La direzione di Embraco, multinazionale brasiliana, ha confermato la decisione di licenziare 497 lavoratori nello stabilimenti di Riva presso Chieri. Accadrà fra due mesi. Sta concretizzandosi l’incubo peggiore per i lavoratori e per le famiglie che manifestano da mesi contro lo smantellamento del sito produttivo. Il 16 gennaio era iniziati i 75 giorni che preludono al licenziamento, i sindacati speravano in una riapertura di trattative, ma non c’è stata. Sembrano cadute nel vuoto anche le esortazioni dell’Arcivescovo di Torino Nosiglia, che aveva incontrato i lavoratori davanti alla fabbrica sollecitando un ripensamento da parte di Embraco. Secondo quanto si apprende, una delegazione dei lavoratori incontrerà Papa Francesco nei prossimi giorni.
La fabbrica aveva rischiato di chiudere già nel 2004, e l’aveva spuntata. A quel tempo s’era pensato di avere passato il peggio, che la produzione di un nuovo compressore avrebbe mantenuto all’Embraco il ruolo di azienda di punta del gruppo Whirlpool. «Ma ci sbagliavamo» commenta amara un’operaia. «Anzi, alcuni di noi erano stati inviati in Slovenia per avviare un nuovo impianto, per insegnare il lavoro a chi adesso ce lo toglie».