Giornata della Vita il 4 febbraio, affrontare la piaga degli aborti

Nodo irrisolto – Le interruzioni chirurgiche di gravidanza nel nostro Paese risultano in diminuzione, ma sta aumentando il ricorso silenzioso alla pillola abortiva «del giorno dopo»

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Anche quest’anno, in occasione della Giornata per la Vita 2018, sono previste iniziative di sensibilizzazione in varie località della diocesi di Torino. Si segnala a Bra, fra gli appuntamenti, lo spettacolo «A te che sei – Musica per la vita», promosso dalle parrocchie di Bra, Bandito e Sanfrè sabato 3 febbraio alle 21  (ingresso libero, Auditorium Centro Arpino). A Torino la parrocchia di Santa Rita (piazza Santa Rita) ospita martedì 6 febbraio alle 21 un incontro con la scrittrice Costanza Miriano sulla maternità. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in tutta la Terra 56 milioni di aborti ogni anno, in aumento di 6 milioni rispetto agli ultimi decenni del Novecento. Un genocidio silenzioso che sembra non indignare nessuno. Parla solo la Chiesa, parlano alcuni (pochi) cristiani. In Italia stanno calando gli aborti chirurgici, ma aumentano quelli ottenuti con la pillola abortiva «del giorno dopo». A livello mondiale la terribile statistica degli aborti è pubblicata dal periodico «The Lancet», autorevole rivista scientifico-medica, ma non ne troverete cenno su alcun media, né cartaceo né digitale. L’ha pubblicato «Sìallavita», mensile del Movimento per la vita. .

In Italia è «inverno demografico» – Su circa 60 milioni di abitanti, i nati in Italia nel 2016 sono stati 473.438: meno della metà rispetto al 1946, quando gli italiani erano 45.540.000 e i nati furono 1.039.432. Secondo le relazioni che il Ministero della Salute pubblica ogni anno, il numero degli aborti notificati dalle Regioni è stato di 87.639 nel 2015, con una diminuzione del 9,3 per cento rispetto ai 96.578 del 2014 e ai 102.760 del 2013. Le interruzioni volontarie della gravidanza risultano più che dimezzate rispetto alle 234.801 del 1983, anno in cui si toccò il picco più alto, ma – come denuncia il Movimento per la Vita – le relazioni del Ministero non tengono conto dell’effetto delle pillole abortive «del giorno dopo», erroneamente definite «contraccettivi d’emergenza». Nel 2016 sono state vendute oltre 700.000 confezioni della «pillola del giorno dopo» e «dei cinque giorni dopo», «farmaci che impediscono l’annidamento – scrive «Sì alla vita» -, che rendono inospitale per l’embrione la parete dell’endometrio e realizzano un aborto precocissimo». Dal 1978 sono stati registrati in Italia oltre 6 milioni di aborti, ai quali vanno dunque sommati gli «aborti sommersi» provocati dalle pillole, sui quali non si hanno cifre. Comunque un numero elevatissimo, pari agli abitanti di Roma, Milano, Napoli e Bologna sommate.

Segni di speranza in una cultura di morte – Sono i 8.301 bambini salvati, 13 mila gestanti assistite nelle gravidanza, 18 mila donne aiutate nel 2017, come documenta il dossier «Vita Cav»: «Grazie alla sinergia tra il servizio di ascolto “Sos Vita” e la capillare rete dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav) è possibile accogliere e sostenere le madri con gravidanze difficili o indesiderate. Prevenire l’aborto è possibile se si offrono alternative a donne spesso costrette dal bisogno, dalla solitudine, dalla ignoranza». Grazie al silenzioso servizio dei Cav – il primo fu fondato a Firenze nel 1978 da Carlo Casini – sono nati oltre 190 mila bambini, sono state aiutate oltre 700 mila donne, delle quali poco meno della metà gestanti.

«L’amore dà sempre vita» – Si apre con queste parole di Papa Francesco il messaggio del Consiglio permanente Cei per la 40ª Giornata per la vita di domenica 4 febbraio 2018 «Il Vangelo della vita, gioia per il mondo». Le cifre terrificanti devono far riflettere. Sottolineano i vescovi: «La gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo». Richiamano il monito del Papa sui «segni di una cultura chiusa all’incontro che gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso poveri e migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità. Solo una comunità dal respiro evangelico è capace di guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia, una comunità che sa farsi “samaritana” chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata. Si tratta di vivere con cuore grato la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità. La Chiesa e le famiglie cristiane – che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia – guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo».

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