracciate con la vernice che correranno sul lato destro della carreggiata di 11 corsi o vie della città) in aggiunta all’attuale rete di 200 chilometri di ciclabili.
Un piano da 2,5 milioni di euro, di cui uno già disponibile, che attende i finanziamenti annunciati dal Governo.
I lavori hanno preso il via la scorsa settimana sull’asse di corso Francia con il collegamento delle piste già esistenti in piazza Bernini e in piazza Rivoli e ora proseguono nel tratto verso piazza Massaua. Altri lavori sono in corso in piazza Statuto per la realizzazione di nuovi attraversamenti ciclabili e pedonali per migliorare il collegamento fra le infrastrutture di mobilità sostenibile presenti.
Il progetto ha il suo fulcro nei controviali a 20 km all’ora in 20 corsi cittadini. Secondo le linee generali presentate dal Comune nei punti in cui il tratto di controviale è ampio si procederà a realizzare una pista ciclabile con a fianco la sosta delle auto sul modello di quelle costruite la scorsa estate in corso Lecce e via Nizza; dove non è possibile si opterà per la «bike line» su carreggiata veicolare esterna alla sosta, lungo undici traiettorie: corso Lecce (lato ovest), via Gorizia, corso Svizzera, corso Giambone, via Lancia, via Cigna, corso Tazzoli, via Foglizzo, corso Racconigi, corso Dante (cavalcavia), via Giordano Bruno.
Il piano si è da subito scontrato con cittadini, commercianti, Circoscrizioni e associazioni per la mancanza di un progetto condiviso per ogni area d’intervento.
«Vedersi arrivare al mattino presto le ruspe sotto casa, davanti al proprio negozio, senza sapere nulla, non è mai una bella cosa», afferma Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione 4, «non ho visto il progetto su corso Francia e piazza Rivoli che, infatti, presenta criticità che si sarebbero potute evitare. Non l’hanno visto neanche i cittadini e i commercianti. Solo la scorsa settimana, a lavori iniziati, sono stato convocato dall’assessore ai Trasporti Maria Lapietra. Come Circoscrizione siamo certamente favorevoli al potenziamento della mobilità ciclabile ma, anche in una fase di emergenza come la pandemia, è essenziale la condivisione dei progetti con i territori e la comunicazione degli stessi. Chi vive e lavora sul territorio conosce i problemi e può contribuire ad evitare l’insorgere del disagio o la contrapposizione fra ciclisti, automobilisti, commercianti e residenti, certamente controproducente».
Momenti di tensione si sono verificati la scorsa settimana quando un’ordinanza comunale aveva disposto la rimozione temporanea, ma immediata, di un dehor in piazza Rivoli per consentire i lavori del collegamento ciclabile. Si tratta di una delle attività commerciali che aveva appena riaperto dopo il lockdown. In seguito alle proteste dei Comitati cittadini, in solidarietà ai titolari dell’esercizio commerciale, il Comune ha apportato modifiche al progetto.
«Certamente, soprattutto in questo momento, i commercianti vanno sostenuti», dice Gabriele Del Carlo dell’assessorato ai Trasporti, «è stato un errore contenuto nell’ordinanza. La rimozione del dehor avrebbe comportato anche dei costi, tempestivamente abbiamo mutato il piano facendo passare la pista con uno slalom».
Fra i cittadini continua il malcontento per la rimozione di parcheggi in una zona ad alta densità di popolazione.
«Non si può procedere senza un metodo di concertazione», evidenzia Lorenzo Paparo, presidente del Comitato spontaneo di cittadini Parella Sud-Ovest, «il Comitato è favorevole all’implementazione di nuove ciclabili, ma devono essere realizzate coinvolgendo i territori interessati, nel rispetto delle norme e optando su percorsi che riducano al massimo l’eventuale ‘contrasto’ tra il traffico veicolare e quello ciclabile. Collaboriamo con le varie associazioni del territorio, anche con quelle dei ciclisti con cui c’è un dialogo proficuo. Conosciamo i nostri quartieri, chiediamo quindi all’amministrazione almeno di pubblicare i progetti, anche su Facebook, in modo che cittadini e residenti possano fare delle osservazioni costruttive. Crediamo che l’amministrazione debba puntare al bene comune attraverso un metodo che eviti scontri e disagio».
«I lavori su corso Francia fanno parte del biciplan approvato nel 2013 dall’allora Giunta Fassino a cui la Circoscrizione 4 era favorevole», replicano dall’assessorato ai Trasporti, «per evitare il blocco del traffico e il sovraccarico del sistema di trasporto pubblico dovevamo intervenire rapidamente vista la ripartenza nella fase due dell’epidemia. Siamo certamente disponibili al dialogo con le Circoscrizioni e i cittadini per effettuare migliorie sulle infrastrutture».
«Non intendiamo alimentare uno scontro fra ciclisti e automobilisti», ha evidenziato il sindaco Chiara Appendino nella video-conferenza Facebook di annuncio del piano, «agevolando la mobilità sostenibile individuale si tutelano anche i cittadini che non possono abbandonare l’auto privata. È importante in questo momento favorire un uso condiviso degli spazi pubblici. È impensabile che tutti utilizzino l’auto privata per spostarsi, sia per motivi ambientali sia per problemi legati alla gestione del traffico».
Altre polemiche si concentrano sul progetto della pista ciclabile che collega Collegno a piazza Bernini finanziata per metà dalla Regione Piemonte e per metà dal Comune di Torino per un totale di 200 mila euro. Il tratto incriminato è quello su strada Antica di Collegno. «Proponiamo di far passare l’infrastruttura altrove», evidenzia Paparo del Comitato Parella Sud-Ovest, «su quella via non può essere realizzata una pista bidirezionale lasciando anche i parcheggi: non sarebbero rispettati gli spazi di legge per il passaggio del pullman». «Abbiamo proposto», replica il presidente Cerrato, «di ridurre l’ampiezza delle corsie della ciclabile».
I prossimi cantieri, dopo quelli partiti in corso Francia, piazza Bernini, piazza Rivoli e piazza Statuto, saranno avviati in corso Vittorio Emanuele II (da Porta Nuova al Po), in via Nizza fino in piazza Carducci e in corso Marche.