Elezioni, come si usano le nuove schede elettorali

Per votare alle Elezioni Politiche del 4 marzo basta tracciare una croce sul simbolo del partito preferito, non sono permessi voti di preferenza. Due terzi del Parlamento saranno eletti con metodo proporzionale, un terzo col maggioritario

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Fac simile scheda elettorale Camera Deputati

Domenica 4 marzo (seggi aperti dalle 7 alle 23) gli italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento – 630 deputati, 315 senatori – con un sistema di voto nuovo, il cosiddetto «Rosatellum» (legge 165/2017).

È un sistema misto: stabilisce che circa due terzi dei parlamentari vengano eletti con metodo «proporzionale» (386 deputati alla Camera, 193 senatori), circa un terzo con metodo «maggioritario» (232 deputati, 116 senatori).

Gli elettori avranno in mano due schede: una per la Camera dei Deputati (colore rosa), una per il Senato della Repubblica (colore giallo, scheda riservata ai cittadini che hanno compiuto 25 anni).  Ciascuna scheda consentirà di votare contestualmente sia per i parlamentari da eleggere con metodo maggioritario, sia per quelli da selezionare con il proporzionale.

MAGGIORITARIO. Per il voto «maggioritario uninominale» – sia per la Camera che per il Senato – il territorio nazionale è stato diviso in centinaia di collegi elettorali.

All’interno di ciascun collegio i partiti (o più partiti uniti fra loro in coalizione) presentano un solo candidato.

Gli elettori votano all’interno del proprio collegio di residenza, indicando il partito preferito (o coalizione) insieme al suo candidato, quello il cui nome appare già scritto sulla scheda.

In ogni collegio  risulta eletto il candidato che conquista più voti degli avversari, anche solo un voto in più. Tutti gli altri candidati sono sconfitti.

Nel territorio dell’ex provincia di Torino il voto maggioritario si svolge in 9 collegi per la Camera del Deputati (di cui 4 a Torino) e in 4 collegi per il Senato (di cui 1 a Torino e 1 a cavallo fra Torino e la cintura ovest).

PROPORZIONALE. Per il voto proporzionale i partiti presentano ulteriori liste di candidati, riferite a collegi elettorali molto più vasti rispetto a quelli del voto maggioritario. Torino e Collegno – facciamo solo questo esempio –  compongono un solo grande collegio per il voto proporzionale alla Camera.

Le liste di partito per il proporzionale sono composte da pochi candidati: non più di 4.

Gli elettori non votano direttamente per questi candidati, non possono esprimere preferenze.

L’unico indicazione che gli elettori hanno espresso nel voto maggioritario per questo o quel partito si trasferirà automaticamente anche al voto proporzionale, a vantaggio del medesimo partito.

Nel voto proporzionale i  partiti conquistano i seggi parlamentari «in proporzione» ai voti che raccolgono; i candidati vengono eletti in ordine di lista. I metodi di calcolo sono piuttosto complessi, ci limitiamo a dire che per la Camera sono in palio 14 seggi parlamentari in tutto il territorio dell’ex provincia di Torino; per il Senato 14 seggi nel territorio dell’intero Piemonte.

SOGLIE DI SBARRAMENTO. Nel voto proporzionale, per poter essere ammessi alle ripartizione dei seggi parlamentari i partiti devono aver conseguito almeno il 3% dei voti validi a livello nazionale. Le coalizioni devono aver conseguito almeno il 10% a livello nazionale (con almeno uno dei partiti coalizzati che abbia conseguito il 3%).

I partiti che a livello nazionale non raggiungono nemmeno l’1% non concorrono alla formazione del quorum della coalizione.

Al Senato accedono alla ripartizione proporzionale anche i partiti (o coalizioni) che non raggiungono le soglie di sbarramento nazionale, ma hanno raggiunto il 20% a livello regionale.

LE SCHEDE. Le schede elettorali appaiono uguali per il Senato e per la Camera (qui riprodotta in fac simile), cambiando naturalmente i nomi dei candidati. Sono suddivise in tante aree quanti sono i partiti o i gruppi di partiti (coalizioni) che concorrono alle elezioni.

Nello spazio superiore di ogni area è indicato con evidenza un nome: è il candidato al voto maggioritario del partito o dalla coalizione che appare  con i relativi simboli.

A fianco di ogni simbolo di partito sono indicati anche i candidati per il voto proporzionale.

COME SI VOTA. Il modo più semplice per esprimere il voto è tracciare una croce sul simbolo del partito preferito. La scelta del partito – così espressa – si estende automaticamente  sia al candidato del partito per il voto maggioritario, sia ai candidati per il proporzionale.

Una seconda modalità di voto consiste nel tracciare la croce non sui simboli di partito ma sul nome di uno candidato al voto maggioritario. Chi sceglie questa modalità deve sapere che il voto si estenderà comunque anche ai partiti (se la candidatura è legata a un solo partito si estenderà integralmente a quel solo partito; se la candidatura è legata a più partiti coalizzati, il voto sarà ripartito fra tutti questi partiti rispettando le proporzioni di voto da essi conseguite complessivamente nel collegio).

Non è permesso  tracciare segni ulteriori sulla scheda. Non è permesso scegliere fra i candidati della lista proporzionale. Non è permesso indicare per scritto il nome di un candidato. Non è infine consentito il «voto disgiunto», cioè non è permesso tracciare croci su un partito e sul candidato di un partito diverso al maggioritario. In tutti questi casi la scheda elettorale viene annullata.

 

RIASSUMENDO. Ogni scheda elettorale consentirà di stabilire: 1) il partito e il candidato indicato dall’elettore per il voto maggioritario; 2) i candidati che l’elettore ha votato automaticamente  per il voto proporzionale, come conseguenza necessaria del voto maggioritario.

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