Giovanni XXIII e Paolo VI, due vite intrecciate

Libro – Angelo Giuseppe Roncalli da Sotto il Monte (Bergamo) e Giovanni Battista Montini da Concesio (Brescia) sono legati da salda amicizia, inattaccabile stima, spontanea venerazione. È la storia di due preti amici, poi Papi, che attraversano larga parte del Novecento. A raccontarla, sulla base di documenti anche inediti, è il libro di Marco Roncalli che tratteggia vite a tratti parallele, a tratti intrecciate

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«Roncalli e Montini durante il fascismo, regnante Pio XII, danno vita ad azioni congiunte per salvare la vita degli ebrei perseguitati e interessano Papa Pacelli per fermare l’esecuzione dei comunisti Agostin Zoroa e compagni condannati a morte in Spagna dal regime franchista». Mons. Montini annota: «Rincresce profondamente che un governo che si proclama cattolico non ascolti le preghiere del Papa». Da una lettera emerge la profonda preoccupazione di Giovanni XXIII di fronte alla partecipazione di preti conservatori a manifestazioni organizzate da movimenti di estrema destra e persino filonaziste. Montini era antifascista per convinzione personale, formazione familiare, educazione alla pace. «Due  uomini simili e diversi» li definisce Benedetto XVI. «Due santi pontefici» per Papa Francesco: «Hanno guidato la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e di grandi domande e sfide». Ha fatto bene Marco Roncalli, pronipote di Angelo Giuseppe Roncalli, a intitolare la sua ultima fatica «Giovanni XXIII e Paolo VI, due vite intrecciate».

Angelo Giuseppe Roncalli da Sotto il Monte (Bergamo) e Giovanni Battista Montini da Concesio (Brescia) sono legati da salda amicizia, inattaccabile stima, spontanea venerazione. Sedici anni di differenza. Nascono il 25 novembre 1881 e il 26 settembre 1897 in una terra da poco più di vent’anni confluita nell’Italia unita (1861). Educati secondo i rigidi canoni della riforma tridentina e nutriti dalla solida «pietas» lombardo-veneta, coltivano rapporti di collaborazione nel servizio alla Santa Sede. Lo attesta Roncalli nella lettera a Montini per la consacrazione episcopale il 12 dicembre 1954: «Compiremo insieme il “sacramentum voluntatis Christi”. Esso impone l’adorazione della croce, ma ci riserba, accanto a essa, una sorgente di ineffabili consolazioni anche per quaggiù. Cara e venerata Eccellenza, non so dire di più. Ma ciò che manca a un più diffuso eloquio, ella me lo legga nel cuore».

L’elezione di Roncalli al soglio di Pietro nel 1958 suscita riserve per l’età avanzata: 77 anni, 1 mese e 3 giorni. Il 19 aprile 2005 è eletto il Papa più anziano (dopo Paolo IV, eletto a 79 anni nel 1555): Joseph Ratzinger, nato il 16 aprile 1927, diventa Benedetto XVI a 78 anni e 3 giorni.

Montini apprezza la statura morale di Roncalli, come documenta il libro «Giovanni XXIII nella mente e nel cuore del suo Successore» di sessant’anni fa con gli scritti dell’arcivescovo di Milano. E il patriarca di Venezia, prima dell’elezione, ricevendo due parenti che risiedevano a Milano, confida in terza persona: «Vedete cos’è accaduto a vostro cugino: vescovo, rappresentante del Papa in Medio Oriente, nunzio a Parigi, patriarca dei veneti. Adesso non gli mancherebbe che il papato, ma questo è irrealizzabile, perché il prossimo Papa sarà il vostro arcivescovo Montini». Ma Montini allora non era  cardinale – una stranezza di Pio XII – gli imporrà la berretta proprio Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958, primo della lista in segno di stima e predilezione. Roncalli ammette candidamente: se Montini fosse stato cardinale già nel 1958 sarebbe stato eletto Papa. Durante la prima sessione del Concilio (1962) lo vuole ospite nei Palazzi Apostolici.

È la storia di due preti amici che attraversano larga parte del Novecento nel servizio alla Chiesa e al mondo e come Papi del Concilio, del dialogo, della pace. A raccontarla sulla base di documenti anche inediti, è questo bel libro di Roncalli che tratteggia vite a tratti parallele, a tratti intrecciate. Un legame davvero singolare ricostruito con grande accuratezza che poggia sulle voci degli ultimi testimoni e sui documenti: oltre 200 lettere, diari, appunti, taccuini, memorie.

Di grande interesse l’analisi delle loro posizioni davanti al fascismo; le azioni congiunte a favore della pace e in soccorso agli ebrei; le opinioni sull’evoluzione in Italia che vedono i due pastori alle prese con le beghe della politica, il mondo del lavoro, la guerra fredda e la «ostpolitik, politica dell’Est». Con responsabilità diverse – Roncalli rappresentante del Papa nell’Est Europa, Montini in cabina di regia (Segreteria di Stato) – operano per la salvezza degli ebrei, dei perseguitati politici, dei condannati a morte dal regime franchista.

Quello che li unisce ancora più strettamente è il Concilio Vaticano II (1962-65): Roncalli ne l’ha l’intuizione e l’«ispirazione dall’Alto», guida la prima sessione e abbozza le prime riforme. Poi muore e passa il timone a Papa Montini che guida l’evento con volontà di ferro e guanto di velluto. Disegna la «Chiesa dei poveri» e attua le riforme con determinazione: rinuncia alla tiara, congeda il patriziato romano, abolisce la corte, scioglie i corpi militari, taglia la commistione fra poteri mondani e autorità religiosa, riforma la Curia. Un taglio netto non solo alle «code» delle cappe cardinalizie e vescovili ma anche agli orpelli e alle incrostazioni del passato.

Rinnova la Chiesa alla luce della Tradizione, ma con lo sguardo al futuro e ai «segni dei tempi»: pace, dialogo, promozione umana, attenzione a poveri e bisognosi.

Operano al servizio della Chiesa in campi differenti e complementari. L’uno (Roncalli) diplomatico in Bulgaria, poi in Turchia e Grecia – salverà migliaia di ebrei -, a Parigi patriarca di Venezia; l’altro (Montini) addetto alla Segreteria di Stato e poi  arcivescovo di Milano. «Due figure differenti, ma unite da un comune sentire per il bene comune e il rinnovamento della Chiesa».

La produzione di Marco Roncalli è ricca e varia: «Il Tigri e l’Eufrate. I fiumi del paradiso» (1993); «Giovanni XXIII. Nel ricordo del segretario Loris F. Capovilla» (1995); «Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli, una vita nella storia» (2007 e 2016); «L’ editoria religiosa in Italia. Contributi e materiali per una storia» (2009); «”Pacem in terris”. L’ultimo dono di Giovanni XXIII» (2013); «Papa Giovanni. Il santo» (2014); «Il tempo della misericordia. Pellegrini, indulgenze, anni santi dalle origini a Papa Francesco» (2015); «Un paese, un santo. Concesio, Paolo VI» (2018); «Un paese, un santo. Sotto il Monte Giovanni XXIII» (2018); «Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata» (2020); «Giovanni XXIII. Il Vaticano II. Un Concilio per il mondo» (2022); «Giovanni Paolo I Albino Luciani» (2022).

Pier Giuseppe Accornero

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