«Come girare il film della propria vita? La mia vita che film è? Come vedo la mia felicità? E qual è la strada per raggiungerla?».
Sono le domande che oltre seicento giovani provenienti da tutta la diocesi si sono posti nella serata e nella notte di sabato 24 marzo, alla vigilia della Domenica delle Palme, radunati per la Gmg diocesana al Museo del Cinema della Mole Antonelliana.
«Lumiere chi crede vede» era il tema dell’incontro organizzato dalla Pastorale giovanile della diocesi tenutosi in una location d’eccezione, all’interno del simbolo del capoluogo piemontese a disposizione dei ragazzi per tutta la sera e poi, fin nel cuore della notte, nella vicina chiesa di Santa Giulia per la Veglia di preghiera nel giorno in cui la Chiesa universale ha celebrato sia la Giornata mondiale della Gioventù che la Giornata in memoria dei missionari martiri.
Un cammino, insieme all’Arcivescovo Nosiglia, che i giovani hanno percorso nelle sale del Museo nazionale del Cinema; «occasione», ha sottolineato don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile della diocesi, «per ripercorrere la storia dell’uomo che ricerca la visione, che desidera vedere e descrivere la realtà». Ed ecco il tema del «vedere bene», al di là delle apparenze per non costruire attorno a sé una realtà fatta di illusioni e apparenze che lasciano l’amaro in bocca.
Ad accompagnare l’Arcivescovo nella visita la direttrice del Museo Donata Presenti.
La prima parte della serata si è conclusa nell’Aula del Tempio, cuore del Museo, con la proiezione di alcuni spezzoni di film che hanno portato l’attenzione sul tema della Gmg 2018, che si celebra nelle singole diocesi del mondo, proposto da Papa Francesco: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30) nel cammino verso il Sinodo dei Vescovi sui giovani del prossimo ottobre. È intervenuto l’attore Simone Riccioni, protagonista del film «Tiro libero», la storia di un giovane di successo, capitano della squadra locale di basket, a cui viene diagnosticata una distrofia muscolare che lo porta a perdere l’uso delle gambe: riuscirà a trasformare una disgrazia in possibilità di riscatto. Il giovane Riccioni, 29 anni, ha portato la testimonianza del proprio particolare percorso di fede nella sua vita professionale.
«‘Non temere!’ Dio legge anche nel nostro intimo. Egli conosce bene le sfide che dobbiamo affrontare nella vita, soprattutto quando siamo di fronte alle scelte fondamentali da cui dipende ciò che saremo e ciò che faremo in questo mondo», scrive il Papa nel messaggio della Gmg 2018 evidenziando le paure che si annidano nel cuore dei giovani di oggi dove la crisi economica e del lavoro rischia di lasciare ai margini un’intera generazione: in primo luogo quella del futuro, legata alla precarietà, che genera quella dell’inadeguatezza, di non essere accettati per quello che si è. C’è poi quella della solitudine, il timore di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere dunque soli.
Ed ecco la scena finale de «La Vita è bella» di Roberto Benigni (1997): «c’è una grazia nella vita», ha sottolineato don Ramello, «che non è un film sta a noi coglierla per costruire una vita felice».
«Vi chiedo di credere nelle vostre possibilità», così l’Arcivescovo ha spronato i giovani nella Veglia nella chiesa di Santa Giulia, «di mettere a disposizione della Chiesa e della società quanto più di bello avete nel vostro cuore».
«Osate!», ha esortato, «rischiate su Dio come ha fatto Maria. Osate scelte ambiziose che vi portino a puntare in alto verso un di più di amore e generosità».
A guidare le meditazioni, accanto all’Arcivescovo e a don Luca Ramello, c’erano don Alessandro Marino, direttore del Centro diocesano Vocazioni, don Alessio Toniolo, direttore dell’Ufficio missionario della diocesi, e don Luca Peyron, direttore della Pastorale universitaria.
L’Arcivescovo ha poi invitato la gioventù ad «osare portando il Vangelo nei luoghi nei propri ambienti quotidiani, all’università, al lavoro negli spazi di incontro dei ragazzi, sulla strada». «La Chiesa ha bisogno della vostra scossa», ha concluso, «non siate giovani da divano, come disse il Papa nella Gmg 2016 di Cracovia, ma con le scarpe calzate, che aiutano le nostre comunità ad essere Chiesa ‘in uscita’, ad affrontare le sfide che pone il mondo di oggi».
La Veglia è poi proseguita fin nel cuore della notte con l’Adorazione eucaristica.