Grazie don Franco, compagno di strada

Santuario Consolata – Il 1 novembre, nel 9° anniversario dalla morte di mons. Franco Peradotto, presso il ‘santuario dei torinesi’ dove fu rettore per 15 anni, don  Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, ha presieduto una Messa in suffragio dell’amico di una vita

1919
Don Luigi Ciotti ha presieduto la Messa in suffragio di mons. Franco Peradotto, venerdì 1 novembre nel nono anniversario dalla morte

Nove anni fa, il 1° novembre 2010, ci lasciava – dopo una lunga malattia e degenza presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza – mons. Franco Peradotto, per tutti don Franco, «compagno di strada». Così lo ha ricordato don Luigi Ciotti che ogni anno, da nove anni, presiede la Messa in suffragio «dell’amico di una vita e sostenitore di tante battaglie per la giustizia» presso il santuario caro a tutti i torinesi, la Consolata, di cui mons. Peradotto fu rettore per 15 anni, dal 1991 al 2006.

mons. Franco Peradotto

Numerosi gli amici e i parenti che hanno partecipato alla Messa: dal fratello Cesare, ai nipoti di Cuorgnè (dove don Franco è nato il 15 gennaio 1928 ed è stato sepolto), ai confratelli, tra cui don Pier Giuseppe Accornero, giornalista, autore di una corposa biografia su don Peradotto. E i tanti laici suoi collaboratori che lo hanno accompagnato anche nella malattia o che lo hanno conosciuto e apprezzato nelle sue ‘peregrinazioni’ in ogni parrocchia della diocesi che ha percorso in lungo e in largo per decenni per conferenze, ritiri, serate, chiacchierate, Messe, Cresime, Matrimoni…. E poi i giornalisti di cui don Franco fu maestro nella scuola di corso Matteotti 11 (sede fino a 5 anni fa del Centro giornali cattolici) tra cui Marco Bonatti, successore di mons. Peradotto per 28 anni direttore de «La Voce del popolo», il settimanale della diocesi di Torino.

Don Franco – come ha ricordato don Ciotti – collaboratore di tre Arcivescovi (Pellegrino, Ballestrero, Saldarini, vicario e provicario generale) ci ha lasciati nel giorno di Ognissanti: lui che era orgoglioso di servire la diocesi dei santi sociali di cui ha parlato e scritto instancabilmente, non poteva tornare alla Casa del Padre in un giorno più significativo. Soprattutto, don Franco «era un uomo libero, perché, con la Parola, non ha mai fatto sconti, né a destra né a sinistra. Un uomo diretto, ‘franco’, un ottimo giornalista, che scriveva con delicatezza e anche con profonda onestà, al punto che il suo stile e la sua forza, sempre calibrati, sempre puntuali, hanno fatto scuola». Don Peradotto, giornalista professionista dagli anni ’60, fu anche tra i fondatori della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici, di cui fu il secondo presidente per due mandati (1968-74; 1974-80).

don Luigi Ciotti e don Franco Peradotto

Per questo sono in tanti, non solo sotto la Mole, a ricordare con nostalgia e riconoscenza come don Franco sia stato il prete della comunicazione tra la Chiesa e la città – nel 2003 fu insignito del premio ‘Torinese dell’anno’ e nel 2006 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Torino – sempre in dialogo e in ascolto della storia partendo dalla lezione del Concilio Vaticano II (che seguì come giornalista) di cui è stato efficace e appassionato divulgatore in tutt’Italia.

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