Festival del Lavoro, gli incontri della Diocesi per il 1° maggio

Torino – Sarà «Festival» del Lavoro, fatto di preghiera e di riflessione. Anche quest’anno il 1° maggio della Chiesa torinese, san Giuseppe Lavoratore, affiancherà le grandi manifestazioni sindacali con appuntamenti di analisi e confronto sui tempi del lavoro. Parla il direttore della Pastorale del Lavoro Alessandro Svaluto Ferro

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Il volantino della Festa dei lavoratori diocesana, che per la comunità cristiana celebra san Giuseppe artigiano, si ispira al «Quarto stato» il celebre quadro che Pelizza da Volpedo ha realizzato nel 1901, diventato icona dei lavoratori che nel Novecento erano povera gente che non riusciva a mettere insieme due pasti al giorno. A più di un secolo di distanza, oltre alla povera gente senza lavoro, ci sono frotte di giovani diplomati e laureati (che a Torino sfiorano il 40%) i cui padri, se non l’hanno già perso guardano alla pensione con disillusione. Quali sono le preoccupazioni di questo Primo Maggio? L’abbiamo chiesto ad Alessandro Svaluto Ferro, direttore della Pastorale sociale della diocesi che con l’èquipe sta preparando le celebrazioni diocesane.

Alessandro Svaluto Ferro

«Non possiamo negare che il clima che siamo vivendo in questo tempo storico non sia favorevole a politiche di inclusione al lavoro. Per questo, a margine della Festa del lavoro dello scorso anno, riflettendo con l’Arcivescovo, abbiamo deciso di progettare un percorso che coinvolgesse tutti gli attori sul territorio per arrivare al 2019 con una proposta per la città che non fosse solo di  ‘contemplazione delle piaghe che affliggono il mondo del lavoro’ o di partecipazione alle giuste rivendicazioni delle manifestazioni dei lavoratori. Ma, sulla scorta della Dottrina sociale della Chiesa ci siamo detti che la comunità cristiana ha il dovere di celebrare il lavoro che dà dignità.

Per questo avete intitolato le celebrazioni «Festival del lavoro»?

Sì, vogliamo riunire tutte le realtà vitali della città, le associazioni, le cooperative sociali, i sindacati, le imprese, la formazione professionale, gli amministratori per confrontarci su come dare «futuro al lavoro». E partiamo proprio di qui: questo è il tema della Veglia di preghiera  per il mondo del lavoro che mons.Nosiglia  presiede martedì 30 aprile significativamente presso l’Istituto Agnelli, cittadella dei giovani con le scuole salesiane, un liceo, l’istituto tecnico, la formazione professionale, che da sempre danno futuro ai giovani.  In quell’occasione presenteremo un elaborato comune che abbiamo definito in questi mesi sui temi della formazione, della rappresentanza, dell’impresa e dell’accompagnamento al mondo del lavoro a cui molte realtà stanno contribuendo coordinate dal nostro Ufficio.

Quali sono i temi?

Riteniamo che il nostro territorio non abbia futuro se i giovani non entreranno a pieno titolo nel mondo del lavoro, se non c’è attenzione alla persona, se non c’è inclusione sociale attraverso l’occupazione. Per questo durante la veglia verranno restituiti ai presenti tre tappe della nostra riflessione e delle nostre azioni sul territorio, in rete con le varie realtà che si occupano di lavoro. E  cioè l’educazione  al lavoro con i giovani attraverso le attività di alternanza scuola lavoro seguite dal nostro Ufficio, l’orientamento e il sostegno alla formazione professionale non come scelta di ripiego o di serie B ma come vocazione ad un mestiere per valorizzare, sulla scorta dei nostri santi sociali, l’intelligenza nelle mani. Seconda tappa, in collaborazione con i sindacati, l’educazione alla partecipazione per la promozione della giustizia sociale. Infine il focus sulla creazione del lavoro in un tempo di crisi: presenteremo alcune esperienze di «rigenerazione dell’impresa», il lavoro che si fa impresa: lavoratori che unendo competenze e voglia di fare insieme agli imprenditori hanno contribuito a riavviare le loro aziende.

Buone prassi insomma che mettono in circolo positività…

Esattamente: i temi della Veglia verranno approfonditi nel seminario del 4 maggio che abbiamo voluto dedicare proprio ai giovani nel mondo del lavoro inventando il termine «InnovAttori di futuro» ad indicare che l’esperienza del Laboratorio giovani e lavoro portato avanti dal nostro Ufficio (e che proseguirà nei prossimi mesi) e che verrà «raccontato» durante la mattinata illustrando i risultati ottenuti ha come obiettivo l’accompagnamento dei giovani per renderli protagonisti della loro crescita.  Al termine del Festival diffonderemo un manifesto frutto del lavoro di rete di questi mesi dove verranno identificate piste d’azione per passare dalle parole ai fatti.

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