Finalmente si apre una speranza per 500 lavoratori dello stabilimento Embraco di Riva presso Chieri e per le loro famiglie.
La multinazionale brasiliana del gruppo Whirlpool, che negli ultimi mesi aveva annunciato la chiusura della fabbrica piemontese per abbattere i costi e delocalizzare la produzione in Slovacchia, si è sempre dimostrata irremovibile di fronte alle richieste del Governo e dei sindacati di sospendere i licenziamenti e avviare la cassa integrazione, consentendo il rilancio industriale dell’area. Neanche l’intervento di Papa Francesco, che lo scorso 7 febbraio aveva ricevuto in Vaticano i lavoratori dell’Embraco, era riuscito a smuovere le coscienze dei dirigenti della Whirlpool.
Dopo trattative dirette e un lavoro di mediazione tra il ministro Carlo Calenda (con l’intervento del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani) e il numero uno di Whirlpool, Marc Bitzer, l’azienda nel corso del Tavolo tenutosi il 2 marzo a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico ha accettato di sospendere i licenziamenti e di prorogare la sua uscita dallo stabilimento torinese di Chieri al 1 gennaio 2019, in modo da garantire la reindustrializzazione. Nel frattempo i lavoratori resteranno in forza all’azienda che produce compressori per frigoriferi e, seppur parzialmente, continueranno a produrre. Le buste paga degli operai non dovrebbero soffrire di un eventuale orario ridotto e saranno calcolate sulle 8 ore giornaliere, non è previsto nessun ricorso alla cassa integrazione. Il prossimo 25 marzo, dunque, quando scadranno le procedure di licenziamento e dovrebbero partire le lettere di mobilità, tutto verrà bloccato.
L’accordo raggiunto il 2 marzo al Ministero tra Governo, azienda e sindacati prevede una piena responsabilizzazione della Whirlpool che per favorire i nuovi progetti cederà l’impianto chierese, sborserà una sorta di dote finanziaria per gestire le transizioni e coopererà a tutta l’operazione fino al buon esito.
Per favorire il rilancio industriale dello stabilimento sarà attivato un fondo del Cipe attraverso il coinvolgimento di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa).
“L’accordo è stato raggiunto”, ha confermato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda subito dopo il Tavolo al Ministero, “saranno sospesi i licenziamenti per avere il tempo di operare sulla reindustrializzazione su cui Embraco e Whirlpool si sono impegnate”.
“Embraco”, ha dichiarato la multinazionale in una nota diffusa in seguito al vertice a Roma, “ha presentato una nuova soluzione alternativa per sostenere i dipendenti di Riva presso Chieri per un periodo di tempo più esteso, mantenendo le proprie attività operative fino alla fine del 2018. Embraco rimane impegnata a lavorare, nelle prossime settimane, in stretta collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori e con le istituzioni per finalizzare un accordo legalmente sostenibile e nei migliori interessi di lungo periodo per tutto il personale coinvolto”.
Veglia a Chieri – Intanto la sera del 6 marzo nel Duomo di Chieri l’Arcivescovo Nosiglia ha presieduto una Veglia di preghiera per i lavoratori e le proprie famiglie annunciata dopo la notizia, del 19 febbraio scorso, di licenziamenti di massa nello stabilimento di Riva presso Chieri. Ora la crisi è congelata, i posti di lavoro sono salvi fino alla fine dell’anno.
Calenda e Chiamparino nella fabbrica chierese – Il 7 marzo il ministro Calenda ha preso parte alle assemblee dei lavoratori dell’Embraco nella fabbrica di Riva di Chieri, per discutere sull’intesa raggiunta a Roma venerdì scorso. Accanto al ministro sono intervenuti anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero e l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri.