Non si fermano le «le azioni solidali» a cura della rete ecclesiale coordinata dalla Caritas diocesana nei quartieri periferici della città che più soffrono le conseguenze dell’emergenza coronavirus.
Dopo la pizza e la grigliata solidale, accompagnata dalla consegna di pacchi viveri a materiale sanitario nelle case popolari di via Nizza 15-18 e in quelle di corso Grosseto, in collaborazione con la parrocchia del Cafasso, venerdì 5 giugno è stata la volta dei condomini di edilizia popolate di Barriera di Milano in corso Taranto dove si è organizzato un «Girotondo solidale» con distribuzione di viveri e giochi per i bambini. Qui è punto di riferimento la parrocchia della Resurrezione, guidata dal parroco don Luca Cappiello, anche cappellano del vicino ospedale Giovanni Bosco, centro Covid, dove ha confortato molti malati, alcuni deceduti. Per questo a consegnare i pacchi, i giochi e le biciclette donate alla Caritas dalla Chicco, caricati sulle ambulanze messe a disposizione dalla Confraternita della misericordia, c’erano anche gli infermieri del Pronto soccorso del Giovanni Bosco, gli agenti del Commissariato di Barriera di Milano e la Sesta circoscrizione. «La nostra parrocchia» precisa don Luca «lavora in rete con il territorio dove vivono molte famiglie straniere: è una casa aperta a tutti dove il nostro messaggio è il Vangelo di Gesù ma il dialogo, l’accoglienza, il sostegno a chi fa più fatica nel rispetto reciproco non fa differenza di religione o di provenienza. Tanto che tutte le famiglie hanno contribuito a donare anche solo con una piccola offerta un elettrocardiografo al pronto soccorso del Giovanni Bosco che consegneremo come parrocchia sabato 20 giugno nel 15° anniversario della nuova struttura. È il nostro modo per ringraziare gli operatori sanitari che in questi mesi non si sono risparmiati per l’emergenza che ci ha colpiti».
E a dare una mano ai numerosi volontari della parrocchia, da mesi collaborano anche alcuni studenti salesiani della Facoltà di Teologia dell’Università pontificia salesiana della Crocetta di Torino. A distribuire cibo e giocattoli c’erano Peter Bosko, slovacco, che verrà ordinato diacono salesiano sabato 13 giugno a Maria Ausiliatrice, Damiano Slanzi di Padova e Caius Tochi, nigeriano. «Nel fine settimana noi studenti salesiani facciamo apostolato in parrocchia» spiega Peter «il coronavirus ha bloccato tutto e così abbiamo deciso di metterci a disposizione della Caritas per il sostegno alle famiglie in difficoltà laddove c’è bisogno».
E il blocco di questi mesi ha accentuato drammaticamente i divari nella «città a due velocità» come l’Arcivescovo ha definito Torino, dall’inizio recessione che da più di 10 anni morde un territorio, tra i più cassintegrati d’Italia, che ha già pagato prezzi altissimi per la crisi dell’automobile. Gli effetti della pandemia, come ha segnalato più volte dalle colonne di questo giornale Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, da marzo hanno fatto raddoppiare le richieste di aiuto nelle parrocchie e nel Servizio di ascolto centrale Caritas ‘Le Due Tuniche’.
Un disagio che ha spinto l’Arcivescovo a scrivere una lettera, «Passi di speranza», rivolta «agli ospiti dei dormitori, delle mense, poveri e senza dimora, immigrati, detenuti, famiglie assistite e ai volontari che condividono la vita e i problemi di queste persone». Il fascicolo, distribuito con il nostro giornale la scorsa settimana (scaricabile dai siti www.diocesi.torino.it e www.caritas.torino.it.)viene consegnato in questi giorni in tutte le parrocchie della diocesi e nei centri di accoglienza perché venga diffuso a tappeto a volontari e persone in difficoltà per far sentire a tutti la prossimità dell’Arcivescovo e della Chiesa torinese.
E sono in sintonia con i richiami di mons. Nosiglia e con la Chiesa in uscita di papa Francesco i «gesti speciali» che la Caritas diocesana, oltre alle migliaia di aiuti consegnati giornalmente in collaborazione con Banco Alimentare del Piemonte, numerose associazioni di volontariato cittadino, aziende, ha promosso nei quartieri cittadini più ai margini. «Oggi qui alla Resurrezione oltre a generi di prima necessità» hanno precisato Wally Falchi, responsabile del Centro Caritas Le due Tuniche e Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare «grazie ad una donazione della Chicco, abbiamo voluto regalare centinaia di giochi ai bambini, tanti stranieri, che vivono in queste case. I piccoli, in assenza della scuola e costretti a vivere in alloggi angusti e con genitori senza mezzi, sono vittime inermi di questa emergenza: un gioco è poco ma è un pensiero per dire loro che non sono soli».
Chi desidera contribuire con donazioni alla Caritas può utilizzare il conto corrente bancario: IBAN IT81R0329601601000064319198 intestato a: Arcidiocesi Torino – Caritas Causale: «Emergenza Coronavirus» oppure il Conto corrente postale 12132106 intestato a: Caritas Diocesana Torino causale: «Emergenza Coronavirus». Informazioni su: www.caritas.torino.it.
Foto gallery a cura di Renzo Bussio