Freddo polare a Torino, l’appello del Vescovo per l’emergenza

“Occorre una concreta azione di accoglienza diffusa” – Nella Messa in suffragio dei senza dimora defunti celebrata il 25 febbraio nella chiesa dei Santi Martiri l’Arcivescovo ha rilanciato l’appello diffuso il giorno precedente a parrocchie, comunità religiose e alla città ad ampliare i servizi di ospitalità verso chi dorme in strada

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Nella Messa in suffragio dei senza dimora defunti che l’Arcivescovo ha celebrato domenica 25 febbraio nella chiesa dei Santi Martiri, in via Garibaldi a Torino, mons. Nosiglia ha rilanciato l’appello diffuso il giorno precedente a parrocchie, case religiose e alla città per far fronte all’emergenza causata dalle temperature particolarmente rigide di questi giorni in città: “sono numerosi i senza tetto che non vogliono trovare riparo nei diversi dormitori pubblici allestiti”, ha detto l’Arcivescovo, “in quanto, come mi riferiscono molti di loro, si tratta di luoghi anonimi dove non si sentono accolti come persone”.

Ed ecco allora l’invito a parrocchie, comunità religiose e civili ad una concreta azione di “accoglienza diffusa”.

“Non si tratta di un’iniziativa complessa”, ha sottolineato, “si tratta, invece, di offrire a persone senza dimora ‘un angolo di casa’,  delle nostre parrocchie, delle nostre dimore, dove poter trascorrere la notte, al riparo dal freddo. In questo modo, oltre ad offrire dei servizi come la colazione, la cena la sera se possibile, l’utilizzo di una doccia, soprattutto si instaura un clima familiare. L’incontro e le conoscenza tra persone arricchisce gli uni e gli altri e stabilisce un’amicizia che va poi ben oltre l’uso di un angolo di casa e può diventare condivisione dei problemi e fonte di sostegno morale oltre che materiale”.

Per mons. Nosiglia “un angolo di casa non è solo progetto di assistenza. È soprattutto un’occasione di incontro ed educazione della comunità o della famiglia all’autentica carità. La presenza continuativa di persone in povertà assoluta è uno stimolo concreto a vivere una fede che si fa opera nella carità. Mentre si accoglie il povero, si prega per lui, lo si considera dentro alla propria famiglia o comunità”.

L’Arcivescovo ha dunque spronato la comunità ecclesiale e civile ad “attivare una progettualità condivisa con tutte le componenti, sia istituzionali che di volontariato coinvolte ad affrontare il problema dell’emergenza freddo, secondo criteri di umanità e amore: le mense, i dormitori, le comunità di accoglienza, i centri di ascolto, le attività di orientamento al lavoro sono tutti ottimi servizi ma che devono mettere al centro di tutto  le persone riconosciute nei loro diritti di giustizia e di umanità quali soggetti, come ogni altro cittadino”.

 

Di seguito pubblichiamo l’appello che l’Arcivescovo sabato 24 febbraio ha rivolto a parrocchie, case religiose, associazioni ecclesiali e alla città per far fronte all’emergenza freddo di questi giorni:

«Le previsioni meteorologiche annunciano per i prossimi giorni un freddo molto intenso e pungente soprattutto di notte. Perciò chiedo a tutte le parrocchie, case religiose, associazioni e movimenti ecclesiali di accrescere l’impegno per avvicinare le persone che, nel proprio territorio (nel Centro storico soprattutto), dormono per strada e necessitano di assistenza. Dove è possibile, chiedo che si aprano nuovi servizi per l’ospitalità notturna. Anche l’Arcivescovado e gli altri dormitori promossi dalla diocesi intensificheranno i servizi di accoglienza.

Si tratta di cose molto concrete: c’è bisogno di coperte, abiti pesanti, scarpe; e pasti e bevande calde. Ma proprio questi gesti concreti sono segno di un “servizio” che per i credenti è l’amore stesso di Dio; ed è, in questo tempo di Quaresima, un richiamo forte alla nostra conversione e preparazione alla Pasqua.

So che anche la Città sta potenziando i propri servizi e aprendone di nuovi: è uno sforzo che tutti, per quanto possiamo, dobbiamo appoggiare, perché questa emergenza che tocca i più bisognosi e fragili fra noi riguarda la nostra comunità intera».

+ Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino

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