I 30 anni del Sir, progetto pionieristico della Chiesa italiana

Comunicazione – Compie 30 anni l’agenzia di stampa della Conferenza episcopale italiana, che la Fisc volle come agenzia per le (allora) 140 testate diocesane con una tiratura complessiva di un milione di copie

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«Senza presunzione, con realistico senso dei nostri limiti, ma con concreta determinazione, il “Servizio informazione reli­giosa-Sir” vuole dare il suo contributo concreto a spogliare l’informazio­ne religiosa dai modelli ridut­tivi che la selezionano, la divulga­no, la interpretano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica. Riteniamo che il fatto religioso, anche dal punto di vista giornalistico, sia molto più com­plesso e chi lo legge debba essere aiutato a comprender­lo nelle sue radici e nel suo significato profondo per trarne un libero giudizio».

Così trent’anni fa, nell’editoriale del primo numero dell’agenzia di stampa, 13 gennaio 1989, scriveva il novarese mons. Giu­seppe Cacciami, storico direttore della Stampa diocesana novarese, già presidente della Federazione italiana settimanali cattolici-Fisc e presidente del «Sir», che la Fisc volle come agenzia per le (allora) 140 testate diocesane con una tiratura complessiva di un milione di copie.

Oggi Papa Francesco scrive: «Trent’anni rappresentano un bel traguardo, ma non sono e non devono essere considerati un punto d’arrivo. Continuate a svolgere il vostro impegno cercando sempre quella stessa novità con cui i padri fondatori hanno pensato e dato forma a un progetto unico nel suo genere: uno strumento d’informazione che colleghi il territorio, rappresentato dai settimanali diocesani. Siete stati fautori di comunione nell’informazione. Continuate a esserlo».

Il «Sir» è un’agenzia di stampa della Conferenza episcopale italiana. Ma l’idea è molto antica, si ricollega alla storia dei settimanali cattolici e al progetto di un’associazione dei giornalisti cattolici che nasce nell’Ottocento dall’Opera dei Congressi. Lanciata al convegno di Napoli (1883), ripresa a Vicenza (1891), a Fiesole (1896) e a Milano (1897), riaffiora nel 1950 e 1954 nei primi due convegni del Centro cattolico stampa dell’Azione cattolica, sorto anche grazie al presidente di allora Luigi Gedda e soprattutto a Giovanni Fallani, tra i personaggi più benemeriti della stampa cattolica: direttore dell’Ufficio stampa Ac, del Centro cattolico stampa, dell’agenzia «Sis» (poi «Sir») e segretario della Fisc. Nel 1959 si svolge l’assemblea costitutiva dell’Unione cattolica stampa italiana-Ucsi, caldeggiata da figure prestigiose come Carlo Trabucco (Torino); Andrea Spada (Bergamo); Giuseppe Dalla Torre, Federico Alessandrini, Guido Gonella (Roma); Raimondo Manzini (Bologna); Pietro Pavan (Treviso); Enrico Lucatello caporedattore del Servizio di informazione romano-Sir, costituito nel 1950-55 dagli otto quotidiani cattolici come agenzia di informazione collegata con la Sala stampa vaticana e con le agenzie cattoliche francese, svizzera, tedesca. Invia note e commenti – il «servizio bozze» – e diventerà il Servizio informazioni settimanali-Sis, ciclostilato settimanale spedito per posta

Una rilevazione del 1959 indica 680 pubblicazioni cattoliche con 10 milioni di copie (presunte). «Il Popolo Nuovo» di Torino cessa di esistere nel 1958. Rimangono 8 quotidiani: «L’Adige» (Trento e Bolzano); «L’Ordine» (Como); «L’Eco di Bergamo» (Bergamo); «L’Arena», (Verona); «L’Italia» (Milano); «L’Avvenire d’Italia» (Bologna); «Il Quotidiano» (Roma). Poi 112 settimanali diocesani; 73 mensili; 149 fogli di organizzazioni; 246 bollettini parrocchiali; 146 bollettini di istituti religiosi e di santuari; 36 destinati alle famiglie e/o ai giovani. Nel 1959 il terzo convegno della stampa cattolica auspica «un’efficiente informazione sulla vita della Chiesa e su fatti, problemi, opinioni, flussi di idee e posizioni relative alla presenza della Chiesa». In parecchie diocesi del Nord, gloriosi giornali cattolici erano nati nell’Ottocento dal Movimento cattolico e dalla «Rerum novarum» di Leone XIII (1891). Uno dei più antichi è «La Voce e il Tempo» di Torino sorta nel 1876 come «Unioni operaie cattoliche», «bisnonno» de «La Voce dell’Operaio», «La Voce del Popolo», «La Voce e il Tempo».

Il 14 aprile 1964 nasce ufficialmente la Conferenza episcopale italiana-Cei. L’8 dicembre 1965 finisce il Concilio Vaticano II. Nell’ambito dell’Azione cattolica il 26-27 novembre 1966 «un manipolo di coraggiosi» direttori di una quarantina di settimanali fondano la Federazione italiana settimanali cattolici e approvano lo statuto. Risolutivo il sostegno di mons. Andrea Pangrazio, segretario Cei e presidente della Commissione comunicazioni sociali, e dell’Ac che generosamente ospita Fisc e  «Sis» nella sua sede in via Conciliazione. Il 26 novembre 1966 Paolo VI saluta «con viva partecipazione» i fondatori della Federazione «che merita ogni appoggio per la diffusione del pensiero cattolico e per il carattere popolare; che diventa una corrente di opinione pubblica, uno strumento di educazione sociale, una comunione di animi e propositi. Il settimanale diocesano è nella luce delle parabole evangeliche del piccolo seme che cresce fino a diventare pianta, del fermento immerso nella pasta, è come la fionda di Davide».

I direttori eleggono presidente mons. Aldo Gobbi, direttore di «Verona fedele». Il primo impegno della Fisc è costruire l’identità del settimanale diocesano. Il Consiglio nazionale del 1969 approva il «documento programmatico». L’idea vincente è: il giornale non è del vescovo; non è della base; non è dell’Ac, né di Cl, né delle Acli, né di qualche parrocchia, né di un gruppo di potere o di pressione, né di destra né di sinistra; è «il giornale di tutta la comunità diocesana» basato sul riconoscimento e il rispetto dell’opinione pubblica nella Chiesa locale e sull’osservanza delle norme giornalistiche. Non bollettini parrocchiali, non riviste devozionali, non giornaletti gratulatori che chiedono soldi, ma veri giornali, nelle finalità, nello spirito, nella forma, nello stile, nel linguaggio, nelle regole. Il 1° dicembre 1973 don Franco Peradotto, presidente della Fisc, e Mario Agnes, presidente dell’Ac firmano una convenzione che autorizza la Fisc a qualificare il «Sis» come propria agenzia.

Negli Ottanta-Novanta, con la segreteria (e poi presidenza) della Cei del vescovo Camillo Ruini, e con la presidenza della Fisc del prete giornalista Giuseppe Cacciami si rafforza l’idea della sinergia tra «Avvenire», «Sis», settimanali diocesani, radio-televisioni. Il 13 gennaio 1989 al «Sis» subentra il «Sir», diretto da Giovanni Fallani, come agenzia settimanale, dal 21 giugno 1990 bisettimanale, dal novembre 1994  quotidiano.

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