Francesco: “per vedere Dio, liberate il cuore!”

Vaticano – Un richiamo, nella tradizionale Udienza del mercoledì, a comprendere il significato della purezza di cuore. Nella stessa giornata, nella Messa a Santa Marta l’esortazione a quanti operano nei media ad alleviare il senso di isolamento delle persone

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Papa Francesco - foto Sir

“Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, che lavorano per comunicare, oggi, perché la gente non si trovi tanto isolata; per l’educazione dei bambini, per l’informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura”.
Così Papa Francesco mercoledì 1 aprile nella Messa quotidiana a Santa Marta ha aperto la giornata invitando i giornalisti ad essere consapevoli del proprio ruolo e della propria responsabilità in questo tempo di pandemia e di isolamento.

Parole di incoraggiamento riprese anche nei saluti al termine dell’Udienza poche ore dopo
“Gesù è l’amico fedele “che riempie di felicità la nostra vita, anche nei momenti difficili”, che ci “accompagna e mai delude”. In lui e con lui non siamo soli e nella sua Croce i nostri cuori trovino, “sostegno e conforto in mezzo alle tribolazioni della vita”.

Saluti al termine di una catechesi dedicata alla sesta beatitudine, ai “puri di cuore”.
A quella condizione che permette al cristiano di vedere Dio, di svincolarlo dagli schemi.

“Il cammino dal cuore malato, dal cuore peccatore, dal cuore che non può vedere bene le cose, perché è nel peccato, alla pienezza della luce del cuore”, ha spiegato il Papa, “è opera dello Spirito Santo. E’ lui che ci guida a compiere questo cammino. Ecco, attraverso questo cammino del cuore, arriviamo a “vedere” Dio”.

“In questa visione beatifica”, ha proseguito, “c’è una dimensione futura, escatologica, come in tutte le Beatitudini: è la gioia del Regno dei Cieli verso cui andiamo. Ma c’è anche l’altra dimensione: vedere Dio vuol dire intendere i disegni della Provvidenza in quel che ci accade, riconoscere la sua presenza nei Sacramenti, la sua presenza nei fratelli, soprattutto poveri e sofferenti, e riconoscerlo dove Lui si manifesta”

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