Slitta a lunedì prossimo, 19 febbraio, l’incontro in programma giovedì 15 al ministero dello Sviluppo economico tra il ministro Carlo Calenda, l’Embraco e le rappresentanze sindacali e dei lavoratori. L’hanno annunciato il 14 febbraio i sindacati.
L’azienda del gruppo Whirlpool nell’incontro avvenuto in Prefettura a Torino giovedì 8 febbraio con il ministro Calenda aveva chiesto una settimana di tempo per valutare l’ipotesi di sospendere i 500 licenziamenti annunciati dello stabilimento di Riva presso Chieri, che entreranno in vigore fra 40 giorni, e ricorrere alla cassa integrazione, consentendo di avviare processi di rilancio industriale dell’area.
«Ci auguriamo che sia un rinvio tecnico», dichiara Claudio Chiarle, segretario generale della Fim-Cisl, «utile per portare buone notizie al tavolo sindacale con il ritiro delle procedure di licenziamento, l’avvio della cassa integrazione e un Piano Industriale dell’azienda che non trascuri nessuna possibilità per tutelare l’occupazione. Inoltre auspichiamo che anche il Ministro Calenda trasformi in proposte concrete i suoi impegni per tutelare i lavoratori Embraco».
«Il fatto che l’azienda chieda altro tempo», affermano Dario Basso, segretario della Uilm Torino e Vito Benevento, responsabile Embraco per la Uilm, «è un fatto molto negativo perché la strada indicata dal Governo e concordata con le organizzazioni sindacali è chiara e prevede il ritiro dei licenziamenti e l’attivazione degli ammortizzatori sociali. È evidente che in questo modo aumenta l’incertezza sul futuro dei lavoratori, che tra 40 giorni saranno licenziati. L’azienda, ancora una volta, si dimostra sprezzante nei confronti dell’Italia e non bada alle pesanti ripercussioni sociali del suo operato».
Anche per Federico Bellono della Fiom Torino «il rinvio dell’incontro al Mise per Embraco rappresenta una pessima e preoccupante notizia, innanzitutto per i lavoratori. Al momento l’iniziativa del Governo non ha prodotto risultati concreti e il tempo stringe. Certo è che il comportamento dell’azienda è inqualificabile, denota l’assenza di qualsiasi responsabilità sociale e la sola volontà di disimpegnarsi da qualsiasi obbligo».