Scontro Grillini-Appendino, innocue schermaglie

Sindaco forte – Lo attaccano ma non lo scaricheranno, se cadesse si scioglierebbe anche il  Consiglio Comunale: non accadrà. E la vicenda del Teatro Regio conferma il patto di ferro con la Regione di Sergio Chiamparino

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Chiara Appendino

Attaccano Appendino, ma non la scaricheranno. Per legge, la sopravvivenza dei consiglieri grillini nel Consiglio Comunale di Torino dipende da quella del Sindaco: se un giorno facessero saltare il Sindaco, si dovrebbe tornare a votare sciogliendo un Consiglio nel quale siedono tanti giovani approdati alla loro prima grande occasione politica. Non accadrà.

Appendino dorme sonni tranquilli anche in queste settimane di scontro molto duro con la sua maggioranza, su fronti che vanno dalle Olimpiadi al doppio-lavoro del portavoce Pasquaretta. È arrivato l’addio al Comune da parte dell’ex portavoce Paolo Giordana, che era indagato per l’ipotesi di una multa  fatta cancellare ad un amico. La squadra perde pezzi, le opposizioni pongono la questione morale, la prospettiva di due processi (sui fatti di piazza San Carlo, sugli illeciti di Bilancio) scuote la barca del Sindaco che, nonostante tutto, su partite importanti come quella del Teatro Regio, sta mostrando di conservare tutta la sua forza in una intesa di ferro con il Presidente della Regione Chiamparino.

È il doppio cordone ombelicale del Sindaco, con la città che conta e con la base grillina. Le polemiche in Sala Rossa alla fine rivestono poca importanza. Purtroppo quella che rischia di non arrivare mai, nel governo «degli opposti», è una visione comprensibile della città che si vuole costruire: la stessa che abbiamo conosciuto nei decenni passati? Una diversa? Ma quale? Questa, alla fine, la questione che interessa.

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